Il Papa, “Dio non vuole la guerra, vuole la pace”

“Ai governanti ripeto: ascoltate la voce della coscienza”. E sui nuovi santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis: “invitano i giovani a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro”.
CITTA’ DEL VATICANO – “Dio non vuole la guerra, Dio vuole la pace”. Lo ha esclamato il Papa, nell’Angelus di ieri, al termine della messa per la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, in Piazza San Pietro. “All’intercessione dei santi e della Vergine Maria – le parole di Leone XIV – affidiamo la nostra incessante preghiera per la pace, specialmente in Terra Santa e in Ucraina, e in ogni altra terra insanguinata dalla guerra”.
“Ai governanti ripeto: ascoltate la voce della coscienza”, il suo appello: “Le apparenti vittorie ottenute con le armi, seminando morte e distruzione, sono in realtà delle sconfitte e non portano mai pace e sicurezza”. “Dio non vuole la guerra, Dio vuole la pace”, ha esclamato salutato da un fragoroso applauso della folla sterminata in piazza San Pietro: “E Dio sostiene chi si impegna ad uscire dalla spirale dell’odio e a percorrere la via del dialogo”.
Nell’omelia della messa di canonizzazione, il Pontefice ha detto che “i santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro”.
“Pier Giorgio ha incontrato il Signore attraverso la scuola e i gruppi ecclesiali – l’Azione Cattolica, le Conferenze di San Vincenzo, la FUCI, il Terz’Ordine domenicano – e lo ha testimoniato con la sua gioia di vivere e di essere cristiano nella preghiera, nell’amicizia, nella carità. Al punto che, a forza di vederlo girare per le strade di Torino con carretti pieni di aiuti per i poveri, gli amici lo avevano ribattezzato ‘Frassati Impresa Trasporti’!”, ha ricordato Prevost. Anche oggi, ha aggiunto, “la vita di Pier Giorgio rappresenta una luce per la spiritualità laicale. Per lui la fede non è stata una devozione privata: spinto dalla forza del Vangelo e dall’appartenenza alle associazioni ecclesiali, si è impegnato generosamente nella società, ha dato il suo contributo alla vita politica, si è speso con ardore al servizio dei poveri”.
“Carlo, da parte sua – ha ricordato ancora il Pontefice -, ha incontrato Gesù in famiglia, grazie ai suoi genitori, Andrea e Antonia – presenti qui oggi con i due fratelli, Francesca e Michele – e poi a scuola, anche lui, e soprattutto nei Sacramenti, celebrati nella comunità parrocchiale. È cresciuto, così, integrando naturalmente nelle sue giornate di bambino e di ragazzo preghiera, sport, studio e carità”.
Sui due giovani nuovi santi, papa Leone ha detto quindi “che Pier Giorgio diceva: ‘Intorno ai poveri e agli ammalati io vedo una luce che noi non abbiamo’. Chiamava la carità ‘il fondamento della nostra religione’ e, come Carlo, la esercitava soprattutto attraverso piccoli gesti concreti, spesso nascosti, vivendo quella che Papa Francesco ha chiamato la santità ‘della porta accanto'”.
Ringraziando poi all’Angelus i numerosissimi fedeli, i vescovi e i sacerdoti, le delegazioni ufficiali – presente alla cerimonia anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella – e le altre autorità, il Papa ha voluto aggiungere: “In questo clima, è bello ricordare che ieri la Chiesa si è arricchita anche di due nuovi Beati. A Tallinn, capitale dell’Estonia, è stato beatificato l’Arcivescovo gesuita Edoardo Profittlich, ucciso nel 1942 durante la persecuzione del regime sovietico contro la Chiesa. E a Verszprém, in Ungheria, è stata beatificata Maria Maddalena Bódi, giovane laica, uccisa nel 1945 perché resistette a dei soldati che volevano farle violenza. Lodiamo il Signore per questi due martiri, testimoni coraggiosi della bellezza del Vangelo!”.
[Foto: Vatican Media]