“Droni a corto raggio”. Secondo le Nazioni Unite sono diventati “una delle armi più letali in Ucraina”

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Sebbene individualmente meno distruttivi dell’artiglieria o dei missili, la portata e la crescente frequenza degli attacchi, hanno reso i “droni a corto raggio” “una delle armi più letali in Ucraina”. E’ quanto emerge da un Report pubblicato dalla Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina (Hrmmu). Il numero di vittime civili causate da droni a corto raggio è aumentato costantemente tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, per poi raddoppiare improvvisamente a luglio 2024 e raggiungere un livello record nel mese di aprile 2025, con 42 morti e 283 feriti. Ne riferisce M. Chiara Biagioni sul Sir.

La minaccia in Ucraina ha un nome: “droni a corto raggio”. Sebbene individualmente meno distruttivi rispetto all’artiglieria o ai missili, la loro portata e la crescente frequenza degli attacchi, hanno reso i droni a corto raggio “una delle armi più letali in Ucraina”. E’ quanto emerge da un Report pubblicato dalla Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina (Hrmmu) secondo il quale gli attacchi con droni a corto raggio hanno ucciso almeno 395 civili e ne hanno feriti 2.635 tra febbraio 2022 e aprile 2025. Il dato però più preoccupante è l’andamento degli attacchi: da informazioni verificate da dalla Missione delle Nazioni Unite, il numero di vittime civili causate da droni a corto raggio è aumentato costantemente tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, per poi raddoppiare improvvisamente a luglio 2024 e raggiungere un livello record nel mese di aprile 2025, con 42 morti e 283 feriti.

Queste armi colpiscono ovunque: gli operatori che guidano i droni – si legge nel Rapporto – hanno preso di mira civili che guidavano auto private, prendevano l’autobus, camminavano all’aperto, andavano in bicicletta, fornivano assistenza umanitaria o evacuavano civili e viaggiavano su ambulanze chiaramente segnalate. La maggior parte dei droni a corto raggio è dotata di telecamere di bordo che forniscono agli operatori una visione in tempo reale dei potenziali bersagli. Da qui le Nazioni Unite avanzano un sospetto: “L’elevato numero di vittime civili a seguito di attacchi con droni suggerisce che queste armi siano state impiegate in modo da violare il diritto internazionale umanitario, in particolare i principi di distinzione e precauzione”. “In alcuni casi, gli operatori di droni sembrano aver intenzionalmente attaccato civili o obiettivi civili, inclusi mezzi di trasporto e personale medico, il che costituirebbe un crimine di guerra”.

“Con telecamere di bordo in grado di distinguere i civili dai combattenti in tempo reale, questi droni dovrebbero offrire una maggiore protezione ai civili”, afferma Danielle Bell, responsabile dell’Hrmmu. “Invece, ciò a cui stiamo assistendo è l’uccisione e il ferimento di civili impegnati nella vita quotidiana: in autobus, a piedi, a consegnare cibo o a fornire aiuti umanitari salvavita. È chiaro che queste armi non vengono utilizzate in conformità con le leggi di guerra”.  Le oltre 3.000 vittime civili – e l’incessante frequenza di questi attacchi – non solo hanno causato immense sofferenze umane, ma hanno anche instillato paura, sconvolto gravemente la vita quotidiana e paralizzato l’accesso ai servizi essenziali in diverse comunità in prima linea.

Gli attacchi con i droni hanno continuato a uccidere e ferire civili anche negli ultimi due mesi di maggio e giugno e la stragrande maggioranza delle vittime è stata causata da attacchi russi nel territorio controllato dall’Ucraina. Più recentemente, il 23 giugno, un autista di 65 anni è stato ucciso a Kostiantynivka, nella regione di Donetsk, quando un drone ha colpito un minibus. Il 22 maggio, una donna di 58 anni, volontaria locale, è stata uccisa in un villaggio in prima linea nella regione di Kharkiv quando un drone ha sganciato una munizione sul balcone di un edificio residenziale di due piani. Il 20 maggio, sei civili – tre uomini e tre donne – sono rimasti feriti nel distretto di Dniprovskyi, nella regione di Kherson, quando un drone ha sganciato un ordigno esplosivo sull’autobus su cui viaggiavano.

L’elevato numero di attacchi con droni a corto raggio ha inoltre aggravato la già critica situazione umanitaria lungo la linea del fronte. Gli attacchi hanno costretto i residenti a limitare drasticamente i loro spostamenti, impedendo l’accesso a beni essenziali, tra cui cibo, e servizi come l’assistenza medica, e compromettendo i mezzi di sussistenza. In alcune zone, tra cui alcune zone della città di Kherson, il trasporto pubblico è stato limitato o interrotto a causa di problemi di sicurezza legati ai droni. Gli anziani e le persone con disabilità sono stati colpiti in modo sproporzionato, poiché tendono a rimanere nelle aree di prima linea e spesso già si trovano ad affrontare difficoltà di mobilità. I ​​dipendenti pubblici, il personale sanitario, le ONG umanitarie e gli addetti alle riparazioni comunali hanno dovuto limitare le attività e l’assistenza necessarie in alcune aree. La Missione Onu in Ucraina lancia quindi un monito: “Ognuno di questi attacchi deve essere indagato”, ha dichiarato Bell. “E i responsabili che hanno preso di mira civili e personale umanitario, devono essere chiamati a risponderne”.

[Fonte: Sir; Foto: Forum Diplomatico]