Sant'Egidio, presentato a Berlino il meeting per la pace. "Questa città ha mostrato che i muri possono cadere"
"Berlino è la città dove i muri possono cadere, anzi sono caduti. E questa è un’ottima premessa per noi, mostrare al mondo che i muri si possono costruire ma possono anche cadere". Così il presidente di Sant'Egidio Marco Impagliazzo ha presentato l'Incontro internazionale "L'audacia della Pace. Religioni e culture in dialogo", promosso dalla Comunità nella capitale tedesca dal 10 al 12 settembre prossimi. Alla conferenza stampa al Municipio Rosso di Berlino - rimarcando così anche la dimensione ecumenica dell'evento - sono intervenuti questo pomeriggio mons. Heiner Koch, arcivescovo della città, e mons. Christian Stäblein, vescovo della Chiesa evangelica di Berlino-Brandeburgo-Schlesische Oberlausitz.
Il meeting annuale di Sant'Egidio nello "spirito di Assisi" torna quindi in Germania dopo le edizioni di Aquisgrana, Monaco, Osnabruck e Muenster. "Nel mondo sono stati costruiti molti muri, invisibili e no, che hanno separato popoli, etnie, e questa separazione e polarizzazione che vive in molte parti del nostro mondo ci preoccupa - ha proseguito Impagliazzo -. Ma Berlino nel 1989 ha mostrato che può esserci un mondo diverso, unito, un mondo senza muri che è quello verso cui tendiamo. E per questo saremo qui a settembre. Non è un discorso ingenuo, ma radicato nella storia, perché qui si è mostrato che la storia può riservare sorprese: alla vigilia della caduta del Muro nessuno ci credeva, eppure è successo. E qui siamo a rendere omaggio a questa città, a questo paese, che ha mostrato qualcosa di straordinario per il nostro mondo".
Perché l’"audacia della pace"? "Lo scorso anno a Roma il motto era 'Il grido della pace' - ha ricordato il presidente di Sant'Egidio -. Erano passati pochi mesi dall’aggressione della Russia all'Ucraina e noi volevamo farci portavoce del popolo ucraino perché questa guerra, quest’aggressione finisse presto. Ma ci sono anche altre guerre nel mondo, combattute in questa che papa Francesco chiama 'la terza guerra mondiale a pezzi'. Bisogna essere più audaci per cercare vie di dialogo, vie di pace. E le religioni dal 1986 hanno cercato queste vie di pace, seppure tra tanti problemi. Noi vogliano fare questa domanda agli stati, a chi governa, a chi guida le diplomazie: avete cercato la pace? Guardando tante parti del mondo sembrerebbe di no. E la guerra è una sconfitta dell’umanità, sempre".
Impagliazzo ha sottolineato che quello di Berlino "non sarà un evento a porte chiuse, non sarà un incontro internazionale chiuso in una zona rossa, in una zona protetta, ma un evento di popolo, con tante persone da tutta Europa. Il lunedì 11 le scuole saranno chiuse per permettere ai giovani di partecipare. E tuti i panel sono aperti al pubblico, come anche l'evento finale alla Porta di Brandeburgo. Vogliamo parlare alla gente, non nasconderci in un castello, separati da tutto il resto". Ricordando che nel corso del meeting ricorrerà l'11 settembre, Impagliazzo ha posto l'accento sui "tanti passi avanti" fatti da allora dalle religioni, compresa al suo interno quella musulmana, per liberarsi dal marchio del radicalismo e del terrorismo. E a Berlino ci sarà anche il grande imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, firmatario con papa Francesco ad Abu Dhabi del Documento sulla Fratellanza umana. "E ciò per noi sarà motivo d’orgoglio".
Presenti tra gli altri il presidente federale tedesco Frank-Walter Steinmeier nel momento inaugurale, il cancelliere Olaf Scholz martedì 12 in uno dei forum, in cui si confronterà con le domande dei leader religiosi. Invitato il presidente del Niger Mohamed Bazoum, mentre le religioni mondiali saranno rappresentate anche da personalità sciite, in particolare dall’Iraq, dal rabbino capo d’Israele, da leader indù, buddisti, scintoisti, del mondo sikh. "Tutte le religioni saranno rappresentate qui a Berlino e ci saranno anche personalità della cultura, della scienza, che avranno modo di confrontarsi nei forum su temi religiosi, ma anche sociali, politici e di politica internazionale, compresa ad esempio la crisi delle democrazie, o la questione delle migrazioni e dei rifugiati", ha detto Impagliazzo.
Al momento non è stato invitato alcun vescovo russo ortodosso, in attesa dell'evoluzione della situazione. L'anno scorso a Roma partecipò il vescovo Antonij ma senza prendere la parola. L'arcivescovo Koch ha definito Berlino "città anche di martiri che si sono ribellati al nazismo, poi città della divisione e della riconciliazione, perciò quasi predestinata per un incontro così". E parlando dell'atteggiamento della Chiesa ortodossa russa verso la guerra ha sottolineato "l'ambiguità" che possono avere le religioni, ma proprio per questo Berlino "sarà un'occasione per riflettere nel cammino verso un mondo più pacifico". Lapidario, infine, il giudizio del vescovo evangelico Stäblein: "Chi legittima la guerra di aggressione contro l’Ucraina non coglie il messaggio del Vangelo".
(Foto: Comunità di Sant'Egidio)