IL DOCUMENTO / RD Congo: il clero di Bunia denuncia le “complicità criminali” nei massacri nell’Ituri. “Stato d’assedio fallito. La missione Onu lasci la regione”

Tra Cielo e Terra pubblica un importante documento sulle violenze che imperversano nella provincia dell’Ituri, nella Repubblica Democratica del Congo: quella dove il 27 luglio scorso, nella parrocchia cattolica di Bienheureuse-Anuarite a Komanda, in un assalto compiuto da un gruppo di ribelli sostenuti dallo Stato Islamico, sono state massacrate decine di persone riunite per celebrare il loro Giubileo. Il clero della diocesi di Bunia, in cui si trova la chiesa di Komanda, di fronte ai gravi e numerosi episodi di violenza, lancia un forte appello in cui rileva il fallimento dello stato d’assedio proclamato da quattro anni nella regione, l’inefficienza delle forze Onu della missione Monusco – a cui chiede di lasciare la regione -, le “complicità criminali” nei massacri e “la quasi totale assenza dell’autorità dello Stato”, difendendo altresì la Chiesa cattolica rispetto alle minacce e alle diffamazioni subite anche attraverso i media locali.
DICHIARAZIONE DEI SACERDOTI SECOLARI DELLA DIOCESI DI BUNIA SULLA RINASCITA DELLA VIOLENZA NELL’ITURI
«Per amore di Sion non tacerò» (Is 62,1)
Noi, sacerdoti secolari della diocesi di Bunia, siamo costernati nel constatare il deterioramento della situazione della sicurezza negli ultimi tempi, tra luglio e agosto 2025, nella provincia di Ituri. In nome della nostra sollecitudine pastorale verso il Popolo di Dio e del nostro ruolo profetico nel mondo, non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle sofferenze indescrivibili e ingiuste inflitte al popolo ituriano dai nemici della pace.
Precarietà a livello sociale e della sicurezza
1. La situazione a livello sociale e della sicurezza sta diventando sempre più preoccupante nell’Ituri. Il 21 luglio 2025, la parrocchia di Saint Jean de Capistran di Lopa ha vissuto i momenti più bui della sua storia. Infatti, con il pretesto del loro riconoscimento come “patrioti” da parte del governo congolese, attraverso lo stato di assedio, alcuni elementi della milizia URDPC/CODECO hanno messo in atto la loro minaccia pubblica compiendo un’incursione armata nella località di Lopa e dintorni. Dopo aver sparato diversi colpi di fucile, sotto il comando dei loro capi, si sono dedicati a vari atti criminali, tra cui la profanazione della chiesa, del santuario mariano, il saccheggio della canonica e del centro sanitario, l’uccisione di civili, l’incendio di case, attacchi e saccheggi di negozi e abitazioni, violenze su donne, bambini e anziani, ecc.
2. Inoltre, nella notte tra il 26 e il 27 luglio 2025, verso l’una del mattino, il centro commerciale di Komanda è stato oggetto di un attacco mortale attribuito ai terroristi dell’ADF che hanno ucciso più di 40 fedeli riuniti nella grande sala della parrocchia Beata Anuarite di Komanda e altrove, ferito numerose persone, rapito più di 40 giovani e bambini del Movimento di Azione Cattolica della Crociata Eucaristica – persone di cui si ignora ancora la sorte -, incendiato case, bruciato veicoli, ecc.
