Centrafrica: l’assistenza di sfollati e rifugiati in una terra sia di fuga e sia di rifugio
Il Centrafrica è sia terra di accoglienza di rifugiati sia territorio dal quale fuggono i propri abitanti per cercare salvezza nei Paesi vicini. Questo perché diverse zone centrafricane sono contrassegnate dall’instabilità provocata da gruppi di guerriglia o banditeschi, oppure da mercenari. Gli stessi vicini del Centrafrica a loro volta sono in una situazione di precarietà, come in Sudan, il Sud Sudan e il Ciad.
Dopo diversi anni - riferisce l'agenzia vaticana Fides - sono più di seicentomila i centrafricani in attesa di ritornare nel loro Paese grazie al programma per il loro rimpatrio coordinato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati in collaborazione con il governo di Bangui.
Il programma è iniziato sette anni fa e prevede che nel 2024, verranno gradualmente rimpatriati i rifugiati centrafricani residenti nella Repubblica del Congo, nella Repubblica Democratica del Congo, in Ciad e in Camerun.
Occorre però sostenere il governo centrafricano a sviluppare infrastrutture sociali di base come scuole, centri sanitari, pozzi, per offrire condizioni di vita decorose ai rimpatriati. Per questo “abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Le istituzioni finanziarie, c’è ad esempio anche la Banca Africana di Sviluppo, che è pronta a sostenere il ritorno; lo Stato Centrafricano che deve orientare lo sviluppo verso queste aree per poter accogliere queste persone”, afferma Olivier Fafa, rappresentante dell’UNHCR (Alto Commissariato ONU per i Rifugiati) in Centrafrica.
Allo stesso tempo UNHCR e governo centrafricano sono impegnati a fornire un aiuto duraturo a rifugiati, richiedenti asilo, sfollati interni e rimpatriati, accolti nel Paese. L’UNHCR vuole far sì che i rifugiati siano produttivi all’interno della comunità ospitante e partecipino alla vita economica della Repubblica Centrafricana, distribuendo loro sementi e strumenti agricoli.
Migliaia di profughi hanno cercato asilo nella Repubblica Centrafricana, soprattutto sudanesi, ciadiani. “Quello che stiamo facendo per queste persone è garantire loro libertà di movimento in termini di protezione e documentazione. Oltre all’assistenza protettiva, forniamo articoli per la casa, acqua, alloggi e servizi igienico-sanitari”, afferma l’UNHCR.
La Chiesa cattolica fornisce supporto a migrati, rifugiati, sfollati e vittime della tratta di esseri umani grazie alla Commissione episcopale per i rifugiati e i migranti.
“La Chiesa deve essere vicina ai migranti e ai rifugiati. Molte persone lasciano questo Paese, a volte non è perché lo hanno scelto ma perché costrette e la Chiesa, come madre, non può rimanere ostile ai suoi fratelli e sorelle”, afferma il cardinale Dieudonné Nzapalinga, arcivescovo di Bangui e responsabile della Commissione.
Nel 2023 grazie ai finanziamenti della Commissione cattolica internazionale per i migranti, almeno 542 persone sono state assistite dalla Commissione, grazie a progetti per l'istruzione dei bambini, il sostegno nutrizionale terapeutico per bambini malnutriti, l'organizzazione di laboratori di formazione in salute mentale e sostegno psico-sociale a Bangui, Boda, Bossangoa e Bouar.
(Fonte: Fides; Foto: Nigrizia)