Giubileo dei Giovani: il Papa, “cercate la giustizia, costruite un mondo più umano”

L’abbraccio di un milione di ragazzi e ragazze da tutto il mondo a Tor Vergata. Il dialogo nella veglia di preghiera, oggi la messa.
Papa Leone XIV riceve l’abbraccio di un milione di ragazzi e ragazze giunti da ogni continente per il Giubileo dei Giovani, uno dei principali eventi di questo Anno Santo 2025 dedicato alla speranza, virtù che più di altre si confà alla condizione e alla vita del mondo giovanile. E invita i giovani partecipanti a “cercare la giustizia” e a “costruire un mondo più umano”.
La spianata di Tor Vergata è uno spettacolo sconfinato di colori, di canti, di balli, che rievoca il grande raduno giubilare del 2000 con papa Wojtyla: lo spirito, l’energia, la vitalità di gruppi provenienti dall’Italia e da tutto il mondo rallegrano Roma già da giorni, fino alla veglia serale del sabato e al dialogo con papa Leone e alla messa conclusiva di questa mattina.
L’allegria generale non manca certo di essere attraversata dal dolore e dall’angoscia per quanto accade nel mondo, per le violenze e le guerre, dai tanti interrogativi su un mondo oggi quanto mai incerto, ed è proprio nell’incontro giubilare che i giovani cercano risposte anche a questo.
Ma a rattristare ulteriormente i partecipanti arrivano nella giornata anche notizie su cui, nell’incontro della serata, si sofferma lo stesso Pontefice: “Dico questo stasera pensando a due ragazze, María, ventenne, spagnola, e Pascale, diciottenne, egiziana. Entrambe hanno scelto di venire a Roma per il Giubileo dei Giovani, e la morte le ha colte in questi giorni. Preghiamo insieme per loro; preghiamo anche per i loro familiari, i loro amici e le loro comunità. Gesù Risorto le accolga nella pace e nella gioia del suo Regno”. “E ancora vorrei chiedere le vostre preghiere per un altro amico, un ragazzo spagnolo, Ignacio Gonzalvez, che è stato ricoverato all’ospedale ‘Bambino Gesù’: preghiamo per lui, per la sua salute”.
Mentre la sera scende sulla spianata dominata dalla vela di Calatrava, il Papa risponde nelle varie lingue alle domande e sollecitazioni di tre ragazzi e ragazze, Dulce Marìa, una ventitreenne messicana, Gaia, diciannovenne italiana, e Will, ventenne dagli Stati Uniti, tutte sui tanti sogni, speranze, dubbi e spesso anche illusioni dei giovani di oggi.
“Come un dizionario, ogni cultura contiene parole nobili e volgari, valori ed errori che dobbiamo imparare a riconoscere”, afferma papa Prevost. “La verità, infatti, è un legame che unisce le parole alle cose, i nomi ai volti. Le menzogne, invece, separano questi aspetti, generando confusione e incomprensioni”.
“Ora, tra i tanti legami culturali che caratterizzano le nostre vite, internet e i social media sono diventati ‘una straordinaria opportunità di dialogo, incontro e scambio tra le persone, nonché di accesso all’informazione e alla conoscenza’ (Papa Francesco, Christus Vivit, 87) – ricorda il Papa -. Tuttavia, questi strumenti diventano ambigui quando sono dominati da logiche e interessi commerciali che interrompono a intermittenza le nostre relazioni”. A questo proposito, “Papa Francesco ha ricordato che a volte ‘i meccanismi della comunicazione, della pubblicità e dei social media possono essere usati per trasformarci in esseri assonnati, dipendenti dal consumo’ (Christus Vivit, 105). Le nostre relazioni diventano allora confuse, ansiose o instabili”.
Inoltre, “come sapete, oggi esistono algoritmi che ci dicono cosa dovremmo vedere, cosa dovremmo pensare e chi dovrebbero essere i nostri amici. E allora le nostre relazioni diventano confuse, a volte ansiose. Perché quando lo strumento domina l’uomo, l’uomo diventa uno strumento: sì, uno strumento del mercato e, a sua volta, una merce”. Per il Papa, però, “l’amicizia cambierà davvero il mondo. L’amicizia è una strada per la pace. L’amicizia è la via per la pace”. Secondo il Pontefice, inoltre, “troviamo la felicità, quando impariamo a donare noi stessi. Donare la vita per gli altri”.