3. Nella notte tra il 19 e il 20 agosto 2025, intorno alle 23.45, la Propédeutique Saint Kizito di Bunia, un’istituzione della diocesi di Bunia, è stata oggetto di una visita indesiderata da parte di uomini armati, nonostante le muscolari pattuglie delle forze dell’ordine dispiegate negli ultimi tempi nel quartiere di Mudzi Pela. Questi facinorosi hanno aperto il tabernacolo e profanato le sacre specie riversandole per terra, hanno rotto i vetri delle finestre, hanno minacciato un sacerdote al quale hanno rubato oggetti di valore;
4. Questa crisi si è estesa a Nizi, Iga Barrière, Tchomia, Nyamamba, Boga causando spostamenti massicci di popolazioni alla ricerca di luoghi sicuri e protetti;
5. Inoltre, le forze dell’ordine e di sicurezza, seguendo l’esempio delle milizie, si sono rese responsabili di omicidi, edificazione di barriere illegali, arresti arbitrari anche di minori, saccheggi di beni di cittadini pacifici già provati;
6. L’inefficacia delle forze dell’ordine, spesso giustificate dalla minimizzazione e dalla banalizzazione della situazione utilizzando concetti come ‘provocazione’, ‘rappresaglia’, nascondendo la loro incapacità e complicità, indicando i giovani del posto come responsabili di questa insicurezza, sono inaccettabili;
7. In considerazione di quanto sopra, tenuto conto del deterioramento della situazione della sicurezza per la popolazione che vive nell’Ituri, delle incitazioni all’odio e alla violenza, le minacce verbali e le diffamazioni diffuse contro la Chiesa cattolica sulle onde radio-televisive FARDC-Ituri (RTFI), le minacce proferite nei confronti dei sacerdoti, le accuse infondate secondo cui la Chiesa avrebbe dato rifugio ai miliziani della Convenzione per la Rivoluzione Popolare (CRP), una nuova ribellione che sta nascendo e di cui condanniamo fermamente l’avvento, così come condanniamo l’esistenza di altri gruppi armati – e a causa della quale persone civili vengono attaccate e alcune strutture della Chiesa cattolica vengono malvagiamente distrutte da alcuni elementi della milizia URDPC/CODECO sotto lo sguardo complice delle FARDC -, non possiamo tacere. È chiaro che la Chiesa cattolica, a causa della sua missione profetica, è diventata un bersaglio, tra tanti altri, degli attacchi orchestrati dallo Stato di assedio, responsabile di tutto questo dramma, che opera in complicità criminale con la CODECO.
Missione della Chiesa cattolica
8. Ricordiamo che la Chiesa cattolica ha sempre operato per la pace, la riconciliazione, la convivenza pacifica e lo sviluppo socio-economico senza distinzioni di razza e tribù. A titolo di esempio, il 22 marzo 2022 la diocesi di Bunia, sotto la guida di Sua Eccellenza il Vescovo, ha organizzato una giornata di preghiera per la pace con una marcia pacifica. La giornata è stata coronata dal lancio di messaggi di pace da parte dei sacerdoti secolari di Bunia e di Sua Eccellenza il Vescovo. Dal 30 ottobre al 10 novembre 2024, una delegazione di sacerdoti di Bunia è stata ricevuta da diverse autorità responsabili della sicurezza del Paese. Durante questi incontri, i sacerdoti hanno presentato la drammatica situazione della sicurezza nell’Ituri e hanno formulato alcune raccomandazioni per il ritorno della pace. Il seguito di questi incontri è stato l’arrivo di un emissario inviato da Kinshasa a Bunia. Da allora siamo ancora in attesa dei risultati. E la situazione va di male in peggio;
9. La Chiesa opera sempre per la pace. A questo titolo, essa e i suoi ministri non possono in alcun caso collaborare con un nemico della pace né dargli rifugio, anche se la sua missione profetica la obbliga ad andare anche dai peccatori per ricordare loro il carattere sacro della vita umana, invitarli alla conversione e a lavorare per la pace, che è un fattore chiave dello sviluppo, secondo le parole di Papa Paolo VI, per il quale lo sviluppo è il nuovo nome della pace.
Condanne
10. Condanniamo fermamente tutti coloro che diffamano, per odio, la Chiesa cattolica di Bunia e la attaccano per metterla a tacere e continuare così il loro sporco lavoro;
11. Denunciamo e condanniamo fermamente questa complicità criminale tra le FARDC e la milizia CODECO, uno dei gruppi armati come FRPI, FPIC, CHINI YA TUNA, MAPI, AUTODEFENSE, CRP, JAMUKULABATU, ADF/NALU, MAIMAI, ecc. che dovrebbero essere annientati dallo stato d’assedio.
Fallimento dello stato di assedio
12. Il fallimento dello stato di assedio è evidente, vista la quasi totale assenza dell’autorità dello Stato. Pur essendo giunto al suo quarto anno, non è ancora riuscito a ristabilire la pace neutralizzando i gruppi armati. Al contrario, dopo la sua proclamazione, i gruppi armati non solo si sono moltiplicati, ma si sono anche rafforzati in termini di uomini e armi;
13. Di conseguenza, sono stati commessi numerosi massacri di civili e distruzioni dei loro beni, persone sepolte vive, massacri nei campi profughi e nei villaggi, rapimenti, omicidi nella città di Bunia, villaggi e centri commerciali distrutti e scomparsi, parrocchie vandalizzate, distruzione e saccheggio di strutture sanitarie e scolastiche, insicurezza sulle diverse arterie stradali, ecc.
