Israele: Emirati in pressing e Netanyahu non annette la Cisgiordania

Condividi l'articolo sui canali social

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha rinunciato a inserire l’annessione della Cisgiordania nell’agenda della nuova riunione del governo, in programma ieri sera. Lo ha riportato la stampa locale, scrivendo che ciò è diretta conseguenza dell’avvertimento lanciato nelle scorse ore dagli Emirati Arabi Uniti. Per il paese del Golfo, una mossa del genere rappresenterebbe il superamento di una “linea rossa” e metterebbe in discussione gli Accordi di Abramo siglati a Washington nel 2020.

La discussione si è concentrata così «sulla situazione della sicurezza in Cisgiordania in vista della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel corso della quale diversi paesi riconosceranno lo Stato palestinese», ha riportato tra gli altri il Jerusalem Post. Secondo alcune fonti contattate dal quotidiano, durante l’incontro l’apparato di difesa israeliano avrebbe dovuto mettere in guardia l’esecutivo e i ministri competenti sul fatto che la Cisgiordania «potrebbe esplodere da un momento all’altro».

Il primo tema caldo resta la situazione a Gaza, con l’annunciata intensificazione delle operazioni militari di Israele, e il rilascio degli ostaggi prigionieri di Hamas. Il Times of Israel segnala un’intervista dell’attivista palestinese-americano Bishara Bahbah all’agenzia di stampa saudita al-Arabiya. Secondo Bahbah, che ha svolto un ruolo di collegamento tra l’amministrazione Trump e i terroristi, sul tavolo ci sarebbe un’unica proposta finale: il rilascio di tutti gli ostaggi e la conclusione della guerra.

L’Idf ha intanto pubblicato le foto di quelli che Ynet definisce i «sontuosi banchetti» del comandante della Brigata Rafah di Hamas nel tunnel di Gaza. Nelle immagini Muhammad Shabana, ucciso in un raid israeliano a maggio, appare in compagnia della sua famiglia tra «dolci, falafel, patatine fritte e carne alla griglia».

[Fonte e Foto: Moked/Pagine Ebraiche]