Stati Uniti: come la tecnologia sta cambiando l’esperienza di fede
L’81% delle congregazioni offre servizi di persona e online attraverso social media come Facebook Live e YouTube. Ne riferisce la rivista ecumenica Confronti nel suo numero di settembre.
All’inizio di questa estate, degli attivisti hanno protestato contro la proposta di demolizione della West-Park Presbyterian, una chiesa storica situata nell’Upper West Side di Manhattan (New York). Uno dei motivi per cui la chiesa faticava a tenere aperte le porte era quello di avere una congregazione composta da sole 12 persone.
Ma storie come questa sono piuttosto comuni: secondo un recente sondaggio del Pew Research Center, riportato in un articolo del Christian Science Monitor, l’impegno di persona nei servizi religiosi è diminuito dal 2019, che ha anche rilevato che "la quota degli adulti statunitensi che affermano di frequentare in genere i servizi religiosi almeno una volta al mese è diminuita in modo modesto ma misurabile» passando
dal 33% nel 2019 al 30% nel 2022.
Inoltre, secondo un rapporto dell’Hartford Institute for Religion Research, la maggior parte delle congregazioni negli Stati Uniti sono piccole e stanno diventando sempre più piccole: con la dimensione media della partecipazione ai servizi di culto settimanali che è scesa da 137 a 65 partecipanti tra il 2000 e il 2020.
Anche per far fronte a questa situazione, sempre più rappresentanti delle varie comunità religiose si sono
rivolte a ChatGPT e a altri sistemi di intelligenza artificiale per interagire con la propria comunità in modi innovativi. In Germania, una chiesa luterana ha recentemente offerto un servizio creato principalmente da un chatbot AI. La gente ha riempito i banchi per ascoltare il servizio sperimentale, guidato da un avatar su uno schermo sopra l’altare.
Se anche prima della pandemia si riscontrava un aumento dell’uso di elementi tecnologici, la pandemia
ha accelerato queste tendenze e oggi negli Stati Uniti il 73% delle chiese ora offre servizi ibridi, con offerte a distanza e di persona. Di queste congregazioni, l’81% prevede di continuare a offrire un mix di servizi di persona e online per il prossimo futuro, utilizzando i social media come Facebook Live e YouTube.
(Fonte: Confronti - Foto: Avvenire)