Haiti: sempre più persone si rivolgono al Voodoo
Ad Haiti è in corso una grave crisi politica e sociale, con violenti scontri tra la polizia e le bande criminali che vogliono rovesciare il Governo. La crisi è scoppiata dopo l’assassinio del presidente Jovenel Moïse nel 2021 in circostanze sospette e l’annuncio delle dimissioni del presidente ad interim Claude Joseph Henry, l’8 marzo 2024, dopo aver perso gran parte del sostegno internazionale.
Le bande criminali - riferisce la rivista ecumenica Confronti nel numero di settembre - controllano gran parte della capitale Port-au-Prince, dove ci sono stati scontri con la polizia, attacchi alle carceri con evasione di detenuti e paralisi delle principali città. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza e il coprifuoco nella capitale.
Attualmente quasi 2 degli 11,5 milioni di abitanti di Haiti sono sull’orlo della carestia. Secondo le statistiche delle Nazioni Unite, nei primi tre mesi di quest’anno, più di 2.500 haitiani sono stati uccisi o feriti, oltre il 50% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
In mezzo a privazioni e caos, la gente di Haiti si rivolge sempre di più al conforto della religione e, per un numero crescente di persone, il “porto sicuro” è rappresentato dal Vodou (o Voodoo), una religione a lungo bandita e osteggiata. Il Vodou è una religione che presenta forti sincretismi tra Cristianesimo di provenienza cattolica e animismo, rielaborato dalle persone ridotte in schiavitù che dall’Africa occidentale approdavano nel Nuovo mondo.
Il Vodou ha avuto un ruolo cruciale nella liberazione di Haiti, specialmente durante la rivoluzione haitiana (1791-1804), che ha portato all’indipendenza del Paese dal dominio coloniale francese. La cerimonia vodou di Bois-Caïman nel 1791, in particolare, è considerata un evento fondante della rivoluzione, perché è in tale contesto che i leader degli schiavi si riunirono per giurare di combattere i loro oppressori.
Sebbene sia sempre stata parte integrante della cultura di Haiti, la religione Vodou è stata oppressa per oltre due secoli, prima al momento dell’indipendenza, quando i nuovi leader del Paese, insieme alla Chiesa cattolica, condannarono il culto degli spiriti vodou, poi nel 1941, quando i parrocchiani cattolici furono costretti a fare un giuramento di rinuncia al vodou, e infine durante il regime di François Duvalier, noto come “Papa Doc”, che governò dal 1957 al 1971.
Durante questo periodo, il Vodou venne demonizzato e associato a pratiche malefiche. Dopo la caduta di Duvalier, il Vodou è stato riaccolto nel 2003 da Jean-Bertrand Aristide, un prete cattolico che divenne il primo presidente democraticamente eletto di Haiti, e ha continuato a essere una parte importante dell’identità culturale e spirituale del popolo haitiano.
Cecil Elien Isac, un houngan (sacerdote di sesso maschile) di quarta generazione, ha commentato ai microfoni di World Religion News la rinascita del Vodou sulla scia della violenza delle gang e dell’inerzia del governo: «Ogni volta che la comunità ha un grosso problema, viene qui, perché ad Haiti non c’è giustizia. La trovi negli spiriti ancestrali».
La comunità che fa capo a Isac a Port-au-Prince è iniziata con circa otto famiglie, ma oggi conta più di 4.000 persone ad Haiti e all’estero.
[Fonte: Confronti; Photo Credits: Open Encyclopedia of Anthropology]