Gaza: ActionAid, “fame crimine di guerra. Intere famiglie muoiono senza cibo, compreso il nostro personale”

Condividi l'articolo sui canali social

L’indice fame IPC conferma la carestia nella Striscia. Faten, operatrice umanitaria ActionAid:“Negli ultimi due mesi ho perso 20 chili. I miei figli hanno perso peso e sono malnutriti. Non mangiamo pasti adeguati da tre giorni. Sono esausta, terrorizzata che i miei figli possano ammalarsi ancora di più. Piango ogni giorno. Questa è la prima volta nella mia vita che vorrei non avere figli, perché vederli deperire è insopportabile”.

22 agosto 2025. Oggi, l’IPC – la classificazione internazionale dell’insicurezza alimentare che mette assieme dati raccolti da Governi, Onu, Ong – ha confermato la carestia a Gaza, dopo mesi di fame causata deliberatamente dal blocco degli aiuti e del cibo salvavita imposto dal governo israeliano. Una sistematica violazione del diritto internazionale umanitario.     

La carestia (fase 5 dell’IPC) è stata confermata nel governatorato di Gaza, l’area attorno alla città di Gaza, e si prevede che si estenderà a Deir al-Balah e Khan Younis entro la fine di settembre. Oltre 500.000 persone stanno già sopportando condizioni catastrofiche caratterizzate da fame, miseria e morte, mentre più della metà della popolazione – 1.7 milioni di persone – è in emergenza (fase 4 dell’IPC) e altre 396.000 (20%) in crisi (fase 3 dell’IPC).   

ActionAid ha lanciato l’allarme: se l’assedio continuerà, la carestia sarà inevitabile in tutta la Striscia. Ora le conseguenze sono innegabili e catastrofiche. Le madri sono costrette a nutrire i propri bambini con sostituti pericolosi del latte; i bambini muoiono per cause prevedibili e intere famiglie, compreso il personale di ActionAid e gli operatori umanitari, i partner, muoiono di fame.   

Il Dottor Ra’ed Al-Baba, dell’ospedale Al Awda, afferma: “Ci sono madri che usano l’acqua dei legumi, erbe e altre alternative tossiche al latte per neonati. Sono rischi catastrofici per i bambini, che portano gastroenterite, intossicazione alimentare, ritardo della crescita, anemia grave e persino l’incapacità di muoversi. Abbiamo assistito a casi di disidratazione estrema dovuti all’acqua inquinata mescolata a questi sostituti. Questa non è sopravvivenza, questa è una morte lenta.”   

Faten, la Responsabile dei progetti WEFAQ – ActionAid, spiega: “Negli ultimi due mesi ho perso 20 chili. I miei figli hanno perso peso e sono malnutriti. Non mangiamo pasti adeguati da tre giorni. Sono esausta, frastornata e terrorizzata che i miei figli possano ammalarsi ancora di più. Piango ogni giorno. Questa è la prima volta nella mia vita che vorrei non avere figli, perché vederli deperire è insopportabile”.    

Jamil Sawalmeh, direttore nazionale di ActionAid Palestine, avverte: “Oggi il mondo si è svegliato e ha visto la carestia ufficialmente confermata, cosa che abbiamo denunciato per mesi. La carestia all’interno di Gaza è un crimine di guerra. È una catastrofe provocata dall’uomo, guidata da decisioni politiche deliberate. Sono certo che sentiremo parole di condanna in tutto il mondo, ma dov’è l’azione?  Tutto sembra fin troppo familiare. La situazione umanitaria è una trappola mortale e Gaza è diventata un inferno sulla terra. La comunità internazionale deve agire ora; non con le parole, ma con azioni significative e pressioni diplomatiche per porre fine alla guerra e sostenere il diritto internazionale”.   

La ripetuta chiusura dei valichi di frontiera, l’ostruzione dei convogli umanitari e la distribuzione militarizzata di cibo e forniture mediche costituiscono una punizione collettiva. Secondo il diritto internazionale umanitario, ridurre alla fame i civili durante un conflitto costituisce un crimine di guerra.  

 ActionAid chiede un cessate il fuoco immediato e permanente, l’ingresso pieno e senza restrizioni degli aiuti umanitari e un’urgente pressione diplomatica internazionale. ActionAid chiede inoltre un’indagine indipendente sulle cause della carestia e l’assunzione di responsabilità per eventuali violazioni del diritto internazionale. ActionAid con i suoi team umanitari continua a collaborare con i partner di Gaza per fornire tutti gli aiuti possibili in base alle attuali restrizioni ed è pronta ad ampliare le operazioni se l’accesso ai convogli verrà concesso. 

