Usa 2024: attentato a Trump, di nuovo
Il secondo fallito attentato a Donald Trump riaccende le polemiche sul Secret Service e fornisce l’ennesimo colpo di scena in una delle campagne presidenziali più drammatiche della recente storia politica degli Stati Uniti. Questo il focus di Alessia De Luca per l'ISPI.
L’Fbi ha confermato di stare indagando su “quello che appare come un tentato omicidio” ai danni di Donald Trump. L’episodio risale a ieri, quando uomini del Secret Service, l’agenzia federale che si occupa di garantire sicurezza di presidenti ed ex presidenti, hanno sparato ad un uomo armato che si era introdotto nel campo da golf in cui stava giocando il tycoon, poco distante dalla sua tenuta di Mar-a-lago, in Florida. Stando alle prime ricostruzioni fornite dalle autorità locali, l’uomo avrebbe puntato un fucile verso l’ex presidente attraverso la recinzione della tenuta, a una distanza di circa 350 metri. Gli agenti si sono accorti della canna dell’arma e hanno aperto il fuoco. Trump è rimasto illeso. Nel punto in cui l’assalitoresi era posizionato tra i cespugli, gli agenti hanno trovato un fucile AK-47 con un mirino, due zaini e una telecamera GoPro. Il sospetto attentatore ha tentato una rocambolesca fuga a bordo di un’auto intercettata e fermata poco dopo. Si chiama Ryan Wesley Routh, 58 anni, è residente alle Hawaii e ha numerosi precedenti penali. Il suo è il secondo attentato nei confronti del candidato repubblicano dopo quello di Butler, in Pennsylvania, quando il 13 luglio scorso durante un comizio Trump era stato raggiunto da un proiettile che per pochissimo non lo ha ucciso, riportando una ferita a un orecchio. In quel caso l’attentatore – il ventenne Thomas Mattew Croocks – fu ucciso dagli agenti, mentre un pompiere che sedeva tra il pubblico rimase ucciso e altre due persone furono gravemente ferite.
Cosa c’entra l’Ucraina?
Poche ore dopo l’arresto è emerso che l’attentatore era stato intervistato dal New York Times nel 2023 per un articolo sugli americani partiti volontari per sostenere lo sforzo bellico in Ucraina. Routh, che non aveva alle spalle alcuna esperienza militare, ha detto di essersi recato nel paese dopo l’invasione russa del 2022 per reclutare soldati da mandare al fronte. Fonti militari di Kiev hanno confermato che l’uomo aveva contattato l’esercito ucraino più volte nel tentativo di fornire mercenari stranieri per la causa, ma che le sue offerte non erano state prese in considerazione perché del tutto inverosimili. Funzionari della legione straniera ucraina hanno aggiunto che l’uomo avrebbe manifestato “idee deliranti”. In queste ore, diverse fonti di stampa hanno avanzato l’ipotesi che all’origine di gesto di Routh possa esserci un collegamento con il fatto che si professi un fervente sostenitore della causa ucraina. Nel corso del recente dibattito contro Kamala Harris, infatti, Trump ha sostenuto che se sarà rieletto porrà fine alla guerra in Ucraina, ma senza dichiararsi a favore della vittoria di Kiev. Dal canto suo, il governo di Kiev non ha espresso commenti, mentre il presidente Volodymyr Zelensky ha detto di essere contento che Trump sia “sano e salvo”.
Interrogativi sul Secret Service?
All’indomani del fallito attentato si moltiplicano gli interrogativi sull’affidabilità del Secret Service, l’Agenzia federale deputata a proteggere i leader politici del paese, le loro famiglie ma anche i capi di Stato o di governo in visita. Due attentati ai danni di un candidato alla presidenza degli Stati Uniti, infatti, non sono solo un fatto senza precedenti, ma anche l’indicatore di un possibile vulnus nei meccanismi di protezione di uno degli uomini più in vista del paese. Nonostante l’aumento delle misure di sicurezza – ampliate dopo l’attentato di Butler – il fatto che un uomo armato sia riuscito a portare un fucile semiautomatico a poche centinaia di metri di distanza dall’ex presidente, mette in luce quanti problemi siano rimasti irrisolti e quanto sia difficile per i servizi segreti rispondere a un ambiente politico imprevedibile e sempre più violento. Alla luce del secondo grave tentativo di aggressione ai danni di Trump, una figura politica estremamente divisiva, fonti vicine al Servizi segreti hanno riferito al NewYork Times che il ministero degli Interni dovrebbe seriamente considerare l’ipotesi di portare la sua protezione a livello di quella del presidente e del vicepresidente in carica, almeno fino alla fine della Campagna elettorale.
Possibili conseguenze sulla campagna?
Subito dopo la notizia del presunto attentato il presidente Joe Biden e la sua vice e candidata democratica per la Casa Bianca, Kamala Harris, si sono detti sollevati che l’ex presidente sia rimasto illeso. Entrambi hanno ribadito che “non c’è posto per la violenza politica negli Stati Uniti”. Con il passare delle ore però quello che in molti si domandano è: che effetto avranno gli eventi di West Palm Beach sulla campagna elettorale in corso? E come reagirà l’elettorato di un paese con una lunga scia di assassini politici alle spalle nel vedere un ex presidente preso di mira non una ma due volte in meno di tre mesi? A poco più di sette settimane dalle elezioni del 5 novembre, il secondo incredibile attentato contro Trump potrebbe ancora una volta riaprire una corsa presidenziale combattuta sul filo del rasoio e aiutare il candidato repubblicano a voltare pagina dopo la cattiva performance al dibattito presidenziale, che sembra aver dato nuovo slancio all’avversaria. Alcuni degli assistenti e degli alleati di Trump sono stati rapidi a reagire. Come la rappresentante al Congresso Elise Stefanik, la quale ha affermato che gli americani ora “devono unirsi intorno a Donald Trump” e “chiedersi come sia stato possibile che un assassino gli si sia avvicinato così tanto, di nuovo?”. E se l’impatto a lungo termine di quanto accaduto nelle ultime ore è difficile da misurare, è fuor di dubbio che l’evento costituisce l’ennesimo colpo di scena in una delle campagne presidenziali più drammatiche e caotiche della recente storia politica statunitense.
Il commento di Mario del Pero, ISPI e Sciences Po
“Questo nuovo tentativo di attentato a Trump inietta una dose supplementare di tossicità in una campagna elettorale di suo già avvelenata ben oltre i livelli di guardia. In un paese contraddistinto da una polarizzazione radicale e, nell’ultimo decennio, da una crescita esponenziale degli atti di violenza politica, quanto accaduto ieri in Florida alimenterà ancor più dietrologie e teorie della cospirazione, di una parte come dell’altra. Di fronte a un altro apparente fallimento dei servizi di sicurezza, assisteremo quasi inevitabilmente a una crescita ulteriore della diffusa sfiducia verso gli apparati federali e chi li guida”.
[Questo articolo di Alessia de Luca è stato pubblicato sul sito dell'ISPI, al quale rimandiamo; Photo Credits: ISPI]