Caos e violenze dopo le elezioni in Venezuela. I vescovi, "le giuste richieste si sostengono con mezzi pacifici"
“Come pastori del popolo di Dio seguiamo con attenzione lo sviluppo degli ultimi avvenimenti e vogliamo esprimere a tutti la nostra vicinanza e disponibilità all’accompagnamento pastorale in questi momenti di inquietudine”.
A poco più di 24 ore dal termine delle elezioni presidenziali che hanno fatto ripiombare il Venezuela in un clima di crisi e guerriglia urbana, i vescovi venezuelani uniscono la loro “voce a quella di tutti coloro che dentro e fuori dal Venezuela chiedono un processo di verifica dei verbali di scrutinio, al quale partecipino attivamente e pienamente tutti gli attori politici implicati”, riferisce l'agenzia vaticana Fides.
"La giornata del 28 luglio", si legge in un post pubblicato solo sugli account social della Conferenza episcopale venezuelana (sul sito istituzionale non vi è nessuna nota ufficiale, ndr), “è stata caratterizzata da una partecipazione massiccia, attiva e civica di tutti i venezuelani al processo elettorale. In questo modo abbiamo ratificato la nostra vocazione democratica”.
Una democrazia che rischia di non godere di buona salute viste le controverse legate agli scrutini che hanno riconfermato il presidente Nicolas Maduro con oltre il 51% dei consensi. Accuse di brogli elettorali sono arrivate dai cittadini, dall’opposizione e anche da diversi altri Paesi esteri, come l’Italia, gli Stati Uniti e altre nazioni del Sudamerica. Anche per questo motivo il governo ha espulso gli ambasciatori di Argentina, Cile, Costa Rica, Perù, Panama, Repubblica Dominicana e Uruguay, accusando queste nazioni di “interferenza”, sospendendo i voli per la Repubblica Dominicana e Panama. Anche l’Onu chiede “completa trasparenza” sui risultati del voto.
“Manteniamoci saldi nella speranza”, l’esortazione dei presuli venezuelani che si schierano sì al fianco dei tanti manifestanti che in queste ore stanno protestando nelle strade, dall’altra condannano con fermezza le violenze: “I nostri pensieri e le nostre giuste richieste dobbiamo realizzarle con atteggiamenti pacifici, di rispetto e tolleranza, che hanno regnato fino ad ora”.
Nelle città del Paese, intanto, continuano a vedersi scene di guerriglia urbana. Violenze di piazza e protese avvengono sia a favore che contro la rielezione di Maduro. La leader dell’opposizione Maria Corina Machado, in una conferenza stampa, aveva affermato di aver raccolto “più del 73% dei voti e il nostro presidente eletto è Edmundo Gonzalez” e che è in possesso “delle prove”. Prove, continua Machado, che “saranno rese disponibili a breve attraverso un portale consultabile da tutti".
Le violenze però sembrano non vedere la fine: dall’esito degli scrutini ad oggi si sono registrate 187 proteste in venti Stati su ventitré. Secondo le organizzazioni per i diritti umani oltre 40 sono le persone arrestate. Secondo i dati riportati dall'organizzazione Encuesta Nacional de Hospitales (Enh), rete venezuelana di medici, i morti sono tre e i feriti 44, ma il bilancio potrebbe aumentare.
[Questo articolo è stato pubblicato sul sito di Fides, al quale rimandiamo; Photo Credits: Fides]