Congo RD: i vescovi, “è paradossale che nell’Ituri dove dal 2021 vige lo stato d’assedio avvengano continui massacri”

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Kinshasa – Un invito ai fedeli a non cedere al panico e un forte richiamo alle autorità dello Stato a prendersi la responsabilità di garantire la sicurezza dei congolesi. Così la Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) ha reagito al massacro compiuto nella chiesa parrocchiale Beata Anuarite la notte fra sabato 26 e domenica 27 luglio a Komanda, nella diocesi di Bunia (provincia dell’Ituri nell’est della Repubblica Democratica del Congo). Una settimana fa nella stessa provincia era stata profanata la chiesa Giovanni da Capistrano di Lopa.

Dopo aver condannato il massacro che ha provocato almeno 30 morti e una decina di feriti, ed aver espresso le loro condoglianze alla vittime – riferisce l’agenzia vaticana Fides -, i Vescovi congolesi affermano che “il nostro sdegno è tanto più acceso perché questo ennesimo massacro è avvenuto in una delle provincie nelle quali da tempo è stato instaurato lo stato d’assedio, rinforzato dalle messa in comune delle forze dell’esercito nazionale congolese (FARDC), di quello ugandese (UPDF) e dei Caschi Blu della Missione ONU nella RDC (MONUSCO)”. Nel maggio 2021 nell’Ituri oltre che nel Nord Kivu è stato infatti imposto lo stato d’assedio con la motivazione di permettere all’esercito di sconfiggere i diversi gruppi armati che da anni seminano morte e distruzione in entrambe le provincie (vedi Fides 7/5/2021).

“È però paradossale – sottolinea la CENCO nella dichiarazione pervenuta all’Agenzia Fides– che proprio in queste provincie avvengano continuamente massacri e rapimenti di persone”.

“È sorprendente che dopo così tanti anni di massacri gravissimi, le autorità competenti per la sicurezza non riescano ancora a identificarne i reali responsabili. Non è stata data nessuna spiegazione plausibile per rassicurare la popolazione” affermano i Vescovi congolesi lasciando intendere che al di là delle sigle con le quali gli autori dei massacri si presentano vi siano interessi inconfessabili. “Questa serie di uccisioni di massa risponde ad un progetto specifico? A chi profittano questi crimini commessi da diversi anni contro cittadini innocenti?”, si chiedono i Vescovi.

L’assalto alla chiesa Beata Anuarite è stato rivendicato dalle Forze Democratiche Alleata (ADF nella sigla inglese), un gruppo originario dell’Uganda, che da decenni si è installato nell’est della RDC, in particolare nel Nord Kivu. Nel 2019 le ADF hanno fatto atto di adesione allo Stato Islamico, accentuando il loro profilo “jihadista”. Ed è proprio sui canali social dello Stato Islamico è giunta la rivendicazione del massacro a Komanda.

Per aiutare l’esercito congolese a lottare con i guerriglieri ADF i militari ugandesi sono intervenuti nell’Ituri, il cui territorio è ricco di risorse a iniziare dall’oro, sfruttato da centinaia di miniere artigianali che sfuggono al controllo delle autorità congolesi. La profanazione della chiesa di Lopa era stata invece attribuita a un gruppo armato non jihadista, il CODECO che è appoggiato dall’esercito congolese.

I Vescovi insistono infine sulla necessità di rilanciare l’iniziativa congiunta della CENCO-ECC (Chiesa di Cristo in Congo), ritenendo che potrebbe contribuire ad arginare la spirale di violenza nella regione.

[Fonte e Foto: Fides]