Dialogo: da Rondine appello Ucei, Ucooi, Coreis e Chiesa alla convivenza
Per dare l’addio all’attività di testimonianza Liliana Segre scelse Rondine, la cittadella della pace nelle vicinanze di Arezzo che opera da anni per smussare tensioni tra popoli e identità in conflitto. A partire dai giovani. Guardava di nuovo ai giovani l’iniziativa Avversari sì, nemici mai svoltasi lunedì scorso nel borgo, rivolta in particolare al mondo di calcio.
Ad innescarla - riferisce il portale Moked/Pagine Ebraiche - la recente partita di pallone tra Italia e Israele, al centro di varie polemiche dopo l’iniziale rifiuto del sindaco di Udine Alberto Felice De Toni di concedere il patrocinio dell’amministrazione comunale all’evento. Il rifiuto è poi rientrato in prossimità della partita e l’associazione Rondine è stata chiamata a collaborare «per preservare lo spirito agonistico positivo dello sport», come rivendicato nelle scorse ore. Attorno a questa prospettiva lunedì si sono confrontati vari ospiti “convocati” alla cittadella della pace: tra gli altri il sindaco De Toni stesso, la presidente Ucei Noemi Di Segni, l’imam Izzedin Elzir per l’Ucoii e l’arcivescovo della città friulana Riccardo Lamba.
«Oggi accade qualcosa di speciale: siete voi a essere maestri per questi giovani, testimoniando come gli adulti possono aiutare a dare loro coraggio, a superare il disorientamento e la paura. Siete qui per insegnare loro che si può costruire una cultura della convivenza e del riconoscimento reciproco», ha sottolineato in apertura Franco Vaccari, il presidente di Rondine.
Nel corso dell’iniziativa la presidente Ucei ha esortato i giovani «ad avere il coraggio di guardarsi negli occhi, di riconoscere la dignità altrui: abbiamo il dovere di creare capacità di convivenza nelle nostre comunità». Scegliendo la vita per noi, ha aggiunto Di Segni, «possiamo trasmetterla anche ai giovani». Così l’imam Elzir: «Dobbiamo lavorare insieme, con grande sforzo, per realizzare progetti concreti. È fondamentale che chi è qui oggi lavori come una squadra».
Lo sport è un valore aggiunto anche secondo Maurizio Francini, responsabile del centro tecnico di Coverciano. Soprattutto per due ragioni: perché «è concreta testimonianza e utile strumento di dialogo, di pace e di convivenza civile» e perché «riconosce il rispetto per l’avversario nelle sue regole e nei suoi valori». Per il sindaco De Toni, vedere che la partita dello scorso 14 ottobre con le sue tensioni extra campo «è stata tramutata in un momento di dialogo e di pace è per noi un grande orgoglio».
[Fonte e Foto: Moked/Pagine Ebraiche]