Proclamato beato giovane congolese martire della corruzione

Floribert Bwana Chui, ucciso a 26 anni a Goma nel 2006, era della Comunità di Sant’Egidio. Cerimonia a San Paolo fuori le Mura.
ROMA, 15 GIU – Un grande applauso si è levato nella Basilica di San Paolo fuori le Mura quando il cardinale Marcello Semeraro, prefetto per le Cause dei santi, ha letto la lettera apostolica con cui papa Leone XIV proclama beato Floribert Bwana Chui, giovane congolese della Comunità di Sant’Egidio, primo martire della corruzione in Africa, che venne ucciso a soli 26 anni per essersi rifiutato di far passare alla frontiera tra la Repubblica Democratica del Congo e il Ruanda un carico di riso avariato. La ricorrenza liturgica del nuovo beato è stata fissata all’8 luglio di ogni anno, giorno della morte nel 2006.
Centinaia di rappresentanti delle Comunità di Sant’Egidio dal Congo e da altri paesi africani, come Benin, Burundi, Costa d’Avorio, Malawi, Mozambico, Senegal e Togo sono arrivati a Roma per partecipare alla beatificazione di Floribert, ed erano oggi all’Angelus dove hanno ricevuto il saluto del Papa.
La celebrazione di questo pomeriggio a San Paolo Fuori Le Mura, presieduta dal card. Marcello Semeraro, è concelebrata dal vescovo di Goma, mons. Willy Ngumbi, dal card. Fridolin Ambongo, arcivescovo di Kinshasa, e da altri vescovi congolesi. La beatificazione di Floribert Bwana Chui non si è potuta tenere a Goma, sua città natale, capitale del Nord Kivu, per le precarie condizioni di sicurezza nell’area.
Nell’omelia della messa, il card. Semeraro ha parlato della “testimonianza di Floribert, fedele laico della Chiesa di Goma e membro responsabile della Comunità di Sant’Egidio. Egli si è totalmente aperto all’amore che lo abbracciava al punto da lasciarsene plasmare nel profondo e farne la bussola che orientava le sue scelte. È quanto appare dalle testimonianze raccolte su di lui: in ogni occasione della vita Dio era il suo riferimento e che così fosse per davvero ne offre una prova la copia della sua Bibbia che conservata in Roma, nel Santuario dei Nuovi Martiri a San Bartolomeo all’Isola, permette di constatare le tracce di una lettura costante”.
“Cari fratelli e care sorelle, riascoltiamo ciò che diceva il nuovo beato – ha proseguito -: ‘tutti hanno diritto alla pace nel cuore’! In un tempo segnato dalla guerra e dalla violenza, in cui tanti nella Repubblica Democratica del Congo e altrove cercano la pace, queste parole ci colpiscono più che mai! Se oggi, infatti, noi celebriamo qui in Roma la sua beatificazione, lo sapete, è perché purtroppo a Goma mancano le condizioni di sicurezza e tranquillità. Floribert, del resto, sperava di poter fare un pellegrinaggio a Roma… Questo suo desiderio – in qualche modo – si compie spiritualmente con questa celebrazione”.
“Preghiera, poveri, pace! – ha detto ancora Semeraro – Il nostro Beato cercava tutto questo nel clima teso della sua città. Tra le testimonianze raccolte si legge che egli non voleva la guerra e che proprio con il suo impegno intendeva riunire i giovani di Goma come in una famiglia. Scelse perciò di condividere l’impegno di Sant’Egidio per la pace; perché – diceva – ‘mette tutti i popoli alla stessa tavola’. Sognava di essere un uomo di pace e di potere così contribuire alla pace della sua terra, che amava tanto. Oggi, dunque, facciamo nostra la sua aspirazione a un Congo in pace, raccolto alla stessa tavola come una famiglia. Preghiamo con fede per la pace, in comunione con la Chiesa che abita in tutta la Repubblica Democratica del Congo, qui significativamente rappresentata”.
“Per questo giovane uomo, giunse presto il momento della scelta – ha sottolineato il cardinale -: fu quando con le minacce e le lusinghe della corruzione gli fu chiesto di far passare alla dogana del cibo avariato che avrebbe avvelenato le tavole della gente di Goma. Egli, nutrito dalla Parola di Dio e dall’Eucarestia, si chiese: ‘Se faccio questo, sto vivendo in Cristo? Sto vivendo per Cristo?’. ‘Come cristiano – così si rispose – non posso accettare di sacrificare la vita delle persone. È meglio morire che accettare questi soldi’”. “La scelta era decisiva; in quel momento drammatico, era tra il vivere per sé stessi e il vivere per Cristo. E questo ha un prezzo; è, anzi, un caro prezzo”, ha aggiunto. “Nel nostro contesto la grazia a caro prezzo è la resistenza al male, fino in fondo, sino all’effusione del sangue”.
Semeraro ha anche rievocato il racconto che ne fece il 2 febbraio 2023, durante la sua visita apostolica nella Repubblica Democratica del Congo, papa Francesco: “A soli ventisei anni, venne ucciso a Goma per aver bloccato il passaggio di generi alimentari deteriorati, che avrebbero danneggiato la salute della gente. Poteva lasciare andare, non lo avrebbero scoperto e ci avrebbe pure guadagnato. Ma, in quanto cristiano, pregò, pensò agli altri e scelse di essere onesto, dicendo no alla sporcizia della corruzione. Questo è mantenere le mani pulite, mentre le mani che trafficano soldi si sporcano di sangue. Se qualcuno ti allungherà una busta, ti prometterà favori e ricchezze, non cadere nella trappola, non farti ingannare, non lasciarti inghiottire dalla palude del male …”.
“Per l’intercessione di questo nuovo Beato il Signore doni ai giovani e a tutti i credenti della Chiesa in Congo, in particolare a Goma, nuova forza nel perseguire il bene, resistendo al male; incoraggiata dal suo esempio la Comunità di Sant’Egidio prosegua con libertà sulla triplice via della preghiera, dei poveri e della pace – ha concluso -. A noi tutti il Signore doni la forza di custodire il messaggio del beato Floribert, nel cui cuore l’amore di Dio è stato riversato per mezzo dello Spirito Santo”.
Il Papa, “la sua testimonianza dia coraggio e speranza ai giovani del Congo e di tutta l’Africa”
CITTÀ DEL VATICANO, 15 GIU – “Oggi pomeriggio nella Basilica di San Paolo fuori le Mura sarà proclamato beato Floribert Bwana Chui, giovane martire congolese”, ha ricordato papa Leone XIV alla recita dell’Angelus dal sagrato vaticano.
“E’ stato ucciso a 26 anni perché, in quanto cristiano si opponeva all’ingiustizia e difendeva i piccoli e i poveri”, ha sottolineato il Pontefice. “La sua testimonianza dia coraggio e speranza ai giovani della Repubblica Democratica del Congo e di tutta l’Africa”, ha aggiunto.
[Questi articoli sono stati pubblicati ieri dall’ANSA; Foto: Vatican News]