Irlanda: messaggio congiunto dei leader religiosi, appello per la pace

Condividi l'articolo sui canali social

DUBLINO - “L’alba di un nuovo anno ci dà motivo di riflettere sui dodici mesi passati e di guardare avanti, con un po’ di trepidazione ed eccitazione, a ciò che ci aspetta”. Lo scrivono in un messaggio a più mani, riportato dal Sir, Eamon Martin, arcivescovo di Armagh e primate cattolico d’Irlanda; John McDowell, arcivescovo di Armagh e primate della Chiesa d’Irlanda; Richard Murray, moderatore dell’Assemblea generale della Chiesa presbiteriana in Irlanda; John Alderdice, presidente della Chiesa metodista in Irlanda; Sarah Groves, presidente dell’Irish Council of Churches.

“È difficile credere che nel 2025 segneremo un quarto di secolo dall’inizio del nuovo millennio. A quel tempo – si legge – c’era molta paura che allo scoccare della mezzanotte della vigilia di Capodanno del 1999 tutta la tecnologia informatica, e il mondo, si sarebbero fermati e tutto ciò che conoscevamo sarebbe finito. Tali timori erano fortunatamente infondati, ma il mondo che speravamo di vedere emergere in questa nuova era, con persone che vivono in pace con i loro vicini e con più gentilezza e rispetto, purtroppo non si è realizzato”.

Invece, “viviamo su un pianeta che è avvolto nell’oscurità, nel dolore e nella sofferenza della guerra e della violenza in così tanti luoghi diversi. Gli appelli alla pace, alla riconciliazione e all’amore per i nostri vicini sono stati ignorati o inascoltati”.

In Irlanda del Nord si è assistito “al ripristino del governo nell’ultimo anno, con l’esecutivo e l’assemblea riuniti di nuovo a Stormont. Nelle prossime settimane, si spera che venga formato un nuovo governo irlandese, dopo le elezioni generali di novembre. Anche il nuovo governo del Regno Unito si sta lentamente assestando e si sta avvicinando al completamento dei suoi primi sei mesi”.

“Governare significa prendere decisioni e spesso fare scelte difficili. Continuiamo a pregare per tutti coloro che ricoprono posizioni di responsabilità in questa terra e nel mondo intero, affinché siano profondamente consapevoli delle necessità di tutte le persone e in particolar modo dei poveri, degli emarginati e degli svantaggiati, consapevoli in particolar modo degli alti tassi di povertà infantile”.

I leader religiosi sottolineano: “Avremo fallito con i nostri figli e nipoti se non lavorassimo strenuamente per sostenere le necessità della prossima generazione, il che potrebbe significare essere preparati ad avere meno per noi stessi affinché loro possano avere qualcosa”. Spicca poi la “chiamata a servire gli altri”, dando “voce a chi non ha voce”, lavorando “instancabilmente per la pace a livello locale e internazionale, offrendo aiuto, speranza e incoraggiamento a coloro che verranno dopo di noi”.

“Mentre iniziamo un nuovo anno, che il linguaggio del dolore e della divisione sia confinato al passato, così che le parole che usiamo e le azioni che intraprendiamo possano essere incentrate sull’amore piuttosto che sull’odio, sulla pace piuttosto che sulla guerra, sulla luce piuttosto che sull’oscurità”.

Infine: “Crediamo che i nostri inizi e le nostre fini siano in Gesù Cristo. Nella fede non viaggiamo mai da soli, perché Lui è la nostra guida e la voce della verità e della speranza”.

[Fonte: Sir; Foto: Chiesa d'Irlanda]