Il Papa, “in Ucraina guerra crudele, tanti bimbi spariti”

CITTÀ DEL VATICANO, 23 AGO – Anche oggi, nell’udienza generale in Sala Nervi, papa Francesco non ha perso l’occasione per richiamare ancora a pregare per la “martoriata Ucraina” e a lanciare un suo nuovo appello di pace. Lo ha fatto dapprima salutando i pellegrini polacchi che , ricordando loro l’imminente solennità della Beata Vergine Maria di Czestochowa, ha incoraggiato a testimoniare “concretamente l’amore verso il prossimo, in particolare alla popolazione ucraina che soffre per la guerra”.
Poi, proprio al termine, durante il saluto ai pellegrini italiani, e rivolgendosi in particolare il suo pensiero ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli, ha aggiunto: “Fratelli e sorelle, preghiamo per i nostri fratelli e sorelle ucraini: soffrono tanto. La guerra è crudele! Tanti bambini spariti, tanta gente morta. Preghiamo, per favore! Non dimentichiamo la martoriata Ucraina. Oggi è una data significativa per il loro Paese”.
“L’esempio dell’apostolo San Bartolomeo, la cui festa celebreremo domani, vi aiuti ad essere sinceri testimoni di Gesù e a sopportare con fede le sofferenze, pensando a quelle patite dagli apostoli del Vangelo – ha osservato il Pontefice -. All’intercessione di San Bartolomeo affidiamo anche la cara Ucraina, così duramente provata dalla guerra”.
Gli appelli di Francesco per l’Ucraina sono ormai innumerevoli, ma proprio con quel suo “la guerra è crudele, tanti bambini spariti” il Papa ha toccato oggi uno dei nodi centrali della missione di pace da lui affidata al cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei.
La questione umanitaria, sia per il Papa che per il suo emissario – che dopo le tappe a Kiev, Mosca e Washington è in attesa ora a recarsi anche a Pechino -, resta una delle strade per aprire eventuali canali di dialogo e allentamento delle tensioni e possibili vie verso una fine del conflitto armato.
E al centro dell’iniziativa di pace del Papa, e dei colloqui avuti finora da Zuppi nelle diverse tappe della sua missione, c’è proprio il nodo dei bambini ucraini deportati in Russia dalle zone occupate, per i quali si cerca di favorire un ritorno in patria. Risultato che, dopo un anno e mezzo di guerra, non potrebbe non segnare una fase di distensione.
Sono aspetti che Zuppi ha ribadito in questi giorni, in occasione del suo intervento a Rimini all’apertura del Meeting per l’amicizia fra i popoli. “L’incarico della missione voluta da papa Francesco è aiutare tutto quello che può aiutare la pace, umanizzare un’esperienza che uccide l’uomo. Anche il ritorno di un solo bambino ucraino nella sua casa è un modo per affermare la pace e sconfiggere la logica della violenza”, ha detto nell’intervista di domenica a Ilsussidiario.net.
Si tratta dunque di “un metodo di realtà”: “Usare tutti gli spazi possibili per tessere la trama della pace che la guerra ha lacerato”. E alla domanda se sia ottimista, Zuppi ha risposto: “Ho speranza. Lo sappiamo: l’ottimismo è credere che andrà tutto bene. La speranza è consapevolezza delle difficoltà che ci sono e affrontarle, lottare credendo che alla fine la pace deve vincere”.
(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’ANSA – Foto: Vatican News))