Vescovi europei, “cessate il fuoco a Gaza, tutelare i civili”. Ccee-Cec, “negoziati per pace duratura, sì a due Stati”

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“La violenza e la crudeltà dei terroristi di Hamas, che hanno colpito Israele il 7 ottobre, hanno sbalordito e inorridito il mondo. Noi, leader delle Chiese cristiane in Europa, esprimiamo la nostra profonda compassione per quanti che sono morti, per coloro che sono rimasti feriti, per quelli che hanno perso una persona cara, e rivolgiamo il nostro pensiero agli ostaggi e alle loro famiglie”. Lo si legge in una dichiarazione del Comitato congiunto Ccee-Cec sulla situazione in Medio Oriente.

“Riconosciamo il contesto storico di colonialismo, antisemitismo e islamofobia che ha portato alla situazione attuale – prosegue la dichiarazione -. Riconosciamo l’immensa sofferenza di entrambe le parti di questo conflitto. Siamo profondamente rattristati dalla distruzione dei luoghi sacri che sono tradizionalmente visti come luoghi di rifugio. Siamo solidali con coloro che in Israele e in Palestina lavorano per promuovere la pace e affermiamo che la violenza non può essere un modo per difendere una causa”.

Secondo i leader delle Chiese cristiane europee, “la distruzione della vita non promuove né la libertà, né la verità, né la giustizia. Chiediamo ai leader politici di tutti i partiti di esercitare la propria responsabilità per garantire un cessate il fuoco su tutti i fronti. Chiediamo che i terroristi siano assicurati alla giustizia, che tutte le vite civili – ebrei, cristiani e musulmani – siano protette e che i corridoi umanitari siano aperti per consentire l’accesso alle cure e all’evacuazione”.

“La grave situazione in cui vive la popolazione di Gaza, limitata nei suoi diritti fondamentali e costretta a subire ingiustizie, va avanti da troppo tempo – continuano -. Chiediamo all’intera comunità internazionale di mobilitarsi e sostenere il diritto internazionale, in particolare le risoluzioni delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di aprire negoziati seri per creare una pace duratura, nella verità e nella giustizia”.

“È urgente, ora più che mai, ricercare la via della giustizia, rivelataci nel Vangelo, sull’esempio di Gesù Cristo, Principe della pace, il quale, con la sua morte e risurrezione, ci ha riconciliati con Dio, rendendoci tutti figli di Dio – conclude la dichiarazione -. Invitiamo i fedeli delle nostre Chiese a pregare per tutti coloro che soffrono e invochiamo per tutti la misericordia di Dio, ricordando che siamo tutti membra dell’unica famiglia umana. Preghiamo e speriamo anche che coloro che detengono autorità sulle nazioni si impegnino in un dialogo autentico che sostenga la dignità umana di tutti e renda possibile una coesistenza pacifica dei due popoli in due Stati”.

L’incontro del Comitato congiunto Ccee-Cec si è svolto dal 5 al 7 novembre a Belgrado. La delegazione della Conferenza Europea delle Chiese (Cec) con il suo presidente Nikitas, arcivescovo di Thyateira e del Regno Unito, e quella del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (Ccee) con il presidente mons. Gintaras Grusas, arcivescovo di Vilnius, sono state accolte dall’arcivescovo di Belgrado, mons. Ladislav Nemet, vice presidente del Ccee.

Fra i temi all’ordine del giorno, la presentazione dei lavori della XVI Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi, a cura del card. Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo; il rapporto del Gruppo di lavoro per l’aggiornamento della Carta Ecumenica europea, a cura della sig.ra Lea Schlenker, della Chiesa protestante in Germania, e del card. Grzegorz Rys, arcivescovo di Lodz; una riflessione sulla situazione in Europa: “La guerra contro l’Ucraina”, a cura del Rev. Rostyslav Vorobii, della Chiesa ortodossa di Ucraina, e “La posizione attuale di migranti e rifugiati dai Balcani alla Palestina”, a cura di padre Stanko Perica, direttore regionale del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati dell’Europa sud-orientale. I lavori si sono conclusi con la dichiarazione del Comitato congiunto sulla situazione in Medio Oriente.

(Foto: Arcidiocesi di Belgrado)