Ucraina: la Russia avanza verso Kharkiv

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Putin sostituisce Sergej Shoigu e nomina un economista ministro della Difesa. Intanto le truppe russe avanzano nella regione di Kharkiv. Questo il punto dell'ISPI.

“Se vogliono trovare una soluzione alla questione ucraina sul campo di battaglia, Mosca è pronta”: il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov sfida i paesi occidentali parlando al Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo. Il capo della diplomazia del Cremlino ha definito inoltre la conferenza sull’Ucraina prevista in Svizzera a giugno, e a cui Mosca non è stata invitata, come “la prova che Kiev e l’Europa non vogliono negoziare”, avvisando che Mosca non si farà rimbrottare “come un alunno cattivo e indisciplinato”. Le sue parole arrivano all’indomani del rimpasto di governo deciso da Vladimir Putin in cui il presidente russo ha deciso di sostituire il ministro della Difesa Sergej Shoigu con l’economista ed ex ministro dell’Economia Andrej Belousov. Shoigu passerà a dirigere il Consiglio di Sicurezza nazionale prendendo il posto di Nikolai Patrushev, che viene rimosso senza che per il momento vi sia alcuna indicazione su un suo futuro ruolo. Secondo numerosi osservatori l’avvicendamento è significativo e rivela la volontà di Mosca di ottimizzare l’apparato militare russo, adattandolo ad uno sforza bellico di lunga durata. Sul campo di battaglia oggi vince chi è più aperto all’innovazione” spiega il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, “pertanto, in questa fase, il presidente ha deciso che a guidare il ministero della Difesa sarà un civile”.

Cambio della guardia?

La popolarità di Sergej Shoigu, ministro della Difesa russo dal 2012, ha cominciato a crescere in Russia dopo l’annessione della Crimea nel 2014, di cui è considerato l’artefice. Ha guidato l’esercito russo durante l’invasione su vasta scala dell’Ucraina, iniziata nel febbraio 2022, ma è stato oggetto di intense critiche per le numerose sconfitte collezionate sul campo e per la sua incapacità di sradicare la diffusa corruzione che continua ad affliggere l’esercito. La scorsa estate Shoigu è stato costretto a respingere una rivolta armata organizzata dal leader delle milizie di mercenari del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, che aveva chiesto il suo arresto. La sua posizione si è ulteriormente indebolita il mese scorso quando i servizi di sicurezza hanno arrestato il suo vice e braccio destro di lunga data Timur Ivanov, accusato di corruzione su larga scala. Al contrario Belousov non ha mai fatto parte delle forze armate. Dal 2013 al 2020 è stato consigliere del presidente e ha ricoperto l’incarico di vice primo ministro. Fonti anonime della Difesa hanno riferito al Guardian che con la sua nomina il Cremlino punta ad arginare la corruzione e a migliorare l’efficienza economica delle operazioni belliche, mentre le decisioni effettive sul campo di battaglia saranno lasciate ai militari. La Russia ha realizzato un massiccio incremento della produzione militare industriale negli ultimi due anni, con una spesa totale per la difesa salita a circa il 7,5% del Pil.

Sulla via per Kharkiv?

Sul campo di battaglia, intanto, le truppe ucraine perdono terreno nella regione di Kharkiv, nel nord-est, dove le forze russe hanno aperto un nuovo fronte e sarebbero entrate nella città di Vovchansk, a cinque chilometro dal confine. Kiev smentisce di aver perso il controllo della cittadina – chi si trova sulla strada per il capoluogo e seconda città più grande del paese, Kharkiv – ma ammette che nella zona “la situazione è molto difficile” e che sono in corso “pesanti combattimenti”. Finora la Russia ha intensificato i suoi attacchi sulla regione – occupata dall’esercito russo all’inizio dell’invasione e poi liberata durante la controffensiva di Kiev nell’autunno 2022 – sequestrando almeno nove villaggi e insediamenti. Sulle intenzioni del Cremlino gli osservatori militari si interroganoconquistare Kharkiv (ma al momento molti tendono ad escludere un affondo russo sulla città); costringere Kiev a sguarnire altri fronti ‘sensibili’ in particolare nella regione di Donetsk o anche creare una ‘zona cuscinetto’ lungo il confine per proteggere il territorio russo dalle incursioni nemiche sembrano tutte ipotesi plausibili. In risposta alla pressione russa, comunque, le forze ucraine continuano a martellare la regione di Belgorod, dove secondo le autorità di Mosca frammenti di un missile ucraino “fornito dalla Nato” si sono abbattuti su un palazzo causando almeno 14 morti e 20 feriti.

L’Europa ha troppo da perdere?

In questo scenario complessivamente favorevole a Mosca, l’apertura di un nuovo fronte nel nord sta mettendo a dura prova le limitate risorse dell’Ucraina. Dopo mesi di tentennamenti, i ritardi europei e americani nell’approvare nuove tranche di sostegno militare a Kiev hanno privato le truppe alleate di munizioni e armamenti fondamentali, facendo pendere l’ago della bilancia a vantaggio di Mosca. Come se non bastasse, le forze russe approfittano delle restrizioni imposte dai paesi occidentali all’Ucraina, impedendole di utilizzare i rifornimenti bellici per colpire obiettivi militari sul territorio russo. E anche fuori dal campo di battaglia, Kiev deve lottare per ottenere aiuti finanziari, la sua economia martoriata continua a dispendere dal sostegno occidentale e il bilancio per la ricostruzione – che secondo una stima congiunta del governo, della Banca Mondiale e della Commissione Europea già ammonta a 485 miliardi di dollari – continua ad aumentare. Eppure, i paesi occidentali non possono far mancare il loro aiuto al paese proprio ora. Dopo aver fornito sostegno morale, militare e finanziario per due anni, l’America e l’Europa hanno messo in gioco la propria credibilità. Se smettessero di puntellare la difesa di Kiev per indolenza, per mancanza di energia e capacità di visione, non farebbero che confermare le teorie degli scettici delle politiche liberali, secondo cui le democrazie non hanno ciò che serve per difendere sé stesse e i propri interessi.

Il commento di Aldo Ferrari, Head, Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale ISPI

"Sta facendo molto discutere il “rimpasto” operato da Putin con la rimozione di Nikolaj Patrushev – destinato ad altro incarico – dalla carica di segretario del Consiglio di Sicurezza e la sua sostituzione con Sergej Shoigu, sostituito da Andrej Belousov come ministro della Difesa. Si può peraltro osservare che i cambiamenti non sono stati troppo radicali perché Putin ha fatto solo ruotare alcuni dei suoi fedelissimi, senza apportare modifiche sostanziali alla compagine di governo. A parte l’interesse per la nuova destinazione di Patrushev, non appare probabile che la politica della Russia sia destinata a cambiamenti significativi. Conviene probabilmente concentrarsi su quanto sta avvenendo nella regione di Kharkiv, dove l’avanzata delle forze russe potrebbe cambiare il corso del conflitto se gli ucraini non riusciranno a reagire con decisione".

[Questo articolo è stato pubblicato sul sito dell'ISPI, al quale rimandiamo; Photo Credits: ISPI]