Shevchuk, "sia l'Holodomor di 90 anni fa che l'attuale guerra in Ucraina causati dall'insaziabile imperialismo russo"
"Sta passando la 93-esima settimana della grande guerra che l’occupante russo ha portato nella nostra pacifica terra ucraina. Lungo l’intera linea del fronte, la tensione nei combattimenti persiste senza tregua. Il nemico bombarda costantemente le città e i villaggi lungo i confini delle nostre regioni di Chernihiv, Sumy e Charkiv. In ogni luogo a cui possa estendere la sua mano omicida, il nemico continua a colpire le città e i villaggi pacifici dell'Ucraina". Lo afferma Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore di Kyiv e primate della Chiesa greco-cattolica ucraina, nel suo messaggio settimanale, diffuso in italiano dal Segretariato dell'arcivescovo maggiore a Roma.
Nel Giorno della Memoria dell’Holodomor, "quando l’Ucraina commemora il 90° anniversario della grande carestia e del genocidio, la nostra città, Kyiv, la nostra capitale, è stata teatro del più massiccio attacco da parte di droni nella storia della guerra. Questa lotta attuale, questo confronto con il male che l’Ucraina sta conducendo oggi, presenta tutti i segni di una battaglia spirituale", osserva.
"Sappiamo che nella guerra spirituale, quando una persona credente affronta le forze del male, quelle forze possono essere estremamente potenti e il loro attacco può risultare intensamente forte. Tuttavia, la vittoria contro il male è definita come resilienza. Vince chi non si arrende. Vince chi non abbassa le mani. Vince chi resiste in questo confronto", sottolinea Shevchuk.
"Non possiamo distruggere gli spiriti della malvagità negli spazi celesti, però possiamo opporci al loro attacco, che non è mai eterno né sempre forte, ma temporaneo - prosegue -. Osserviamo una situazione simile oggi in Ucraina. Il nemico vuole logorare il nostro popolo, vuole farci perdere la fede, ci scoraggia e desidera la nostra resa. Tuttavia, la Chiesa ucraina, le nostre Chiese e le organizzazioni religiose, si ergono come portatrici di speranza. Portiamo con noi Cristo, che è la fonte della resilienza del nostro popolo. È per questo motivo che resisteremo come nazione, come stato, come popolo di Dio. Oggi, desideriamo dire a noi stessi e al mondo intero: l'Ucraina resiste, l'Ucraina combatte, l'Ucraina prega!".
"Novant'anni dalla grande carestia e genocidio in Ucraina - ribadisce il primate greco-cattolico -. Quest’ultima è una data triste e dolorosa. Il regime di Stalin uccise oltre sette milioni di ucraini mediante la fame artificiale. Questa carestia era artificiale poiché, nonostante quell’anno la terra ucraina avesse prodotto raccolti abbondanti, le autorità sovietiche ne confiscarono tutto".
Questa carestia "fu un vero e proprio genocidio, poiché lo stato aveva l’intenzione deliberata di uccidere gli ucraini come nazione, come popolo, come cultura. La Grande Carestia non mirava solo a uccidere il corpo, ma a seminare in modo duraturo una paura paralizzante nei confronti del desiderio di libertà. La Grande Carestia aveva lo scopo di uccidere definitivamente il desiderio degli ucraini di essere se stessi, il desiderio di essere delle persone libere".
E, sfortunatamente, questo trauma, "che è un trauma spirituale, nonché un trauma psicologico, ha la proprietà intrinseca di essere tramandato di generazione in generazione - dice ancora Shevchuk -. E, purtroppo, costituisce una parte della nostra attualità, della nostra identità, quella di una nazione post-genocidio. Ecco perché oggi è così importante ricordare e commemorare coloro che sono stati innocentemente uccisi dalla fame in Ucraina".
Ma secondo l'arcivescovo maggiore, "questo atto di ricordo e commemorazione ha un effetto terapeutico e guaritore. Il ricordo ci libera. Il ricordo ci fa capire che essere se stessi non solo è possibile, ma anche necessario. Non solo è lecito desiderare la libertà, ma il Signore Dio ci elargisce questa libertà come un suo dono. Il dono della dignità, il dono della libertà. Ecco perché gli ucraini sono profondamente grati a tutti coloro che oggi, insieme a noi, rendono omaggio alle vittime di questa grande catastrofe, che ha toccato le fondamenta stesse dell'umanità".
Questo trauma "ha superato ampiamente i confini del solo popolo ucraino. Siamo riconoscenti a tutti quei paesi che riconoscono l'Holodomor come un genocidio. Oltre trenta nazioni in tutto il mondo stanno già commemorando questa ferita e il dolore dell'Ucraina".
"Possiamo osservare che la guerra attuale, che la Russia sta conducendo contro l'Ucraina, presenta tutti gli indicatori di un genocidio - dichiara Shevchuk -. La Russia mira a sottomettere ancora una volta l'Ucraina come una sua vecchia colonia e ad estinguere il desiderio stesso di libertà nel popolo ucraino. Mira a sopprimere questa capacità di libertà negli ucraini. Tuttavia, vediamo che l'Ucraina non è stata annientata 90 anni fa e l’Ucraina non si arrende. Continuerà a resistere anche oggi".
"Rivolgo un appello a tutte le persone di buona volontà in tutto il mondo - dice ancora -. Mi rivolgo a tutti coloro che, attualmente, hanno qualcosa da mangiare e che, durante questo inverno, vivono in condizioni confortevoli e al caldo. Vi invito a pensare ai sette milioni di ucraini che durante quest’inverno avranno bisogno di assistenza immediata per nutrirsi e riscaldarsi. L'Holodomor di 90 anni fa e la guerra in corso in Ucraina oggi sono entrambi causati dallo stesso male: l'insaziabile imperialismo russo".
"Uniamo le forze e insieme fermiamo il male - continua l'appello -. Restiamo uniti nella lotta contro le forze del male, in quella che è una battaglia spirituale. Perché la battaglia dell’Ucraina oggi è una lotta per la libertà umana in tutti i paesi, in tutte le culture e tra tutti i popoli".
"Dio, proteggi l'Ucraina. Dio, guarisci la ferita del nostro popolo - conclude Shevchuk -. Questa ferita, che oggi compie 90 anni, ma anche questo trauma, inflitto al nostro popolo da questa crudele guerra di lungo termine. Dio, benedici i bambini dell'Ucraina. Donaci la forza di non stancarci. Donaci la forza di resistere, perché sappiamo che il male può essere sconfitto non dal potere umano, ma solo col potere di Dio. Pertanto, Dio, benedici l'Ucraina con la tua giusta pace celeste".
(Fonte: Chiesa greco-cattolica ucraina; Foto: Aiuto alla Chiesa che soffre)