LA STORIA / Sopravvissuta al secondo conflitto mondiale, "io ho paura della guerra, perché l'ho vissuta"
La testimonianza della 93/enne Gilberte Fournier alla cerimonia di chiusura dell'Incontro 'Imaginer la paix' di Sant'Egidio a Parigi.
"Mi chiamo Gilberte Fournier. Sono nata nel 1931. Ho quindi vissuto la guerra, la Seconda Guerra Mondiale, quando ero una bambina di circa dieci anni. L'ho vissuta qui, a Parigi, nel quartiere delle Halles, dove abitavo con i miei genitori e i miei tre fratelli". E' iniziata così, prima timidamente poi con sempre maggior sicurezza, la testimonianza resa martedì pomeriggio da Gilberte Fornier, sopravvissuta del secondo conflitto mondiale, alla cerimonia di chiusura dell'Incontro internazionale 'Imaginer la paix' promosso a Parigi dalla Comunità di Sant'Egidio.
"La guerra è una cosa orribile - ha proseguito -. Mi fa paura, oggi, quando sento parlare di guerre e di voci di guerra. Perché io l'ho vissuta, la guerra. E non l'ho mai dimenticata. Non la si può dimenticare, nemmeno a 93 anni. Dovevamo scendere continuamente in cantina non appena suonava la sirena. Un giorno la porta si è aperta all'improvviso a causa dell'esplosione di una bomba. C'erano urla e grida. Avevamo molta paura, anche gli adulti. Dovevamo rimanere sdraiati il più possibile. C'erano sacchi di sabbia ovunque davanti ai portoni. Ho visto le bombe cadere non lontano da me. Non è bello per un bambino vedere queste cose".
"Ogni mattina, alle 6, dovevamo andare a fare la fila con i biglietti del razionamento davanti alla latteria o al negozio di alimentari per aiutare la mamma - ha raccontato Gilberte Fournier, nell'evento davanti alla Cattedrale di Notre-Dame -. Sono stata gravemente malata. Pesavo meno di 26 kg. Non si mangia tutti i giorni quando c'è la guerra e mi sono indebolita, a causa dello scorbuto e anche a causa della paura. Siamo fuggiti verso la zona libera per allontanarci dai combattimenti. Abbiamo dormito per terra, nei fienili, nelle sacrestie delle chiese. Poi siamo tornati".
"Prendo la parola oggi su invito dei miei amici di Sant’Egidio, perché quelli della mia generazione sono sempre di meno a poter testimoniare il grande male che è la guerra - ha detto ancora -. Tuttavia, non bisogna dimenticarlo. Voglio dirlo in particolare alle giovani generazioni: la guerra distrugge tutto. La guerra distrugge la vita, come quella di molte delle mie piccole amiche della mia strada, rue Saint Martin, o del quartiere, costrette a portare la stella gialla e che non ho mai più rivisto. Un periodo triste in cui si ha il cuore pesante".
"Coloro che non l'hanno vissuto non sanno cosa sia. Quando sento le persone parlare come se la guerra fosse un gioco! Non si rendono conto. Non l'hanno vissuta - ha sottolineato -. Sono qui, davanti a voi, per dirvi che non bisogna perdere la memoria del grande male, della grande sconfitta per l'umanità che è la guerra. È per questo che testimonio oggi. Per rendere i giovani solidali con la memoria delle persone anziane come me".
"Vorrei dirvi: non lasciatevi convincere che la guerra sia inevitabile, ma custodite e fate crescere la pace che la mia generazione ha immaginato dopo la guerra - ha concluso la testimone -. Amate la pace! Amate gli altri. E costruite un futuro comune".
[Foto: Comunità di Sant'Egidio]