Inefficienza della MONUSCO
14. Da venticinque anni la MONUSCO è presente nell’Ituri con il mandato di proteggere i civili. Dispone di tutti i mezzi necessari per compiere la sua missione. Ma purtroppo l’esperienza dimostra che rimane spettatrice al momento degli attacchi e interviene solo dopo per constatare e documentare i fatti. Molti civili sono stati massacrati, senza assistenza, nei campi profughi protetti dalla MONUSCO o nelle loro vicinanze, come a Djangi, Jina, Komanda, Djaiba, Bule, ecc;
15. Spesso viene persino accusata di fornire armi e munizioni ai gruppi armati e di rafforzarli. Si tratterebbe di un misero complotto delle grandi potenze economiche contro la provincia dell’Ituri, anche se quando si chiede a gran voce che la MONUSCO lasci questa provincia, essa non vuole andarsene. Che vergogna per la comunità internazionale, così passiva nei confronti delle persone in pericolo con tutto il suo arsenale militare!
Appello alla comunità nazionale e internazionale
16. Richiamiamo l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e internazionale sulle tragedie che stanno devastando l’Ituri. Infatti, l’arbitrarietà e la crudeltà hanno raggiunto livelli preoccupanti nella provincia dell’Ituri: la vita umana, che è sacra, viene calpestata. I genocidi mascherati sotto l’etichetta di militari incontrollati e le milizie alleate con le FARDC si dedicano senza vergogna a uccisioni, arresti e detenzioni arbitrarie, estorsioni, minacce e torture fisiche, per motivi di appartenenza etnica, obbedienza politica o religiosa e altro.
Raccomandazioni
17. Pertanto, raccomandiamo quanto segue:
Al governo centrale
di lavorare realmente per l’unità di tutti gli abitanti dell’Ituri piuttosto che dividerli per governare meglio e sfruttare le risorse naturali dell’Ituri;
di revocare immediatamente lo stato di assedio che non fa altro che aggravare il male in Ituri, perché ha palesemente e gravemente fallito nell’imporre la pace che era la sua missione primaria e fondamentale, pena l’accusa di complicità.
Al potere giudiziario
di avviare un’indagine credibile per arrestare e giudicare gli autori dei crimini commessi nell’Ituri.
Ai deputati nazionali e provinciali
di svolgere il loro ruolo di ascoltare e presentare il grido del popolo ituriano alle autorità competenti.
Al Capo di Stato Maggiore Generale delle FARDC
di sostituire l’attuale portavoce delle FARDC in Ituri, a causa delle sue dichiarazioni irrispettose nei confronti del vescovo di Bunia, dei suoi discorsi di odio e divisione e del suo ruolo di catalizzatore nel conflitto in Ituri;
di chiudere la Radio-Televisione FARDC-Ituri (RTFI);
di sostituire gli ufficiali che si dedicano al commercio e alla ricerca sfrenata di denaro.
Alle FARDC
di cessare di compiere atti di vandalismo, di attaccare la popolazione e la Chiesa;
di rompere la loro unione criminale con i gruppi armati che hanno solo portato dolore all’Ituri;
di dare la caccia a tutti i gruppi armati senza distinzioni, di dimostrare professionalità nel loro lavoro, di non confondere la popolazione civile con i miliziani.
Alla MONUSCO
di lasciare l’Ituri, poiché ha fallito nella sua missione.
Ai gruppi armati
di deporre le armi senza condizioni, non solo perché non rispettano la vita umana né le infrastrutture sociali ed ecclesiastiche, ma soprattutto perché non hanno né il diritto né il dovere di esistere;
di impegnarsi sulla via del dialogo per una pace duratura e il patto sociale per la pace e il buon vivere insieme nella RDC, come proposto dalla CENCO e dall’ECC; che comprendano che la vera pace dell’Ituri potrà radicarsi solo nella coscienza degli stessi Ituriani;
di liberarsi dalle manipolazioni.
18. Ci auguriamo che il nostro grido di aiuto e la nostra denuncia vengano presi in considerazione al fine di trovare una soluzione urgente e duratura alla crisi che sta devastando la provincia dell’Ituri in generale e la città di Bunia, i territori di Djugu e di Irumu in particolare;
19. Infine, invitiamo i fedeli cattolici e gli uomini di buona volontà a continuare a pregare per la pace e la convivenza nella provincia dell’Ituri. Che la Beata Vergine Maria, Regina della pace, interceda per la diocesi di Bunia e per la Repubblica Democratica del Congo, il nostro bel Paese.
Bunia, 20/08/2025
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[Traduzione a cura della redazione; Foto: Congo Infos]