A. Riccardi, "conviene agli ucraini creare un conflitto religioso interno?"
Editoriale su 'Famiglia Cristiana' dopo il bando di Zelensky alla Chiesa ortodossa.
"Il 20 agosto il Parlamento ucraino ha messo al bando la Chiesa ortodossa ucraina che non ha rotto il legame spirituale con il patriarcato di Mosca… È un precedente pericoloso per ogni comunità religiosa, che coltiva legami internazionali. E poi, dal punto di vista ucraino, conviene in una situazione di guerra introdurre un conflitto religioso tra cittadini". Lo chiede lo storico Andrea Riccardi in un editoriale pubblicato sul numero di Famiglia Cristiana in edicola da domani, giovedì 29 agosto.
Riccardi descrive con precisione la situazione della Chiesa ortodossa in Ucraina: la Chiesa messa al bando "guidata dal metropolita Onufry, conta 9.000 parrocchie: è accusata di essere filorussa e di collaborare con i russi, nonostante la guerra. In realtà gode di uno statuto di ampia autonomia e si è dichiarata indipendente, pur preservando il legame spirituale con il Patriarcato di Mosca. Nella liturgia, non viene più ricordato il nome del patriarca Kirill. La nuova legge pretende entro nove mesi una chiarificazione del rapporto con Mosca e spinge le parrocchie ad entrare nell'altra Chiesa ortodossa, anche se la posizione ufficiale di Onufry è stata di condanna dell'aggressione ucraina. C'è un'altra Chiesa ortodossa, diretta dal metropolita Epifanio, con 8.500 parrocchie, che ha ricevuto il tomos di autocefalia (di autogoverno) dal patriarca Bartolomeo di Costantinopoli" e avversata dal patriarca Kirill.
"Il provvedimento contro la Chiesa ortodossa (legata a Mosca)", continua Riccardi, "trova consenso nel patriottismo di un Paese aggredito dai russi. Viene motivata con il fatto che un'organizzazione religiosa non può dipendere da un ente con sede in un Paese in guerra con l'Ucraina. Certo, se esistono problemi di collusioni con i russi, l'Ucraina può certamente intervenire sui casi accertati. Ma sorgono vari dubbi, se la nuova legge non limiti la libertà religiosa… È un precedente pericoloso per ogni comunità religiosa, che coltiva legami internazionali. E poi, dal punto di vista ucraino, conviene in una situazione di guerra introdurre un conflitto religioso tra cittadini?".
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