Il Papa, “la testimonianza dei martiri disarmata ma immortale, profezia della vittoria del bene sul male”

Commemorazione dei martiri del XXI secolo a San Paolo fuori le Mura con le altre Chiese e Comunioni cristiane. “Nonostante la fine delle grandi dittature del Novecento, ancora oggi non è finita la persecuzione dei cristiani, anzi, in alcune parti del mondo è aumentata”. Saluta anche il metropolita Antonij di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca, che gli porta gli auguri e un dono di Kirill.
ROMA – Quella dei martiri testimonianza “piena d’immortalità”, perché “la loro testimonianza “rimane come profezia della vittoria del bene sul male”. E’ uno dei passaggi dell’omelia di papa Leone XIV durante la Commemorazione dei Martiri e Testimoni della Fede del XXI secolo insieme con i Rappresentanti delle altre Chiese e Comunioni Cristiane, di ieri pomeriggio nella Basilica papale di San Paolo fuori le Mura, in occasione della festa dell’Esaltazione della Santa Croce.
Il Pontefice ha dapprima salutato i Rappresentanti delle Chiese Ortodosse, delle Antiche Chiese Orientali, delle Comunioni cristiane e delle Organizzazioni ecumeniche, “che ringrazio per aver accettato il mio invito a questa celebrazione. A tutti voi qui presenti rivolgo il mio abbraccio di pace!”, ha detto.
E sul tema della Commemorazione ha sottolineato che “anche oggi possiamo affermare con Giovanni Paolo II che, laddove l’odio sembrava permeare ogni aspetto della vita, questi audaci servitori del Vangelo e martiri della fede hanno dimostrato in modo evidente che ‘l’amore è più forte della morte'”.
“Con la sua croce – ha affermato papa Leone – Gesù ci ha manifestato il vero volto di Dio, la sua infinita compassione per l’umanità; ha preso su di sé l’odio e la violenza del mondo, per condividere la sorte di tutti coloro che sono umiliati e oppressi”. E “tanti fratelli e sorelle, anche oggi, a causa della loro testimonianza di fede in situazioni difficili e contesti ostili, portano la stessa croce del Signore: come Lui sono perseguitati, condannati, uccisi”
“Sono donne e uomini, religiose e religiosi, laici e sacerdoti, che pagano con la vita la fedeltà al Vangelo, l’impegno per la giustizia, la lotta per la libertà religiosa laddove è ancora violata, la solidarietà con i più poveri – ha osservato -. Secondo i criteri del mondo essi sono stati ‘sconfitti’. In realtà, come ci dice il Libro della Sapienza: ‘Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi, la loro speranza resta piena d’immortalità’ (Sap 3,4)”.
“Nel corso dell’Anno giubilare, celebriamo la speranza di questi coraggiosi testimoni della fede – ha proseguito Prevost -. È una speranza piena d’immortalità, perché il loro martirio continua a diffondere il Vangelo in un mondo segnato dall’odio, dalla violenza e dalla guerra; è una speranza piena d’immortalità, perché, pur essendo stati uccisi nel corpo, nessuno potrà spegnere la loro voce o cancellare l’amore che hanno donato; è una speranza piena d’immortalità, perché la loro testimonianza rimane come profezia della vittoria del bene sul male”.
“Sì, la loro è una speranza disarmata – ha detto ancora -. Hanno testimoniato la fede senza mai usare le armi della forza e della violenza, ma abbracciando la debole e mite forza del Vangelo”.
“Penso alla forza evangelica di Suor Dorothy Stang – ha ricordato Leone XIV -, impegnata per i senza terra in Amazzonia: a chi si apprestava a ucciderla chiedendole un’arma, lei mostrò la Bibbia rispondendo: ‘Ecco la mia unica arma’”. “Penso a Padre Ragheed Ganni, prete caldeo di Mosul in Iraq, che ha rinunciato a combattere per testimoniare come si comporta un vero cristiano – ha aggiunto -. Penso a fratel Francis Tofi, anglicano e membro della Melanesian Brotherhood, che ha dato la vita per la pace nelle Isole Salomone”: “gli esempi sarebbero tanti, perché purtroppo, nonostante la fine delle grandi dittature del Novecento, ancora oggi non è finita la persecuzione dei cristiani, anzi, in alcune parti del mondo è aumentata”.
“Non possiamo, non vogliamo dimenticare. Vogliamo ricordare – ha proclamato il Papa -. Vogliamo preservare la memoria insieme ai nostri fratelli e sorelle delle altre Chiese e Comunioni cristiane. Desidero quindi ribadire l’impegno della Chiesa Cattolica a custodire la memoria dei testimoni della fede di tutte le tradizioni cristiane. La Commissione per i Nuovi Martiri, presso il Dicastero per le Cause dei Santi, adempie a tale compito, collaborando con il Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani”.
Secondo il Pontefice, “l’ecumenismo del sangue unisce i ‘cristiani di appartenenze diverse che insieme danno la vita per la fede in Gesù Cristo. La testimonianza del loro martirio è più eloquente di ogni parola: l’unità viene dalla Croce del Signore’ (XVI Assemblea sinodale, Documento finale, n. 23). Possa il sangue di tanti testimoni avvicinare il giorno beato in cui berremo allo stesso calice di salvezza!”.
“Carissimi, un bambino pakistano, Abish Masih, ucciso in un attentato contro la Chiesa cattolica, aveva scritto sul proprio quaderno: ‘Making the world a better place’, ‘rendere il mondo un posto migliore’ – ha concluso Leone XIV -. Il sogno di questo bambino ci sproni a testimoniare con coraggio la nostra fede, per essere insieme lievito di un’umanità pacifica e fraterna”.
Al termine della Commemorazione dei Martiri e Testimoni della Fede del XXI secolo nella Basilica di San Paolo, Papa Leone XIV ha salutato i rappresentanti delle altre Chiese e Comunioni Cristiane nella Sagrestia e, successivamente, si è trattenuto con i cardinali e le altre personalità presenti nella Sala della Pinacoteca, dove il decano del Collegio Cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re, gli ha rivolto alcune parole di augurio per il suo 70° compleanno. Il Papa – ha fatto sapere la Sala stampa della Santa Sede – ha ringraziato Sua Eminenza, sottolineando la coincidenza con la Festa dell’Esaltazione della Croce: ‘dall’inizio della mia vocazione, ho sempre risposto “non la mia volontà, ma la tua, Signore”’.
Esprimendo l’augurio che l’entusiasmo dei fedeli in quest’Anno Giubilare possa portare frutti per la missione di annunciare il Vangelo, il Papa si è detto felice di festeggiare questo giorno con una celebrazione insieme ai Rappresentanti delle altre Chiese e Comunioni Cristiane e ha invitato a proseguire insieme, “testimoni di unità, carità e speranza”. Dopo un breve brindisi, il taglio della torta e il canto di buon compleanno intonato dai presenti, il Papa è uscito dalla Basilica e si fermato a salutare la folla all’esterno prima di fare rientro in Vaticano.
Tra i presenti alla Commemorazione a San Paolo fuori le Mura e al saluto al Papa anche il metropolita Antonij di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. “Nel successivo colloquio personale con il Primate della Chiesa cattolica romana, il metropolita Antonij ha trasmesso a Papa Leone XIV le congratulazioni e gli auguri di Sua Santità il Patriarca Kirill in occasione del 70° compleanno del Pontefice, da lui celebrato ieri, e gli ha anche consegnato un dono commemorativo”, riferisce il Patriarcato di Mosca.
[Foto: Vatican Media]