Zuppi parte per la Cina, dalle religioni appello di pace. Dall’incontro di S.Egidio non si ferma la speranza delle trattative

BERLINO, 12 SET – Il cardinale Matteo Zuppi partecipa alla cerimonia conclusiva dell’Incontro internazionale e interreligioso “L’audacia della pace”, promosso a Berlino dalla Comunità di Sant’Egidio. Ma dopo aver pronunciato la sua meditazione nell’ambito della preghiera delle Chiese cristiane in Piazza 18 Marzo – mentre in altri luoghi pregano gli ebrei, i musulmani e le religioni asiatiche – e prima ancora di sfilare attraverso l’altamente simbolica Porta di Brandeburgo, non aspetta neanche che la cerimonia si concluda e parte direttamente dalla capitale tedesca per la sua missione in Cina.
Nei giorni dal 13 al 15 settembre, il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei accompagnato da un officiale della Segreteria di Stato, si recherà a Pechino quale inviato di papa Francesco, conferma infatti nel pomeriggio la Santa Sede con un comunicato, dopo le indiscrezioni trapelate nelle ultime ore. “La visita costituisce un’ulteriore tappa della missione voluta dal Papa per sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi che possano condurre ad una pace giusta”, spiega la nota.
La partenza di Zuppi per Pechino, quarta tappa della sua missione di pace per l’Ucraina dopo quelle a Kiev, Mosca e Washington, rappresenta un po’ il coronamento di questo 37/o meeting delle religioni mondiali nello “spirito di Assisi”. Nella capitale cinese l’inviato del Papa potrebbe incontrare il primo ministro Li Qiang, considerando come un ruolo della Cina sia ritenuto cruciale per una pacificazione tra Russia e Ucraina, o quanto meno per l’apertura di trattative.
“Siamo contenti e sicuramente la preghiera di tanti e la preghiera di questi giorni, la preghiera ecumenica, interreligiosa, è un motivo ulteriore per cercare con fiducia il dono della pace, che è un dono per tutti, di tutti, e che tutti devono trovare. Quello che ci spinge è di cercare di tessere la difficile tela della pace”, sono le prime battute a caldo che Zuppi rivolge ai giornalisti dopo l’ufficializzazione della sua partenza per la missione in Cina. E nella sua invocazione con le Chiese cristiane sottolinea come la guerra sia “un incendio terribile, che non risparmia nessuno”.
Negli stessi momenti qui da Berlino si alza il ‘no’ delle religioni alle guerre, con un appello finale cui si unisce anche un messaggio del Papa. “Continuiamo a pregare per la pace senza stancarci, a bussare, con spirito umile e insistente alla porta sempre aperta del cuore di Dio e alle porte degli uomini.
Chiediamo che si aprano vie di pace, soprattutto per la cara e martoriata Ucraina”, afferma il Pontefice.
“Non abbiamo paura di diventare ‘mendicanti di pace’, unendoci alle sorelle e ai fratelli delle altre religioni, e a tutti coloro che non si rassegnano all’ineluttabilità dei conflitti”, esorta Francesco. “Occorre infatti andare avanti per valicare il muro dell’impossibile, eretto su ragionamenti che appaiono inconfutabili, sulla memoria di tanti dolori passati e di grandi ferite subite”, aggiunge. “È difficile, ma non è impossibile. Non è impossibile per i credenti, che vivono l’audacia di una preghiera speranzosa. Ma non dev’essere impossibile nemmeno per i politici, per i responsabili, per i diplomatici”.
E anche l’appello corale dei leader religiosi riuniti a Berlino è nel segno della speranza, perché “nessun muro, nessuna guerra è per sempre”. “Ripartiamo insieme dal dialogo che è la medicina più efficace per la riconciliazione dei popoli – proclamano -. La pace è sempre possibile!”.
(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’ANSA – Foto: Vatican News)