Giappone: la pace sotto e sopra la nube atomica, il dialogo tra i nipoti di un hibakusha e di un militare Usa 

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Un libro dà speranza: lo hanno scritto Harada e Beser, nipoti di due uomini che hanno vissuto l’atomica su fronti opposti. Ne parla Massimo Succi sul Sir.

“La pace di Cristo non è il silenzio dopo il conflitto, né il risultato della sopraffazione, ma un dono che guarda alle persone e ne riattiva la vita. Preghiamo per questa pace, che è riconciliazione, perdono, coraggio di voltare pagina e ricominciare”. Non sappiamo se queste parole, pronunciate da Papa Leone XIV il 14 maggio durante il Giubileo delle Chiese orientali, siano mai giunte all’orecchio di Kosuzu Harada e Ari Beser, nipoti di due uomini che vissero da fronti opposti la tragedia atomica, ma certamente le hanno sperimentate come testimoniano le loro vite. Lei, giapponese di 51 anni, nipote di Tsutomu Yamaguchi, lui, americano di 37, nipote di Jacob Beser. hanno scelto il dialogo invece del risentimento per costruire un ponte fatto di ascolto, memoria e impegno.

Yamaguchi, residente a Nagasaki, si trovava a Hiroshima per lavoro il 6 agosto 1945, quando fu sganciata la prima bomba atomica. Sopravvissuto, riuscì a raggiungere la famiglia a Nagasaki, dove il 9 agosto fu testimone e sopravvissuto anche al secondo attacco. È l’unico ‘hibakusha’ ad essersi salvato da entrambi i bombardamenti. Per decenni rimase nel silenzio per le discriminazioni che nel dopoguerra circondavano i superstiti dell’atomica. Solo a 90 anni, tre prima della morte nel 2010, scelse di parlare della sua tragica esperienza.

“Non volevo che le future generazioni passassero quello che ho passato io”. Oggi Kosuzu, scrittrice e traduttrice, ne custodisce la memoria e si è fatta portavoce del suo messaggio di pace. Sul fronte opposto, Jacob Beser fu invece l’unico militare americano presente su entrambi i B-29 che bombardarono le due città nipponiche. Era l’ufficiale responsabile dei radar e dei dispositivi di sicurezza delle bombe. Difese pubblicamente la scelta del suo Paese, definendola “necessaria per porre fine alla guerra”. Il nipote Ari, cresciuto con il ricordo del nonno come “eroe della Seconda Guerra Mondiale”, sentì da adulto l’urgenza di ascoltare anche l’altra parte. Visitò Hiroshima e Nagasaki, intervistò sopravvissuti e familiari. “Dire ‘Mi dispiace’ non basta – ha spiegato   – è mio dovere trasmettere le voci degli *hibakusha* e far sì che le loro storie raggiungano il pubblico americano”.

Nel 2013 incontrò la famiglia di Yamaguchi e conobbe la nipote Kosuzu Harada. “Quando ci contattò, la mia famiglia fu sorpresa – ha raccontato Harada – Ci chiedevamo cosa volesse sapere”. Da quell’incontro è inaspettatamente nata un’amicizia e una collaborazione che dura da ormai oltre dieci anni. Durante un simposio a Tokyo, Kosuzu disse: “La pace non comincia con gli accordi tra governi, ma con il legame umano”. E Ari affermò in un’intervista del 2023: “L’ascolto senza giudizio è il primo passo verso la pace”.

Queste loro convinzioni sono sviluppate nel libro scritto a quattro mani: “Kinokogumo no Ue to Shita no Monogatari: Magotachi no Katto to Kiseki” (“Storie sopra e sotto il fungo atomico: i conflitti interiori e i percorsi dei nipoti”), pubblicato a luglio in Giappone. L’opera unisce le loro vite parallele, senza cercare colpevoli, ma riconoscendo il dolore dell’altro e assumendo una responsabilità comune per promuovere la pace. “Abbiamo intrecciato le storie dei nostri nonni, uomini che si trovavano uno sotto e uno sopra la nube atomica, per trasmettere un messaggio di pace al mondo – ha dichiarato Ari Beser -. Mi chiedo spesso: come avrebbe reagito Tsutomu Yamaguchi sapendo che la sua storia si sarebbe incrociata con quella di Jacob Beser?”. Kosuzu ha confidato: “Scrivere il libro con Ari mi ha aiutata a trasformare ricordi dolorosi in forza”. E rivolgendosi a lui, ha concluso: “Lo dico a te, Ari: grazie per essere venuto a incontrarmi con coraggio e determinazione”.

Parole che richiamano ancora il Papa e il suo discorso ai Vescovi italiani: “La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione”. Prossimo impegno comune di Harada e Beser sarà il Simposio del 2 agosto a Tokyo dal titolo “La strada verso l’abolizione delle armi nucleari: 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, costruire il futuro”.

[Fonte e Foto: Sir]