Il Nicaragua rompe le relazioni diplomatiche col Vaticano

Proprio alla vigilia del decimo anniversario dell’elezione di papa Francesco, il presidente del Nicaragua Daniel Ortega ha ordinato la rottura delle relazioni diplomatiche con il Vaticano, in seguito alle dichiarazioni del Pontefice all’agenzia argentina Infobae, venerdì scorso, in cui Bergoglio ha descritto il regime sandinista come una “rozza dittatura”. Come confermato da Confidencial, il sito gestito dal giornalista in esilio Carlos Fernando Chamorro, la decisione è stata presa poche ore dopo la pubblicazione dell’intervista in cui il Pontefice ha anche paragonato il governo nicaraguense a una “dittatura hitleriana”. Secondo la testata, il rappresentante del regime sandinista presso la Santa Sede avrebbe “comunicato verbalmente” la rottura dei rapporti alla Segreteria di Stato vaticana. Confidencial ha aggiunto che “al rappresentante della Nunziatura a Managua è stata concessa una settimana per lasciare il Paese”.
Il Papa a Infobae, “rozza dittatura”
Nell’intervista a Daniel Hadad, proprietario del portale argentino Infobae, il Papa si è pronunciato sulle difficoltà che vivono oggi il popolo e la Chiesa del Nicaragua, dove è stato espulso il nunzio e vietate le processioni della Settimana Santa, oltre ai continui attacchi contro vescovi e sacerdoti. Francesco ha denunciato la mancanza di equilibrio di chi guida il Paese e in riferimento al vescovo di Matagalpa, monsignor Rolando Álvarez, condannato a 26 anni di carcere, del quale aveva parlato nell’Angelus del 12 febbraio, ha aggiunto: “Abbiamo un vescovo incarcerato. Un uomo molto serio, molto capace. Ha voluto dare la sua testimonianza e non ha accettato l’esilio. È qualcosa che non è in linea con quello che stiamo vivendo, è come portare la dittatura comunista del ‘17 o hitleriana del ‘35, portare quelle stesse qui, no? Sono una sorta di dittature rozze. O, per usare una bella definizione argentina, guarangas (grossolane)”.
Da parte sua, il sito della Santa Sede Vatican News ha scritto nella serata di ieri che “tra il Nicaragua e la Santa Sede si è verificata una sospensione delle relazioni diplomatiche. Lo afferma un comunicato del Ministero degli Esteri nicaraguense. Il governo del Nicaragua ha chiesto alla Santa Sede la chiusura delle rispettive sedi diplomatiche. Non si tratta di una rottura dei rapporti, come avevano annunciato alcuni media”.
Un anno fa l’espulsione del nunzio
Esattamente un anno fa, il 12 marzo 2022, il nunzio apostolico a Managua, monsignor Waldemar Stanisław Sommertag, era stato espulso dal Paese. La Santa Sede aveva ricevuto con grande sorpresa e rammarico la decisione del governo del Nicaragua: “Tale misura appare incomprensibile – sottolineava un comunicato della Santa Sede – perché nel corso della sua missione monsignor Sommertag ha lavorato con profonda dedizione per il bene della Chiesa e del popolo nicaraguense, specialmente delle persone più vulnerabili, cercando sempre di favorire i buoni rapporti tra la Sede Apostolica e le autorità del Nicaragua”.
In un’intervista al quotidiano spagnolo Abc nel dicembre scorso, Papa Francesco rispondendo ad una domanda sulla diplomazia vaticana riguardo al Nicaragua, aveva ribadito che la Santa Sede cerca sempre di salvare i popoli e che la sua arma è il dialogo: “La Santa Sede non se ne va mai da sola. Viene espulsa. Cerca sempre di salvare le relazioni diplomatiche e di salvare ciò che può essere salvato con pazienza e dialogo”.
“La situazione sociale e politica in Nicaragua si è aggravata negli ultimi anni con la repressione violenta di manifestazioni, arresti ed espulsioni. Dopo essere stato agli arresti domiciliari dall’agosto scorso, da un mese è in prigione anche mons. Rolando Álvarez, vescovo di Matagalpa, condannato in modo arbitrario a 26 anni di carcere: di lui non si hanno più notizie”, sottolinea ancora Vatican News.