Gaza: Amnesty, “la politica economica globale favorisce il genocidio, l’occupazione e l’apartheid di Israele”

Con un rapporto diffuso ieri in occasione del primo anniversario della storica risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 18 settembre 2024, Amnesty international ha denunciato “il ruolo della politica economica globale nel sostenere le gravi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, tra cui il genocidio in corso nella Striscia di Gaza, l’occupazione illegale del Territorio palestinese e un sistema di apartheid contro la popolazione palestinese”.
Nel documento – di cui dà conto il Sir -, Amnesty afferma che Stati, istituzioni pubbliche e aziende private stanno consapevolmente favorendo – o traendo profitto da – crimini internazionali, alimentando un sistema economico che sostiene l’impunità e la devastazione. “È più che giunto il momento di porre fine alla brama di profitto che ha sostenuto l’occupazione illegale e decenni di apartheid. La dignità umana non è un bene di consumo”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, che ha poi accusato la comunità internazionale di “intenzionale inerzia”.
Nel rapporto, Amnesty chiede misure immediate e vincolanti da parte degli Stati: il bando totale delle forniture militari e tecnologiche a Israele; il divieto di commercio e investimenti con aziende coinvolte nell’occupazione o nel genocidio; la cessazione di contratti e disinvestimenti da realtà economiche che traggono beneficio dalle violazioni dei diritti umani.
Tra le 15 aziende citate da Amnesty vi sono multinazionali del settore militare e tecnologico come Boeing, Lockheed Martin, Elbit Systems, Palantir Technologies, Corsight, Caf, Hd Hyundai, Hikvision, oltre all’azienda idrica israeliana Mekorot. Amnesty accusa queste realtà di fornire armi, tecnologie di sorveglianza, mezzi per demolizioni e altri strumenti direttamente impiegati nelle operazioni militari o nell’infrastruttura dell’occupazione israeliana.
“Abbiamo documentato l’uso di bombe Boeing in attacchi illegali che hanno ucciso civili, bambini compresi. Le aziende sanno da dove provengono i loro profitti, ma scelgono di voltarsi dall’altra parte”, ha affermato Callamard. Il rapporto rilancia l’appello agli Stati ad applicare le raccomandazioni della Corte Internazionale di Giustizia, che già nel luglio 2024 ha dichiarato illegale l’occupazione israeliana, ravvisando elementi di apartheid e obbligando Israele al ritiro. Tuttavia, a un anno di distanza dalla scadenza imposta dall’Onu, la risoluzione resta inattuata.
“Il silenzio e l’inazione degli stati – ammonisce Amnesty – rischiano di renderli complici del crimine di genocidio”. L’organizzazione invita infine la società civile a mobilitarsi con azioni pacifiche, pressioni sui governi, boicottaggi mirati e campagne di disinvestimento. “Non possiamo accettare che la sofferenza palestinese venga ignorata un minuto di più”, ha concluso Callamard.
[Fonte: Sir; Foto: Vatican News]