IL LIBRO / Sindone: Hitler e il piano segreto per impossessarsi del Sacro Lino

Nel 1939 la reliquia più celebre della cristianità fu nascosta a Montevergine per sottrarla all’ossessione di Hitler. Una storia avvincente di misteri, intrighi e fede, raccontata in un nuovo libro edito da Rubbettino.
Un giallo internazionale nell’Abbazia di Montevergine. Il libro di Salvatore Giannella e Gaetano Gramaglia, “Salvate la Sindone. Una missione tra fede, guerra e spie” (Rubbettino 2025, 144 p., 18.00 euro) racconta una pagina poco conosciuta della Seconda guerra mondiale: è la storia di un viaggio dal Piemonte alla Campania della reliquia più famosa della religione cattolica.
Vittorio Emanuele III nel settembre 1939, l’indomani dell’invasione della Polonia da parte della Germania, nel timore che Hitler volesse entrare in possesso del sacro lenzuolo, decide di nasconderlo prima al Quirinale, poi in Vaticano. A questo punto, grazie anche all’intercessione del Cardinale Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, si sceglie come nascondiglio l’Abbazia benedettina di Montevergine, nel comune irpino di Mercogliano. Il trasferimento avviene nel massimo riserbo, a bordo di un’autovettura senza scorta. Perché Re Vittorio Emanuele III di Savoia sceglie l’Abbazia di Montevergine piuttosto che il Vaticano, in apparenza un luogo più sicuro per custodire la Sacra Sindone? Qual è il ruolo del Vaticano, in particolare del Cardinal Montini, nell’organizzazione del trasferimento della preziosa reliquia? In che modo la Sacra Sindone viene custodita dai frati benedettini? Fu mai in pericolo? E quali altri tesori di cultura e di arte furono salvati dagli stessi monaci? Ecco, queste le principali domande a cui il libro tenta di dare una risposta.
Non smette quindi di far parlare di sé il lenzuolo più famoso della storia. Dopo le recenti scoperte che hanno riacceso il dibattito sulla sua datazione medievale, il libro di Giannella e Gramaglia porta alla luce alcuni dettagli poco noti sulla storia recente della reliquia più celebre della cristianità. Una vicenda avvincente in cui la Storia si intreccia con il Mistero.
Al centro del racconto c’è l’ossessione di Adolf Hitler per la reliquia torinese, che il Führer considerava non solo un simbolo di potere spirituale, ma anche un talismano legato a componenti esoteriche e alla sua visione di un nuovo ordine religioso-politico. Già nel 1938, durante la sua visita in Italia, Hitler mostrò un interesse morboso per il Sacro Lino, alimentando il timore di un furto o di una confisca da parte nazista.
Per metterla al sicuro, nel 1939 Vittorio Emanuele III, con l’appoggio di Pio XII e di Giovanni Battista Montini (il futuro Paolo VI), fece trasferire in segreto la reliquia nell’abbazia di Montevergine, in Irpinia. Questo santuario, sorto attorno alla devozione per la Madonna nera di Mamma Schiavona, non è solo un luogo di fede millenaria, ma anche un simbolo di accoglienza: da secoli rappresenta un rifugio spirituale per i femminielli napoletani, che vi compiono ogni anno il tradizionale pellegrinaggio, riconoscendo in esso un legame profondo con la figura materna e misericordiosa della Vergine.
Protetta per oltre sette anni dai monaci benedettini, la Sindone riuscì così a sfuggire alle mire di Hitler e alla furia della guerra. Il libro racconta quella missione corale di fede, spionaggio e coraggio civile che salvò la più preziosa delle reliquie cristiane, custodita in un santuario che è al tempo stesso simbolo universale di inclusione e speranza.
Salvatore Giannella è giornalista e saggista. È stato direttore dell’Europeo e di Airone.
Gaetano Gramaglia, laureato in scienze dell’investigazione, da sempre appassionato di storia è stato peacekeeper in aree di crisi.
[Foto: Rubbettino Editore]