Il Papa, "basta guerra, si torni a dialogo e diplomazia". Nuovo ambasciatore russo, "Francesco vuole incontrare Kirill"

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CITTÀ DEL VATICANO, 18 SET - "È tempo di trovare il cambiamento della pace, il cambiamento della fratellanza. E' ora che le armi cessino. Che si torni al dialogo, alla diplomazia. Cessino i disegni di conquista e di aggressione militare. Per questo ripeto: no alla guerra. No alla guerra". Sono forti e chiare le parole pronunciate da papa Francesco in spagnolo durante il collegamento da remoto con l'ex presidente americano Bill Clinton e la conferenza Clinton Global Initiative 2023, apertasi oggi a New York.

"È importante diffondere la cultura dell'incontro, la cultura del dialogo, la cultura dell'ascolto e della comprensione", ha detto il Pontefice dopo essere stato introdotto dall'ex presidente Usa. Citando anche le altre sfide globali come "il cambiamento climatico (sul quale pubblicherà il seguito della Laudato si', ndr), le crisi umanitarie che colpiscono migranti e rifugiati, l'assistenza all'infanzia", Francesco ha voluto aggiungere "il vento di guerra che soffia sul mondo, alimentando con lo spirito di guerra quella che più volte ho chiamato la terza guerra mondiale a pezzi". E verso il quale "è necessaria una grande e comune assunzione di responsabilità".

Il ritorno "al dialogo e alla diplomazia" restano quindi essenziali per Francesco. E ne è prova la missione di pace per l'Ucraina da lui affidata al cardinale di Bologna e presidente della Cei Matteo Zuppi, che dopo le prime quattro tappe - a Kiev, Mosca, Washington e Pechino - ora si appresta a tornare nella capitale russa, atteso da Serghei Lavrov, come annunciato con un'importante apertura dallo stesso ministro degli Esteri.
Intanto, dopo che all'indomani dell'invasione russa in Ucraina era andato all'Ambasciata russa presso la Santa Sede per incontrare l'allora ambasciatore Aleksandr Avdeev, oggi il Papa ne ha ricevuto in Vaticano il successore, Ivan Soltanovsky, nell'udienza per la presentazione delle Lettere credenziali.

Soltanovsky, sposato e con una figlia, 68 anni, è arrivato in Vaticano dopo essere entrato nel 1977 nel servizio diplomatico - prima dell'Urss e poi della federazione Russa - e aver ricoperto incarichi presso i Consolati generali a Karachi, Pakistan, e Calcutta, India; l'Ambasciata in India; la Rappresentanza permanente presso l'Osce. Inoltre è stato vice rappresentante permanente presso la Nato; rappresentante presso il Consiglio d'Europa (dal 2015 al 2022).

In un'intervista all'agenzia di stampa russa Ria Novosti, oggi Soltanovsky ha riferito che, nel corso dell'incontro con Bergoglio, il Pontefice "ha espresso interesse a continuare la missione di pace" per l'Ucraina. Di questo il neo-ambasciatore di Mosca ha discusso anche con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Ma Francesco ha manifestato al diplomatico russo anche la speranza di incontrare di nuovo il Patriarca Kirill, a quanto riferisce la stessa Ria Novosti sul suo sito.

"Papa Francesco ha ricordato calorosamente il suo incontro con il Patriarca Kirill all'Avana e ha espresso la speranza che non sarà l'ultimo e che potrà vedere di nuovo il Primate della Chiesa ortodossa russa", ha detto a Ria l'ambasciatore russo, che ha portato al Papa i saluti del capo della Chiesa ortodossa russa. E anche questi, in qualche modo, sono segni di "dialogo e diplomazia".

(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall'ANSA - Foto: Vatican News)