Ucraina: mons. Ryabukha, “il pericolo di un allargamento del conflitto non è più un’opzione utopica, ma un vero rischio”

“La situazione di guerra sta diventando sempre più pericolosa ed imprevedibile… Dobbiamo renderci conto che il pericolo di un allargamento del conflitto ai confini europei non è più un’opzione utopica, ma un vero rischio”. A lanciare il monito, esprimendo “profonda preoccupazione”, è mons. Maksym Ryabukha, esarca della Chiesa greco-cattolica di Donetsk. Solo nelle ultime 36 ore a in un villaggio della sua regione i russi hanno compiuto una “strage di anziani” che si erano messi in fila per la pensione. Il servizio è di M. Chiara Biagioni del Sir.
“La situazione di guerra sta diventando sempre più pericolosa ed imprevedibile… Dobbiamo renderci conto che il pericolo di una guerra mondiale ai confini europei non è più un’opzione utopica, ma un vero rischio”. A lanciare il monito, esprimendo “profonda preoccupazione”, è mons. Maksym Ryabukha, esarca della Chiesa greco-cattolica di Donetsk. La diocesi a lui affidata comprende le regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Dnipropetrovsk. Terre che si trovano a pochi chilometri dal confine russo e dal fronte, dove si combatte per la difesa metro per metro del territorio ucraino. Il vescovo racconta come la situazione in queste zone “è veramente grave. Non riuscendo a prendere le città e i villaggi, i russi bombardano tutto: casa per casa, macchina dopo macchina, villaggio dopo villaggio… Non riuscendo a rompere la resistenza del popolo ucraino, cercano di eliminarlo del tutto. La vita è sempre sotto rischio. Mi domando: quando qualcuno ti deruba la casa, cosa fai? Chiami la polizia e cerchi la difesa, non lasci la tua casa al ladro”.
La notizia dell’attacco russo con droni in Polonia è giunta anche qui. Il vescovo commenta: “l’aggressore non ha nessuna intenzione di fermarsi all’Ucraina e gli attacchi in Polonia lo dimostrano. Si fermerà? Dubito! Purtroppo, se la mente assetata di sangue e potere, non si ferma, fa danni sconvolgenti e irreparabili”. Il vescovo lancia quindi un’esortazione all’Europa: “Guardare senza reagire rafforza il coraggio dell’assassino di procedere nei propri progetti. Oggi non è più il tempo di accontentarlo, sperando che si calmerà. Perché più va avanti e più cresce il desiderio di non fermarsi”. Il vescovo ricorda all’Europa il proverbio: “Chi tace, acconsente”. E avverte: “Il silenzio, il far finta che nulla sia successo, acconsente di procedere avanti, guardando anche all’Europa”.
Il Sir ha contattato l’esarca di Donetsk anche perché nelle ultime 36 ore, a Yarova, uno dei villaggi della sua regione, si è consumata l’ennesima tragedia. Un gruppo di anziani si era radunato per l’arrivo del camioncino postale. Si erano messi in fila quando un caccia russo ha sganciato una bomba a guida laser e li ha colpiti: almeno 25 i morti e 18 i feriti. Le immagini dell’impatto e dei corpi feriti e ammazzati per terra hanno fatto il giro del mondo. Rimarrà per sempre come “la strage dei pensionati”. “Piange il cuore”, dice il vescovo salesiano Ryabukha. “Perché sono persone come me, come i miei cari, importanti e preziosi nella vita della propria famiglia. Una morte insensata, avvenuta solo a causa della mente malata di persone ormai dipendenti dalla mania di uccidere crudelmente”. Il vescovo assicura: “Accompagno con la mia preghiera ed esprimo le mie condoglianze alle famiglie che hanno e stanno perdendo ogni giorno i propri cari in questo massacro terribile del popolo ucraino”.
“E con tutti credo che Dio troverà il modo di fare tacere le armi russe una volta per sempre. Preghiamo tutti per la conversione dei cuori del popolo russo che sta annegando nel sangue degli innocenti che uccide con tanta disinvoltura”.
[Fonte: Sir; Foto: Caritas Italiana]