Sud Sudan: i nuovi negoziati di pace proposti a Nairobi non convincono

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Un nuovo ciclo di negoziati di pace tra il governo sud sudanese e il gruppo di opposizione non firmatario (NSOG) è stato avviato lo scorso 3 maggio a Nairobi, Kenya.

Dallo scoppio della guerra civile in Sud Sudan nel 2013, le parti in conflitto hanno cercato la mediazione dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), dell’Etiopia, della Tanzania, del Sudan, dell’Uganda, della Comunità di Sant’Egidio e ora del Kenya. Questi sforzi hanno portato a due principali accordi di pace e a un accordo sull’unificazione del Movimento Popolare di Liberazione del Sudan (SPLM), che devono ancora essere attuati.

La richiesta di questo nuovo intervento, pervenuta dal presidente sud sudanese Kiir e dall’accettazione da parte dell’NSOG del ruolo di mediatore del Kenya, ha fatto seguito alla proposta lanciata lo scorso 22 marzo dal presidente keniota Ruto. Il politico ha condiviso con l’NSOG una roadmap e un progetto di mediazione che prevede una tempistica di 18 mesi da gennaio 2024 a giugno 2025.

Tuttavia, fonti locali dichiarano che non sono tutti convinti di questa mossa del presidente Ruto. Considerando la storia del Kenya di arresti e deportazioni segrete di attivisti a Juba e i suoi significativi interessi commerciali nel Sud Sudan, si chiedono se Ruto sia un mediatore adatto nei processi di pace del Sud Sudan.

In una nota diffusa da Remember Miamingi, esperto sud sudanese di governance e diritti umani, sembra che il Sud Sudan sia ben lungi dal raggiungere la pace, la stabilità o la democrazia. L’iniziativa di Nairobi potrebbe aumentare il numero dei gruppi di opposizione “inattivi” a Juba, ma è improbabile che possa garantire la pace di cui il Sud Sudan ha urgentemente bisogno.

In vista delle elezioni già rimandate e previste per dicembre 2024, il prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, cardinale Michael Czerny, in visita in Sud Sudan, aveva riconfermato la vicinanza del Papa e della Santa Sede al popolo sud sudanese ed rinnovato l’appello ai leader del Paese perché “abbraccino la pace e la stabilità mentre il vostro Paese si incammina verso la transizione democratica”.

Dal canto suo il presidente Kiir ha auspicato che la mediazione dia risultati positivi. “Ci auguriamo che i gruppi di opposizione abbiano una convinzione e un desiderio simili per la pace in Sud Sudan, che, una volta pienamente raggiunta, porterà stabilità eterna e sviluppo economico nella regione”, ha detto.

[Questo articolo è stato pubblicato sul sito di Fides, al quale rimandiamo; Photo Credits: Nigrizia]