L’incontro fra Trump e Putin in Alaska: una vittoria morale per Mosca?

Il presidente americano riceve l’omologo russo con tutti gli onori, riabilitandolo dopo anni di isolamento, ma senza ottenere impegni concreti verso la pace in Ucraina. Il focus di Francesco Petronella per l’ISPI.
Le armi in Ucraina non tacciono, almeno per ora. Discussioni rispettose, cordiali, ma nessun accordo per la fine della guerra dopo l’incontro fra Donald Trump e Vladimir Putin in Alaska, entrato nel vivo durante la notte italiana. Al termine del faccia a faccia, durato circa tre ore e culminato in una conferenza stampa congiunta, il quadro è emerso con chiarezza: Putin è stato ricevuto con tutti gli onori dovuti a un Capo di Stato, al netto del mandato di cattura della Corte penale internazionale che pende sul suo capo (che gli USA non riconoscono), ed è stato di fatto riabilitato senza dare nulla in cambio, né fornire alcun impegno formale per rendere la pace più vicina. Trump, parlando dopo Putin e per meno tempo, ha implicitamente ammesso il mancato raggiungimento degli obiettivi auspicati. Nessun cessate il fuoco, nessun progresso tangibile da registrare. Eppure durante il volo verso Anchorage, città principale dell’Alaska che ha fatto da sfondo al vertice, il presidente americano aveva indicato la fine della guerra come scopo principale del vertice, sottolineando che un fallimento lo avrebbe lasciato insoddisfatto. Il risultato dell’incontro, in effetti, non sembra averlo appagato. I media americani e internazionali lo hanno descritto come “stanco e deluso”, mentre riconoscono a Putin il ruolo di vincitore morale del summit.
Putin riabilitato?
Il leader russo è stato accolto con grande riguardo da Trump e, durante le dichiarazioni pubbliche, è stato più volte chiamato per nome, “Vladimir”, dall’omologo americano. I due leader si sono scambiati generosamente sorrisi, strette di mano e pacche sulle spalle, in un clima di cordialità in netto contrasto con il momento assolutamente negativo nelle relazioni bilaterali tra USA e Russia. Tuttavia, durante la conferenza stampa congiunta al termine del vertice, i reporter internazionali presenti per documentare il summit hanno iniziato a capire che qualcosa era andato storto, o comunque non nel senso sperato da Trump. Putin ha preso la parola per primo, parlando per quasi nove minuti, contro i pochi minuti del presidente statunitense, segnando simbolicamente un ritorno significativo nell’agone internazionale accanto a un leader USA dopo sette anni, di cui tre segnati dalla guerra in Ucraina iniziata a febbraio 2022. Il capo del Cremlino si è detto fiducioso che si possa arrivare alla pace, auspicando che gli europei non la ostacolino. I due hanno parlato genericamente di progressi e di dialogo costruttivo, ma nessuna intesa sulla guerra. Il Tycoon newyorchese ha sintetizzato efficacemente la situazione usando una tautologia: “Non c’è accordo finché non c’è un accordo”.
Risultato atteso?
A ben vedere, però, l’esito interlocutorio del summit non era del tutto imprevedibile. Al netto delle dichiarazioni di Trump sull’aereo presidenziale prima di incontrare Putin, nei giorni scorsi il suo entourage ha lavorato duramente per ridimensionare le aspettative e la portata del vertice parlando di “esercizio di ascolto”, piuttosto che di un momento decisivo per porre fine alla guerra in Ucraina. L’ipotesi dello ‘scambio di territori’ ventilata alla vigilia come base per i negoziati era stata ridimensionata dopo la chiamata fra Trump e i leader europei di giovedì, dove è stato ribadito che non si può discutere dei territori ucraini senza gli ucraini. A tal proposito, l’inquilino della Casa Bianca dovrebbe sentire nuovamente nelle prossime ore gli interlocutori europei alla luce dell’incontro con Putin. Alle prime luci del mattino ha già sentito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, mentre era ancora a bordo dell’Air Force One. Il presidente ucraino, commentando il colloquio in un post su X, ha annunciato che lunedì sarà alla Casa Bianca per confrontarsi con Trump. I media internazionali, in ogni caso, concordano sul fatto che il leader del Cremlino esca chiaramente rafforzato dal vertice. Se Politico parla di “trionfo” di Putin, Le Figaro parla di “ritorno spettacolare” sulla scena internazionale ed El Pais descrive il leader russo come “uscito dall’isolamento internazionale”. Decisamente pessimista il Kyiv Indipendent, che scrive di un summit “ripugnante, vergognoso e inutile”, che Putin “ha sicuramente amato”.
Droni sulla pace?
A riprova del fatto che la pace in Ucraina è ancora estremamente lontana, stanotte la Russia ha sferrato un attacco con 85 droni e un missile balistico contro l’Ucraina, proprio mentre Trump e Putin si incontravano in Alaska. Secondo l’aeronautica ucraina, i bersagli erano le regioni di Sumy, Donetsk, Chernihiv e Dnipropetrovsk. Le difese aeree di Kiev hanno abbattuto 61 droni. I sistemi antiaerei russi, invece, hanno abbattuto almeno 29 droni ucraini in diverse regioni e sopra il Mar d’Azov. Il ministero della Difesa russo ha comunicato che gli attacchi sono avvenuti tra mezzanotte e le 3:30 (ora di Mosca). Stando ai dati, 10 droni sono stati distrutti a Rostov, 9 a Stavropol, 4 a Kursk, uno ciascuno a Belgorod, Bryansk e Krasnodar, e altri 3 sul Mar d’Azov. Da segnalare che la first lady USA, Melania Trump, avrebbe sollevato la spinosa questione dei bambini vittime della guerra in Ucraina e in Russia in una lettera a Putin, consegnata dal marito all’omologo russo. Andriy Yermak, capo dell’ufficio della presidenza ucraina, ha ringraziato la signora Trump in un post su X “per la sua leadership”, in quella che ad alcuni è sembrata una velata critica all’atteggiamento troppo remissivo del marito nei confronti dell’omologo russo.
Il commento di Eleonora Tafuro Ambrosetti, Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale ISPI
“Le immagini da Anchorage restituiscono l’idea di un Putin che ha dominato la scena e di un Trump reticente e vago, anche nel dare informazioni sul vertice. È un dato preoccupante. Le aspettative non erano elevatissime, anche perché lo stesso Trump aveva dichiarato che si trattava di un summit conoscitivo per sondare la situazione. Il fatto, però, che non abbiano citato neanche uno dei punti concreti oggetto di discussione è molto preoccupante. Occorrerà aspettare che Trump senta gli alleati per sapere qualcosa di più, ma al momento l’immagine che emerge è quella di una prova di forza di Putin, che se la rivenderà bene sia a livello interno che nel Sud Globale, e di un buco nell’acqua per Trump”.
[Fonte e Foto: ISPI]