Congo RD, nuovi attacchi dei jihadisti nell’est. Pax Christi, "insieme per la pace"
Almeno 10 persone uccise e diversi edifici bruciati a seguito di un attacco dei ribelli dell'ADF, nella notte del 3 aprile, nel comune rurale di Mangina, nel territorio di Beni, nella provincia del Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC).
Tra le strutture prese d'assalto dagli aggressori - riferisce l'agenzia vaticana Fides - vi è il locale centro sanitario che è stato parzialmente incendiato così come una decina di case ed edifici commerciali.
Gli abitanti del villaggio non si capacitano su “come gli aggressori abbiano agito con tanta facilità”, in un territorio nel quale sono presenti militari congolesi e ugandesi. ADF (Allied Democratic Forces) è un gruppo ribelle ugandese che da tempo si è insediato nel Nord Kivu e nell’Ituri, terrorizzando le popolazioni locali. Nel 2019 le ADF annunciano la loro affiliazione allo Stato Islamico accentuando la sua connotazione jihadista.
Le violenze dell’ADF (ora noto pure come ISCAP, ovvero Provincia dell’Africa Centrale dello Stato Islamico) hanno fatto sì che quasi trentamila studenti, tra cui undicimila ragazze, non possono più andare a scuola nel territorio di Irumu nell'Ituri e nella zona di Eringeti nel Nord Kivu.
Secondo un'indagine recentemente condotta da una squadra di ispettori scolastici settantanove scuole primarie e secondarie in queste aree sono state chiuse a causa dell’insicurezza. Alcuni degli edifici scolastici sono stati bruciati dai ribelli.
A fine marzo gli abitanti del villaggio di Mamove nel territorio di Beni (Nord Kivu) hanno riferito che dall'ottobre 2023 le ADF hanno ucciso più di 80 persone e ne hanno rapite altre 60. I ribelli inoltre operano sempre più nei quartieri periferici della città di Beni; secondo fonti locali dal 1° al 24 marzo più di 8 attacchi hanno preso di mira la città di Beni, in particolare il comune di Mulekera. Negli attacchi decine di persone sono state brutalmente uccise e molte altre sono scomparse, mentre sono stati saccheggiati diversi beni materiali come i depositi di cacao, uno dei prodotti pregiati dell’area.
Intanto la rivista Mosaico di Pace, promossa dal movimento Pax Christi e fondata da don Tonino Bello, ricorda che contro la guerra nell'est della Repubblica Democratica del Congo si manifesterà sabato 6 aprile a Bruxelles, Ginevra, Milano, Parigi e Roma. Alle 15 in Piazza dell'Esquilino nella capitale e in Piazza Duca d'Aosta (Stazione centrale) a Milano.
"Ne vale davvero la pena - scrive don Tonio Dell'Olio, sacerdote e attivista della nonviolenza -. Per scuotere le coscienze, per dare voce all'eco di dolore delle vittime che stenta a giungere fino a noi, per scoperchiare il velo di ingiustizia e di ipocrisia che copre la vergogna della guerra in Congo".
"Quella nelle regioni del Nord e Sud Kivu è tutt'altro che una guerra lontana da noi perché è vicinissima a noi nei nostri telefonini, nei nostri pc, nelle batterie delle auto elettriche - prosegue -. È uno scandalo che l'Unione Europea abbia firmato un accordo con il Rwanda per incentivare 'l'approvvigionamento trasparente' di quei minerali che la formazione armata M23 (che ha radici proprio in Rwanda) depreda dal Congo con un costo di vite umane, sofferenze, sfruttamento di minori e umiliazioni incalcolabili".
"Per questo invito tutte e tutti a firmare la petizione all'indirizzo https://chng.it/MtcK2JbW - 'No allo scandaloso accordo tra UE e Rwanda sui minerali del Congo!'. Quelle terre non trovano pace da più di 60 anni e gli esperti riferiscono che le vittime siano circa 12 milioni. Facciamo emergere dal silenzio il pianto del Congo", conclude Dell'Olio.
(Photo Credits: Nigrizia)