“Volete incontrare veramente il Signore Risorto?”, chiede quindi Leone alla folla sterminata di giovani: “Ascoltate la sua parola, che è Vangelo di salvezza! Cercate la giustizia, rinnovando il modo di vivere, per costruire un mondo più umano! Servite il povero, testimoniando il bene che vorremmo sempre ricevere dal prossimo!”.
Dopo la notte trascorsa dai giovani sulla spianata di Tor Vergata, stamane la messa col Papa, seguita dall’Angelus. Prima del ritorno ai rispettivi luoghi di provenienza, sparsi in quel mondo che tutti loro, come il Pontefice, vorrebbero “più umano”.
La messa a Tor Vergata. “Non accontentatevi, aspirate a cose grandi. Coltivate sentimenti di bontà, di perdono, di pace”
Nella messa a Tor Vergata davanti a oltre un milione di giovani di tutto il mondo, il Papa dice nell’omelia che “c’è una domanda importante nel nostro cuore, un bisogno di verità che non possiamo ignorare, che ci porta a chiederci: cos’è veramente la felicità? Qual è il vero gusto della vita? Cosa ci libera dagli stagni del non senso, della noia, della mediocrità?”.
“Nei giorni scorsi avete fatto molte belle esperienze – prosegue -. Vi siete incontrati tra coetanei provenienti da varie parti del mondo, appartenenti a diverse culture. Vi siete scambiati conoscenze, avete condiviso aspettative, avete dialogato con la città attraverso l’arte, la musica, l’informatica, lo sport. Al Circo Massimo, poi, accostandovi al Sacramento della Penitenza, avete ricevuto il perdono di Dio e avete chiesto il suo aiuto per una vita buona”.
In tutto questo, afferma ancora Leone XIV, “potete cogliere una risposta importante: la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo né, come abbiamo sentito nel Vangelo, da ciò che possediamo. È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere”. Secondo il Pontefice, “comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle ‘cose di lassù’, per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità, facendo crescere in noi ‘sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità’, di perdono, di pace”.
E conclude: “aspirate a cose grandi, alla santità, ovunque siate. Non accontentatevi di meno”.
L’Angelus. “Siamo con i giovani di Gaza, dell’Ucraina, di ogni terra insanguinata dalla guerra”
“In comunione con Cristo, nostra pace e speranza per il mondo, siamo più vicini che mai ai giovani che soffrono i mali più gravi, causati da altri esseri umani. Siamo con i giovani di Gaza, siamo con i giovani dell’Ucraina, con quelli di ogni terra insanguinata dalla guerra”, dice quindi papa Leone XIV all’Angelus al termine della messa sulla spianata di Tor Vergata, davanti a oltre un milione di partecipanti al Giubileo dei Giovani. “Miei giovani fratelli e sorelle, voi siete il segno che un mondo diverso è possibile: un mondo di fraternità e amicizia, dove i conflitti non si risolvono con le armi ma con il dialogo”, afferma.
“Dopo questo Giubileo, il ‘pellegrinaggio di speranza’ dei giovani continua e ci porterà in Asia! – ricorda il Pontefice – Rinnovo l’invito che Papa Francesco ha rivolto a Lisbona due anni fa: i giovani di tutto il mondo si ritroveranno insieme al Successore di Pietro per celebrare la Giornata Mondiale della Gioventù a Seoul, in Corea, dal 3 all’8 agosto 2027″.
E nel saluto finale: “chiedo a voi di portare un saluto anche ai tanti giovani che non sono potuti venire e stare qui con noi, in tanti Paesi da dove era impossibile uscire. Ci sono posti da dove i giovani non hanno potuto [venire], per le ragioni che conosciamo”.
“Portate questa gioia, questo entusiasmo a tutto il mondo. Voi siete sale della terra, luce del mondo: portate questo saluto a tutti i vostri amici, a tutti i giovani che hanno bisogno di un messaggio di speranza”, conclude papa Leone.
[Foto: Vatican Media]