Senegal: ancora scontri per il rinvio del voto. Il Consiglio dei laici cattolici, “rischi di destabilizzazione”
Tre morti e oltre 250 arresti. È questo il bilancio degli scontri avvenuti lo scorso fine settimane in Senegal contro il rinvio delle elezioni presidenziali in Senegal, deciso il 3 febbraio dal Presidente Macky Sall. Le votazioni dovevano tenersi il 25 febbraio ma dopo l’annuncio del loro rinvio a data da destinarsi da parte del Presidente, l’Assemblea Nazionale ha deciso di posticiparle al 15 dicembre.
Nella capitale Dakar le forze di sicurezza i hanno lanciato gas lacrimogeni e usato granate assordanti contro i manifestanti nella capitale.
Mentre a Dakar sembra essere tornata la calma, gli scontri sono proseguiti a Ziguinchor, capitale della Casamance, contrapponendo decine di giovani, alle forze di sicurezza, che hanno formato posti di blocco e lanciato pietre.
Oltre ai partiti d’opposizione, anche diverse organizzazioni della società civile hanno espresso il loro rifiuto per la posticipazione del voto. Tra queste c’è il Consiglio Nazionale del Laicato del Senegal (CNL) che in una dichiarazione esprime “con amarezza e rammarico, tutto il suo dissenso per questa decisione le cui conseguenze possono condurre il Senegal verso un domani incerto”.
“Questa decisione inedita- prosegue il CNL- in contraddizione con la tradizione democratica leggendaria del Senegal comporta rischi reali d’instabilità e costituisce per la nostra organizzazione una forte preoccupazione”.
“Fedele ai suoi valori di pace e fraternità e nell’interesse superiore della Nazione, il CNL invita il Presidente della Repubblica come tutte la parti politiche al rispetto scrupoloso del calendario elettorale. Le CNL esorta lo Stato e tutte le parti coinvolte nel processo elettorale, in particolare i partiti politici, a lavorare per la pace e la stabilità del Senegal trovando il primo possibile le soluzioni necessarie per organizzare un’elezione trasparente, inclusiva, pacifica e democratica”.
(Fonte e Foto: Fides)