Etiopia: dai vescovi cattolici un appello alla pace

I prelati allarmati dalla possibilità di un nuovo conflitto. Il monito del presidente eritreo: se Addis Abeba ci attaccherà saremo pronti a rispondere. Ne riferisce Nigrizia.
In un messaggio finale seguito alla loro 58ª assemblea plenaria, i membri della Conferenza episcopale cattolica d’Etiopia (CBCE) hanno affermato che l’attuale situazione nel paese richiede “più che mai” una voce unificata.
“La Chiesa, come madre, desidera e si addolora sempre affinché i suoi figli entrino nella pace”, hanno scritto tra l’altro i vescovi, incoraggiando il popolo di Dio a continuare a pregare, digiunare e lavorare con impegno per la pace.
Venti di guerra
A marzo, il vescovo Tesfasellassie Medhin dell’Eparchia cattolica di Adigrat, che copre la regione del Tigray, nel territorio più settentrionale dell’Etiopia, ha lanciato l’allarme per “uno scontro molto sanguinoso” che potrebbe coinvolgere l’Etiopia e la vicina Eritrea.
All’epoca confermò che le tensioni nella regione continuavano ad aumentare a seguito di una spaccatura interna al Fronte di liberazione popolare del Tigray (TPLF), che l’11 marzo aveva portato una fazione del gruppo a prendere il controllo di Adigrat, una città vicino al confine con l’Eritrea.
“L’instabilità nella nostra regione continua a persistere, le tensioni tra Etiopia ed Eritrea stanno aumentando e il paese potrebbe essere travolto da un nuovo tragico conflitto”, aveva affermato il pastore tigrino.
Il monito di Asmara
Peraltro ieri si è pronunciato al riguardo il presidente eritreo Isaias Afwerki che apparendo in televisione ha messo in guardia l’Etiopia da un suo presunto piano di attaccare il suo paese, con l’illusione, ha detto Afwerki, di uscirne vincitore semplicemente in ragione della superiorità numerica della popolazione, visto che mentre l’Etiopia ha 130 milioni di abitanti, l’Eritrea può contare su nemmeno 4 milioni.
Una nuova guerra seguirebbe quella già devastante che vide contrapporsi Tigray e esercito federale etiopico, che aveva stretto in quel frangente alleanza con l’Eritrea, dal 2020 al 2022, e che costò la vita a 600mila persone e lo sfollamento di circa 3 milioni di abitanti delle regioni del nord ovest.
Una Chiesa in cammino
Durante la loro ultima assemblea, inoltre, i vescovi etiopici si sono concentrati anche su altre questioni relative alla “missione, struttura, istituzioni, evangelizzazione, questioni nazionali e globali” della Chiesa. I pastori cattolici si sono impegnati a rafforzare la missione apostolica della Chiesa in Etiopia attraverso rinnovati sforzi sotto la guida di un segretariato generale.
“Sono in corso piani per nominare presto sacerdoti qualificati e si pone l’accento sul lavorare in spirito sinodale (camminando insieme) con i fedeli per rafforzare l’evangelizzazione”, si legge nel comunicato finale.
In Etiopia, con una Chiesa ortodossa maggioritaria (oltre 40%), la Chiesa cattolica segue due diversi riti: il rito latino in nove giurisdizioni ecclesiastiche e il rito orientale in quattro.
Nel frattempo i vescovi hanno dato il benvenuto al neo-ordinato vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Addis Abeba, mons. Tesfaye Tadesse Gebresilasie, nonché a mons. Merhakristos Gobezayehu Getachew Yilma del vicariato apostolico di Awasa.
Il defunto papa Francesco aveva nominato mons. Tesfaye Tadesse, membro dell’istituto religioso dei Missionari Comboniani del Cuore di Gesù (MCCJ), nel novembre 2024 per assistere il cardinale Berhaneyesus Demerew Souraphiel, arcivescovo di Addis Abeba.
Yilma è alla guida del vicariato apostolico di Hawassa dal febbraio 2024. Il portavoce della CBCE, il vescovo Lisane-Christos Matheos Semahun, che guida la diocesi di Bahir-dar Dessie, ha affermato nella dichiarazione dei vescovi che le nuove nomine “miglioreranno le responsabilità condivise della Chiesa, contribuiranno con nuove idee nell’affrontare le sfide e rafforzeranno molti servizi”.
I vescovi hanno anche accolto il nuovo nunzio apostolico in Etiopia, l’arcivescovo Brian Ngozi Udaigwe, camerunese, che papa Francesco aveva trasferito dallo Sri Lanka ad Addis Abeba a inizio aprile.
“L’arcivescovo Brian ha espresso la sua felicità per l’assegnazione in Etiopia e ha mostrato la sua disponibilità a collaborare alla missione della Chiesa”, si legge nel comunicato, riferendosi al diplomatico vaticano che “ha trasmesso ai vescovi il messaggio di comunione fraterna di papa Leone XIV”.
La nunziatura apostolica, con sede ad Addis Abeba, era vacante dal maggio 2024, quando il Papa aveva riassegnato l’arcivescovo Antoine Camilleri a Cuba.
[Fonte e Foto: Nigrizia]