Ucraina: Unicef, in mille giorni di guerra almeno 2.406 bambini uccisi o feriti
Amnesty, “gli attacchi russi continuano a uccidere e ferire bambini e bambine: sono crimini di guerra”.
Secondo le ultime notizie disponibili verificate da Unicef, almeno 2.406 bambini sono stati uccisi o feriti dall’escalation della guerra in Ucraina, circa 1.000 giorni fa. Oltre alle vittime infantili, che comprendono 659 bambini uccisi e 1.747 feriti - ovvero almeno 16 bambini uccisi o feriti ogni settimana - milioni di bambini continuano ad avere vite sconvolte a causa degli attacchi in corso. Solo la scorsa settimana, una madre e i suoi 3 figli - il più piccolo di soli due mesi - sono stati uccisi in un bombardamento che ha colpito un edificio residenziale nella città di Kryvyi Rih nell’Ucraina centrale. I bambini nella regione del Donbass nella parte orientale del Paese hanno affrontato adesso più di 10 anni di conflitto.
“Il peso sui bambini è sconcertante e inaccettabile”, dichiara Catherine Russell, direttrice generale dell’Unicef in una nota diffusa ieri e riportata dal Sir. “I bambini sono stati uccisi nei loro letti, negli ospedali e nei parco giochi, lasciando le famiglie devastate dalle perdite delle loro giovani vite o da ferite che hanno cambiato la vita”. “Milioni di bambini vivono con costante paura, molti spendono l’equivalente di fino a 6 ore al giorno a rifugiarsi in sotterranei sotto le sirene dei raid aerei”, ha proseguito Russell. “Senza un maggiore e continuativo sostegno per i bambini, le ferite psicologiche di questa guerra avranno conseguenze per generazioni.”
Dall’agosto 2024, circa 170.000 persone sono state costrette a lasciare le proprie case nell’est del Paese, con molti evacuati dalle aree dove si verificano intensi combattimenti, aggiungendosi ai circa 3,6 milioni che rimangono sfollati all’interno dell’Ucraina e gli oltre 6,7 milioni che hanno trovato rifugio nei Paesi esteri. In Europa, 9 rifugiati Ucraini su 10 sono donne e bambini. Nelle regioni in prima linea, quasi 3 milioni di persone hanno un disperato bisogno di riscaldamento, acqua potabile e assistenza sanitaria, mentre scuole e ospedali continuano a essere presi di mira. Secondo i dati delle Nazioni Unite, negli ultimi mille giorni sono stati danneggiati o distrutti almeno 1.496 istituti scolastici e 662 strutture sanitarie. Circa 1,7 milioni di bambini non hanno acqua sicura e 3,4 milioni non hanno accesso a servizi igienici centralizzati, aumentando il rischio di contrarre malattie in un contesto di temperature in picchiata.
“Le scuole, gli ospedali e le infrastrutture civili non sono solo edifici fisici, sono ancore di salvezza e simboli di speranza per la ripresa e la resilienza dei bambini”, ha dichiarato Russell. “I bambini ucraini devono essere protetti dagli orrori duraturi di questa guerra. Il mondo non può rimanere in silenzio mentre soffrono”. L’Unicef continua a chiedere che “il diritto umanitario internazionale venga rispettato proteggendo i bambini e le infrastrutture fondamentali per la loro sopravvivenza. La priorità deve essere la fine immediata dell’uso di armi esplosive nelle aree popolate e di tutte le gravi violazioni contro i bambini”.
Intanto, alla vigilia della Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre, Amnesty international ha diffuso ieri una dichiarazione - riportata anch'essa dal Sir -, ponendo l’attenzione sulla tragica situazione dei bambini delle bambine in Ucraina, che continuano a essere uccisi e feriti durante gli attacchi aerei russi. Secondo l’organizzazione per i diritti umani, “si tratta di crimini di guerra”. Nel 2024 Amnesty ha verificato 17 attacchi che hanno provocato vittime tra persone minorenni. Le ricerche svolte sul campo hanno inoltre evidenziato come le forze russe abbiano intenzionalmente preso di mira civili e infrastrutture civili. L’organizzazione per i diritti umani ha ribadito che “i responsabili degli attacchi illegali e dei crimini di guerra devono essere consegnati alla giustizia e che tutte le vittime di tali crimini devono ricevere giustizia e riparazione per le sofferenze subite a causa dell’aggressione russa”.
Le organizzazioni che documentano le vittime civili in Ucraina concordano sul fatto che nel 2024 ci sia stato un significativo aumento di queste ultime, inclusi i bambini e le bambine. I dati, tra i quali quelli pubblicati dall’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, indicano che l’estate del 2024 è stata particolarmente letale per le persone minorenni. I Digital Verification Corps di Amnesty International hanno analizzato oltre 120 video e immagini relativi ad attacchi contro persone minorenni nel 2024, mentre ulteriori ricerche sono state condotte sul campo dai ricercatori e dalle ricercatrici dell’organizzazione per i diritti umani. Secondo l’ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite, circa l’89 per cento delle morti tra i civili si è verificato nei territori controllati dall’Ucraina. Amnesty non è in grado di verificare in modo indipendente le fonti russe sul numero di bambini e bambine uccisi né l’attendibilità delle stesse fonti circa l’attribuzione di tali attacchi alle forze ucraine.
“Gli attacchi diretti contro i civili o contro infrastrutture e beni civili costituiscono crimini di guerra. Gli attacchi indiscriminati, come quelli effettuati con armi esplosive contro aree densamente popolate, rappresentano una violazione del diritto umanitario internazionale. Gli attacchi indiscriminati che causano la morte o il ferimento di civili sono a loro volta crimini di guerra”, conclude l’organizzazione. Amnesty ha documentato numerosi episodi, a partire dal febbraio del 2022, in cui le forze russe hanno condotto attacchi indiscriminati in Ucraina provocando migliaia di vittime civili, oltre a prove di altri crimini di guerra, tra cui torture, violenze sessuali e uccisioni illegali. “Tutti i responsabili di crimini di diritto internazionale devono essere chiamati a risponderne davanti alla giustizia attraverso processi equi e le vittime devono poter vedere attuati i loro diritti alla verità, alla giustizia e alla riparazione”.
[Fonte: Sir; Foto: UNICEF Italia]