Il Papa porta a Vanimo un carico di farmaci e beni di prima necessità

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Il suo appello, “cessino le violenze tribali in Papua Nuova Guinea”.

PORT MORESBY, 07 SET – Nella sua visita di alcune ore di domani nella cittadina di Vanimo, nel nord di Papua Nuova Guinea, papa Francesco porterà con sé in aereo otto valigie piene di farmaci e di beni di prima necessità destinati ai poveri e ai bambini del posto e ai missionari che lì prestano il loro servizio.

Le valigie, apprende l’ANSA, sono state preparate circa un mese fa in Italia dal missionario argentino Alejandro Diaz. In origine in tutto erano 10, del peso di circa 35 kg ciascuna, e due sono state già portate a Vanimo dallo stesso padre Diaz al suo rientro. Le altre otto sono state prese in consegna da un collaboratore del Pontefice, in vista di essere trasportate da Roma e consegnate a destinazione in occasione della visita papale di domani. Un gesto che conferma il desiderio di Francesco di aiutare in qualsiasi modo sia le comunità locali, sia il clero missionario che opera al loro fianco.

Intanto oggi a Port Moresby il Papa ha incontrato il governatore generale del Paese, Sir Bob Bofend Dadae, e le autorità e la società civile papuane. Per ora Francesco non ha raccolto la richiesta esplicita formulatagli dal governatore durante l’incontro di farsi parte attiva nella lotta ai mutamenti climatici e all’innalzamento degli oceani, problema molto grave e sentito “nelle isole remote della Papua Nuova Guinea e nel Pacifico”. A questo tema, infatti, non ha fatto cenno nel suo discorso.

Ha invece subito raccolto la sollecitazione di Dadae sulla volontà di difendere il ruolo delle donne nella società. “Sono loro a portar avanti un Paese. Le donne hanno la forza di dare vita, di costruire, di far crescere un Paese. Non dimentichiamo le donne, che sono al primo posto nello sviluppo umano e spirituale”, ha infatti affermato.

Ma il principale richiamo il Pontefice lo ha lanciato su una questione drammatica per il Paese a stragrande maggioranza cristiana – i cattolici sono il 30,6% – affacciato sul Pacifico: i sanguinosi conflitti tribali. “Auspico che cessino le violenze tribali, che causano purtroppo molte vittime, non permettono di vivere in pace e ostacolano lo sviluppo – ha detto -. Faccio pertanto appello al senso di responsabilità di tutti, affinché si interrompa la spirale di violenza e si imbocchi invece risolutamente la via che conduce a una fruttuosa collaborazione, a vantaggio dell’intero popolo del Paese”.

Le valigie che domani il Pontefice trasporterà con sé in aereo a Vanimo contengono diversi tipi di farmaci necessari soprattutto ai bambini che vivono nella giungla in quella regione. Poi cibi e attrezzi e suppellettili da cucina e per la casa, impossibili da trovare ‘in loco’ e necessari ai missionari per la conservazione degli alimenti dal deperimento e dall’azione degli insetti. Non mancano anche giocattoli per i bambini e indumenti per i chierichetti.

Padre Diaz, 51 anni, monaco dell’Istituto del Verbo Incarnato, è missionario da un anno nel villaggio di Wutung: Bergoglio conosce bene l’allora parroco fin da quando era cardinale a Buenos Aires, e ora ha voluto a tutti i costi la tappa a Vanimo (150 mila abitanti, di cui circa 45 mila cattolici), avendo tra l’altro già aiutato molto in passato la realtà locale tramite la missione.
Il contesto naturale del posto, fra l’altro, è a dir poco lussureggiante: le foreste di mangrovie che circondano la città sono considerate tra le più belle del mondo.

Il Papa, che volerà da Port Moresby a Vanimo con un aereo militare messo a disposizione dalle autorità australiane, domani alle 15.30 locali (le 7.30 in Italia) incontrerà i fedeli della diocesi nella spianata antistante la Cattedrale della Santa Croce: almeno un migliaio gli indigeni già confluiti appositamente dalla foresta pluviale. Quindi alle 16.50 locali (le 8.50 italiane) avrà un incontro privato con un gruppo di missionari nel vicino villaggio di Baro, presso la Holy Trinity Humanistic School, prima del rientro nella capitale.

Un esempio, quello di domani, proprio di quell’attenzione che Francesco oggi, nell’incontro al santuario mariano retto dai salesiani, ha chiesto ai vescovi e al clero: alle “periferie di questo Paese”. “Penso alle persone appartenenti alle fasce più disagiate delle popolazioni urbane, come anche a quelle che vivono nelle zone più remote e abbandonate, dove a volte manca il necessario – ha spiegato -. E ancora a quelle emarginate e ferite, sia moralmente che fisicamente, dal pregiudizio e dalla superstizione, a volte fino a rischio della vita”. “A questi fratelli e sorelle la Chiesa desidera essere particolarmente vicina, perché in loro Gesù è presente in modo speciale”, ha assicurato il Pontefice.

[Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’ANSA; Photo Credits: Vatican Media]