Il Papa alla Cop29 di Baku, "i Paesi ricchi riconoscano il debito ecologico, condonare il deficit dei Paesi poveri"

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Il Messaggio letto dal card. Parolin. "Più che una questione di generosità, questa è una questione di giustizia. Serve una nuova architettura finanziaria internazionale". E ancora: "lo sviluppo economico ha accresciuto le disuguaglianze", e "l’indifferenza è complice dell’ingiustizia", mentre "la salvaguardia del creato è strettamente legata al tema della pace".

"Quando si parla di finanza per il clima, è importante ricordare che debito ecologico e debito estero sono due facce della stessa medaglia, che ipoteca il futuro. In questa prospettiva, vorrei ribadire un Appello che Papa Francesco ha fatto in vista del Giubileo Ordinario dell'anno 2025, chiedendo alle nazioni più ricche 'di riconoscere la gravità di tante decisioni passate e di impegnarsi a condonare i debiti dei Paesi che non saranno mai in grado di ripagarli'". E' quanto ha affermato il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin nel pronunciare il messaggio in inglese di papa Francesco alla Conferenza degli Stati parte alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP29), che ha luogo a Baku dall’11 al 22 Novembre 2024.

"'Più che una questione di generosità, questa è una questione di giustizia. Ciò è reso ancora più grave oggi da una nuova forma di ingiustizia che riconosciamo sempre di più, vale a dire che 'esiste un vero e proprio 'debito ecologico', in particolare tra il Nord e il Sud del mondo, connesso a squilibri commerciali con effetti sull’ambiente e all’uso sproporzionato delle risorse naturali da parte di alcuni Paesi per lunghi periodi di tempo'", ha detto ancora Parolin citando le parole del Pontefice.

In effetti, ha proseguito, "è essenziale ricercare una nuova architettura finanziaria internazionale che sia incentrata sull’uomo, audace, creativa e basata sui principi di equità, giustizia e solidarietà. Una nuova architettura finanziaria internazionale che possa davvero garantire a tutti i Paesi, specialmente ai più poveri e a quelli più vulnerabili ai disastri climatici, percorsi di sviluppo sia a basse emissioni di carbonio sia ad alta condivisione che consentano a tutti di raggiungere il loro pieno potenziale e di vedere rispettata la propria dignità. Abbiamo le risorse umane e tecnologiche per invertire la rotta e perseguire il circolo virtuoso di uno sviluppo integrale che sia veramente umano e inclusivo".

"Lavoriamo insieme per garantire che la COP29 rafforzi anche la volontà politica di indirizzare queste risorse verso questo nobile obiettivo per il bene comune dell’umanità oggi e domani", esorta Francesco nel suo Messaggio. in cui assicura "della sua vicinanza, del suo sostegno e del suo incoraggiamento affinché la COP29 riesca a dimostrare che esiste una comunità internazionale pronta a guardare oltre i particolarismi e a porre al centro il bene dell'umanità e la nostra casa comune, che Dio ha affidato alla nostra cura e responsabilità".

Secondo il Papa, "i ​​dati scientifici a nostra disposizione non consentono ulteriori ritardi e rendono chiaro che la salvaguardia del creato è una delle questioni più urgenti del nostro tempo. Dobbiamo anche riconoscere che è strettamente interrelata alla salvaguardia della pace. La COP29 si inserisce in un contesto condizionato dalla crescente disillusione verso le istituzioni multilaterali e dalle pericolose tendenze a costruire muri. L’egoismo - individuale, nazionale e dei gruppi di potere - alimenta un clima di sfiducia e di divisione che non risponde alle esigenze di un mondo interdipendente in cui dovremmo agire e vivere come membri di un’unica famiglia che abita lo stesso villaggio globale interconnesso".

Per Francesco, inoltre, "lo sviluppo economico non ha ridotto le disuguaglianze. Al contrario, ha favorito la priorità del profitto e degli interessi particolari a scapito della tutela dei più deboli, e ha contribuito al progressivo peggioramento dei problemi ambientali. Per invertire la tendenza e creare una cultura del rispetto della vita e della dignità della persona umana è necessario comprendere che le conseguenze dannose degli stili di vita riguardano tutti e progettare insieme il futuro".

"Possa il principio delle 'responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità' orientare e ispirare i lavori di queste settimane - auspica ancora Bergoglio -. Che le responsabilità storiche e presenti diventino impegni concreti e lungimiranti per il futuro, affinché da queste settimane di lavoro possa emergere un Nuovo Obiettivo Quantificato Collettivo sulla Finanza per il Clima, tra i più urgenti di questa Conferenza. Occorre sforzarsi di trovare soluzioni che non compromettano ulteriormente lo sviluppo e la capacità di adattamento di molti Paesi già gravati da un debito economico paralizzante".

Richiamando ancora tutti alle proprie responsabilità, il Papa conclude avvertendo che "non possiamo 'passare oltre e guardare dall’altra parte'. L’indifferenza è complice dell’ingiustizia. Faccio appello, pertanto, affinché, pensando al bene comune, sappiamo smascherare i meccanismi di autogiustificazione che tante volte ci paralizzano: cosa posso fare? Come posso dare il mio contributo? Oggi non c’è tempo per l’indifferenza. Non possiamo lavarcene le mani, con la distanza, con la noncuranza, con il disinteresse. Questa è la vera sfida del nostro secolo".

[Foto: Vatican News]