I russi rimpatriano ragazzo ucraino, Mosca ringrazia il card.Zuppi

ROMA, 20 NOV – Esiste un “meccanismo” tra Kiev e Mosca per il rimpatrio dei minori ucraini deportati in Russia, avviato grazie ai buoni auspici del cardinale Matteo Maria Zuppi, inviato di pace e per scopi umanitari del Papa nei due Paesi. E questo meccanismo, di cui finora le parti non avevano mai parlato pubblicamente, comincia a produrre risultati. Lo spiega oggi online il quotidiano cattolico Avvenire, parlando del fatto che ieri le autorità ucraine e quelle russe hanno comunicato la notizia del ritorno in patria del giovane Bogdan Ermokhin, originario di Mariupol e trasferito lo scorso anno dalle autorità di occupazione in territorio russo, quindi convocato per l’arruolamento nell’esercito di Mosca.
Una delle storie che avevano tenuto col filo sospeso l’Ucraina, e anche un dramma nel dramma, perché il ragazzo, che non aveva compiuto 17 anni quando nella città dell’acciaieria Azovstal infuriava la battaglia, rischiava di essere mandato a combattere contro i suoi connazionali ucraini.
L’avvocato Ekaterina Bobrovskaya, che rappresenta gli interessi di Bogdan e di sua sorella Valeria, aveva spiegato che il ragazzo avrebbe dovuto presentarsi davanti a un ufficio di registrazione e arruolamento militare nella regione di Mosca entro il prossimo dicembre, dal momento che sta per compiere 18 anni. Il giovane, che era stato affidato a una famiglia russa, aveva anche tentato la fuga cercando di rientrare in Ucraina, ma è stato fermato alla frontiera.
L’adolescente, rimasto senza genitori all’età di 8 anni e affidato alle istituzioni locali – ricorda Avvenire -, era stato portato via da Mariupol insieme ad altri 30 minorenni. Le autorità russe avevano parlato di “ragazzi di strada” abbandonati dalle istituzioni ucraine e che l’esercito di Mosca “raccoglieva negli scantinati”.
Oltre un anno dopo, Bogdan ha ora riabbracciato la sorella. I due però non intendono tornare a Mariupol, rimasta sotto il controllo delle forze russe. Il commissario ucraino ai diritti dell’infanzia, Dmytro Lubinets, nel confermare gli sforzi per negoziare il rientro dei minorenni ha assicurato che verrà trovata una soluzione per chiunque non ha più una casa, grazie al lavoro dei organizzazioni umanitarie e centri do accoglienza in tutta l’Ucraina.
Nei suoi colloqui di “diplomazia umanitaria” affidatagli dal Papa, sia a Kiev che a Mosca (oltre che a Washington e Pechino), Zuppi ha insistito sulla necessità di sviluppare un meccanismo per il rientro dei bambini ucraini. Al momento sono circa 500 i minorenni rimpatriati grazie al lavoro di varie organizzazioni.
Il ritorno a casa di Bogdan è stato salutato in Ucraina come il segno di una speranza concreta, mentre si continua a lavorare per il rientro di altre decine di bambini.
Anche in Russia è stata data attenzione al ricongiungimento del ragazzo con la sorella. Maria Lvova-Belova, la commissaria russa ai diritti dell’infanzia, annunciando la riconsegna di Bogdan Ermokhin alla sorella, con un viaggio attraverso la Bielorussia per poi raggiungere l’Ucraina, ha voluto ringraziare per la partecipazione al processo di ricongiungimento anche il cardinale Zuppi e la diplomazia vaticana, che senza clamore ma con costanza lavorano per favorire il rimpatrio dei minori ucraini.
(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’ANSA; Foto: Ombudsman of Ukraine)