Parolin, "l'Ucraina è nell'ora buia del Calvario, ma il miracolo della pace non è impossibile"

Condividi l'articolo sui canali social

Messa del cardinale segretario di Stato nel santuario mariano di Berdychiv. A Kiev incontrerà Zelensky.

"Oggi qui, per l'intercessione della Madre di Dio vogliamo pregare per la pace nella cara Ucraina. Lei, che nella sua vita ha ricevuto diverse conferme che nulla è impossibile a Dio, presenti al suo Divino Figlio le nostre suppliche per il martoriato popolo ucraino". Lo ha detto il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, nell'omelia della messa concelebrata nel santuario mariano di Berdychiv, in Ucraina, come legato pontificio a conclusione del pellegrinaggio nazionale.

"O Madre Santissima, fa che i bambini e i giovani abbiano un futuro sereno e certo, che le famiglie siano focolai dell'amore, che gli anziani e gli ammalati ricevano conforto e sollievo nella sofferenza, che quanti difendono la loro Patria siano protetti dagli attacchi del male, che i prigionieri di guerra tornino ad abbracciare i propri cari e che le vittime siano accolte nel Regno dei cieli", ha aggiunto.

Parolin, che ha concelebrato anche col primate della Chiesa greco-cattolica ucraina, arcivescovo maggiore Sviatoslav Shevchuk, si è detto "molto lieto di essere con voi in qualità di legato del Santo Padre Francesco, il quale ha voluto inviarmi qui per assicurarvi che porta nel cuore il vostro amato Paese e condivide il vostro dolore, per manifestarvi la sua particolare vicinanza e per trasmettervi il suo affettuoso abbraccio paterno e la sua benedizione".

E ha sottolineato che il santuario "è diventato uno dei centri spirituali della comunità cattolica dell'Ucraina, dal quale salgono al cospetto di Dio non solo le nostre preghiere di ringraziamento per le grazie ricevute ma, in modo particolare, le suppliche per ciò che agli occhi di molti può sembrare impossibile, per un miracolo: il miracolo della tanto desiderata pace!".

Rievocando i miracoli di cui è stato testimone nei secoli il luogo di culto con la sua venerata immagine mariana, il cardinale ha spiegato: "ricordo questi fatti per confermarci nella fede che ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio". E più volte nell'omelia ha ribadito: "Nulla è impossibile a Dio!".

"Oggi, anche la Chiesa in Ucraina è chiamata a svolgere una missione profetica, simile a quella di Elia: convocare a una preghiera incessante, affinché Dio converta i cuori di coloro che, allontanatisi dalle sue vie e divenuti schiavi del proprio orgoglio, seminano violenza e morte, calpestando negli altri la dignità di figli di Dio", ha affermato.

Parolin - che ha pronunciato in italiano solo la prima e l'ultima parte dell'omelia, mentre il testo integrale è stato letto in ucraino da un altro presule concelebrante, mons. Edward Kawa, ausiliare dell‘arcidiocesi di Lviv dei latini - ha detto di essere impressionato da quanto dice un testo della Messa per la Pace: "O Dio della pace, non ti può comprendere chi semina la discordia, non ti può accogliere chi ama la violenza". "A Dio, che solo può convertire il cuore umano - ha proseguito -, chiediamo con insistente supplica di donare 'a chi edifica la pace di perseverare nel suo proposito e a chi la ostacola di essere sanato dall'odio che lo tormenta'".

"Un autore antico scriveva che 'l'intelletto è accecato da queste tre passioni: l'avarizia, la vanagloria, il piacere' e continuava: 'Furore e ira, guerre e omicidi e tutta la serie degli altri mali hanno terribilmente prevalso tra gli uomini in forza di quelle' (Marco l'Asceta, in La Filocalia). Oh, davvero dobbiamo chiedere al Signore, Lui che è il medico celeste, di guarirci da queste malattie letali e mettere al posto del cuore di pietra un cuore di carne!", ha detto ancora.

Parolin ha invitato in particolare "a non perdere mai la fiducia e la speranza in Dio, soprattutto oggi, quando sembra che il male abbia il sopravvento, quando gli orrori della guerra e il dolore per le numerose vittime e le massicce distruzioni mettono in crisi la fede nella bontà divina, quando le nostre braccia cadono e non abbiamo nemmeno più forza per pregare. Lasciamoci consolare dalla Parola di Dio, che sempre ci ricorda che ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio".

E ha concluso: "oggi, l'Ucraina sta vivendo l'ora buia del Calvario. È davvero straziante pensare che mentre noi siamo qui, in un'altra parte del Paese divampano battaglie e non cessano bombardamenti. Nonostante sia ancora difficile intravvedere all'orizzonte la luce pasquale della pace, la risurrezione di Cristo, quale prova della vittoria della vita, rafforza la nostra fede e la nostra speranza e ci rivela che la morte non avrà l'ultima parola. Il miracolo della risurrezione di Cristo è la conferma più grande che ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio".

Il cardinale segretario di Stato, giunto in Ucraina venerdì 19 luglio, resterà fino a mercoledì 24: ha già visitato Leopoli e Odessa, e nei prossimi giorni sarà a Kiev, dove incontrerà tra gli altri anche il presidente Volodymyr Zelensky.

[Photo Credits: Vatican News]