Con i ragazzi della Carovana della Pace il Papa invoca, "basta guerre". Si affaccia all'Angelus con 2 giovani cui cede anche il microfono

Condividi l'articolo sui canali social

CITTÀ DEL VATICANO, 28 GEN - Questa volta all'Angelus i suoi appelli per la pace papa Francesco non li lancia da solo. Accanto a lui, affacciati alla finestra del Palazzo apostolico, ci sono due giovanissimi, un ragazzo e una ragazza con delle felpe verdi, giunti stamane in piazza San Pietro accompagnati da educatori e genitori insieme ai loro coetanei delle scuole e delle parrocchie di Roma, nella tradizionale "Carovana della Pace" promossa dall'Azione Cattolica della diocesi capitolina. E alla fine il Pontefice cede anche il microfono alla ragazza per la lettura del loro messaggio.

Non prima però di aver espresso la sua "vicinanza" alla comunità della chiesa di Santa Maria a Istanbul, che stamane "durante la messa ha subito un attacco armato che ha provocato un morto e diversi feriti". Il primo appello del Papa riguarda comunque il fatto che "ormai da tre anni il pianto del dolore e il rumore delle armi hanno preso il posto del sorriso che caratterizza la popolazione del Myanmar". "Mi unisco perciò alla voce di alcuni vescovi birmani - prosegue Francesco -, 'affinché le armi della distruzione si trasformino in strumenti per crescere in umanità e giustizia'". "La pace è un cammino - osserva - e invito tutte le parti coinvolte a muovere passi di dialogo e a rivestirsi di comprensione, perché la terra del Myanmar raggiunga la meta della riconciliazione fraterna".

"Sia consentito il transito di aiuti umanitari per garantire il necessario ad ogni persona - invoca il Pontefice -. E lo stesso avvenga in Medio Oriente, Palestina e Israele, e ovunque si combatte: si rispettino le popolazioni!". "Penso sempre in modo accorato a tutte le vittime, specialmente civili, causate dalla guerra in Ucraina - afferma ancora il Papa -. Per favore, si ascolti il loro grido di pace: il grido della gente, che è stanca della violenza e vuole che si fermi la guerra, che è un disastro per i popoli e disfatta per l'umanità!".

Bergoglio si dice "sollevato" dalla liberazione delle suore rapite ad Haiti e chiede "che siano messi in libertà quanti sono ancora sequestrati e che finisca ogni forma di violenza". Inoltre, "tutti offrano il proprio contributo per lo sviluppo pacifico del Paese, per il quale occorre un rinnovato sostegno della Comunità internazionale". Ed essendo oggi la Giornata mondiale dei malati di lebbra, incoraggia "quanti sono impegnati nel soccorso e nel reinserimento sociale di persone colpite da questa malattia".

Rivolgendosi infine ai ragazzi dell'Acr e della "Carovana della Pace", il Papa li ringrazia per il loro "impegno di costruire una società migliore". La giovanissima al suo fianco legge quindi il messaggio: "come ogni anno, siamo qui per gridare a tutta la città e al mondo intero la nostra voglia di Pace! In questi giorni è difficile pensare alla pace, molte guerre sono combattute anche vicino a noi: sembra che a nessuno importi di fare la pace. Noi, invece, vogliamo stare dalla parte della pace, provando a spegnere, nel nostro piccolo, il fuoco dell'odio e della violenza".

(Foto: Vatican News)