Guterres (Onu), “carestia è disastro provocato dall’uomo. Subito cessate il fuoco, rilascio immediato ostaggi e accesso umanitario senza restrizioni”

“Proprio quando sembra che non ci siano più parole per descrivere l’inferno di Gaza, ne è stata aggiunta una nuova: carestia. Non è un mistero, è un disastro provocato dall’uomo, un’accusa morale e un fallimento dell’umanità stessa. La carestia non riguarda solo il cibo, è il collasso deliberato dei sistemi necessari alla sopravvivenza umana”. Lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, citato dal Sir.  “Le persone muoiono di fame, i bambini muoiono, e coloro che hanno il dovere di agire stanno fallendo – ha aggiunto -. In quanto potenza occupante, Israele ha obblighi inequivocabili ai sensi del diritto internazionale, incluso il dovere di garantire cibo e forniture mediche alla popolazione. Non possiamo permettere che questa situazione continui impunemente. Basta scuse. Il momento di agire non è domani, è adesso”. Guterres ha poi ribadito che serve “un cessate il fuoco immediato, il rilascio immediato di tutti gli ostaggi e un accesso umanitario completo e senza restrizioni”.

Fao, Unicef, Wfp, Oms, Amnesty, confermata per la prima volta la carestia a Gaza

Secondo la nuova analisi dell’Integrated Food Security Phase Classification (Ipc) pubblicata oggi, oltre mezzo milione di persone a Gaza sono intrappolate nella carestia, caratterizzata da fame diffusa, indigenza e morti evitabili. Si prevede che nelle prossime settimane le condizioni di carestia si estenderanno dal Governatorato di Gaza ai Governatorati di Deir Al Balah e Khan Younis.

A denunciare la gravità della situazione sono la Fao, l’Unicef, il World food programme, l’Oms e Amnesty international che invocano “una risposta umanitaria immediata e su larga scala, dato l’aumento dei decessi legati alla fame, il rapido peggioramento dei livelli di malnutrizione acuta e il crollo dei livelli di consumo alimentare, con centinaia di migliaia di persone che trascorrono giorni senza nulla da mangiare”.

Le agenzie – riferisce il Sir – ribadiscono che “la carestia deve essere fermata a tutti i costi. Un cessate il fuoco immediato e la fine del conflitto sono fondamentali per consentire una risposta umanitaria su larga scala e senza ostacoli, in grado di salvare vite umane”. A preoccupare è anche “la minaccia di un’intensificazione dell’offensiva militare a Gaza City e di qualsiasi escalation del conflitto, poiché ciò avrebbe conseguenze devastanti per i civili, in una zona già colpita dalla carestia. Molte persone, in particolare i bambini malati e malnutriti, gli anziani e le persone con disabilità, potrebbero non essere in grado di evacuare”.

Dal report emerge che “entro la fine di settembre, più di 640.000 persone si troveranno ad affrontare livelli catastrofici di insicurezza alimentare – classificati come Ipc Fase 5 – in tutta la Striscia di Gaza. Altre 1,14 milioni di persone nel territorio si troveranno in condizioni di emergenza (Ipc Fase 4) e altre 396.000 persone in condizioni di crisi (Ipc Fase 3). Si stima che le condizioni nel nord di Gaza siano gravi quanto quelle della città di Gaza, se non peggiori”.

Le agenzie denunciano anche che “l’accesso al cibo a Gaza rimane fortemente limitato. A luglio, il numero di famiglie che hanno segnalato fame molto grave è raddoppiato in tutto il territorio rispetto a maggio e più che triplicato a Gaza City. Più di una persona su tre (39%) ha dichiarato di passare giorni interi senza mangiare e gli adulti saltano regolarmente i pasti per sfamare i propri figli. La malnutrizione tra i bambini di Gaza sta aumentando a un ritmo catastrofico. Solo nel mese di luglio, oltre 12.000 bambini sono stati identificati come gravemente malnutriti: il dato mensile più alto mai registrato e un aumento di sei volte rispetto all’inizio dell’anno. Di questi, quasi un bambino su quattro soffriva di malnutrizione acuta grave (SAM), la forma più letale con conseguenze sia a breve che a lungo termine”.

Per consentire operazioni umanitarie salvavita, le agenzie delle Nazioni Unite hanno sottolineato “l’importanza di un cessate il fuoco immediato e duraturo per fermare le uccisioni, consentire il rilascio sicuro degli ostaggi e permettere l’accesso senza ostacoli a un afflusso massiccio di aiuti per raggiungere la popolazione di Gaza”. “Questa carestia è la diretta conseguenza dell’intenzionale campagna israeliana di riduzione alla fame della popolazione della Striscia di Gaza”, dichiara Erika Guevara Rosas, alta direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International.

“Quello che è ancora più terribile è che questa carestia è interamente causata dall’uomo: una catastrofe deliberatamente organizzata e prevenibile. L’intenzionale impedimento all’accesso degli aiuti umanitari, la distruzione di strutture fondamentali per la vita umana e le uccisioni dirette di civili sono una evidente manifestazione di come Israele stia infliggendo deliberatamente alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, parte integrante del genocidio in corso”, ha aggiunto Guevara Rosas.

[Foto: DW]