Il Papa, “inaccettabile quanto accade a Gaza: basta morti, rispettare il diritto umanitario”

CITTA’ DEL VATICANO, 17 SET – Nei giorni dell’offensiva di terra israeliana a Gaza City, in cui ancora decine e decine di palestinesi continuano a morire, mentre altre centinaia di migliaia, tra uomini, donne, bambini, anziani, sono in fuga verso il Sud della Striscia, tra fame e privazioni, in cerca di un qualche precario rifugio, il Papa esprime la sua vicinanza alle vittime di questa tragica emergenza, invocando ancora, una soluzione negoziata alla guerra e la fine della crisi umanitaria.
“Esprimo la mia profonda vicinanza al popolo palestinese a Gaza, che continua a vivere nella paura e a sopravvivere in condizioni inaccettabili, costretto con la forza a spostarsi ancora una volta dalle proprie terre”, ha detto oggi Leone XIV al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro.
“Davanti al Signore Onnipotente che ha comandato: ‘Non ucciderai’ (Es 20,13) e al cospetto dell’intera storia umana, ogni persona ha sempre una dignità inviolabile, da rispettare e da custodire”, ha richiamato.
“Rinnovo l’appello al cessate-il-fuoco, al rilascio degli ostaggi, alla soluzione diplomatica negoziata, al rispetto integrale del diritto umanitario internazionale”, ha detto ancora il Pontefice, invitando “tutti ad unirsi alla mia accorata preghiera, affinché sorga presto un’alba di pace e di giustizia”.
Leone XIV ai leader religiosi, “sinergia per la pace, una sola voce per la dignità umana”
Intanto, nel suo messaggio ai partecipanti all’VIII Congresso di Astana, in Kazakhstan, che si tiene dal 17 al 18 settembre, Leone XIV ricorda che quando le guide delle diverse fedi “si schierano insieme in difesa dei più vulnerabili”, della casa comune e delle dignità delle persone “testimoniano la verità che la fede unisce più di quanto divida”. Il servizio di Alessandro Di Bussolo per Vatican News.

Impegniamoci instancabilmente per l’armonia, creando “una sinergia per la pace”, disarmata e disarmante, “umile e perseverante, sempre pronta alla carità e vicina a chi soffre”. Preghiamo “fianco a fianco, serviamo spalla a spalla e parliamo con una sola voce ovunque la dignità umana sia a rischio”. Così, ricordando le sue prime parole da Papa, Leone XIV si rivolge con il suo messaggio, in inglese, ai leader delle religioni mondiali e tradizionali riuniti da questa mattina ad Astana, in Kazakhstan, fino a domani, per l’VIII Congresso. Un evento al quale nel 2022 ha partecipato anche Papa Francesco.
“Quando i leader religiosi si schierano insieme in difesa dei più vulnerabili, piantano alberi per prendersi cura della nostra casa comune o alzano una voce unita a sostegno della dignità umana, testimoniano la verità che la fede unisce più di quanto divida”.
La religione è sorgente di guarigione e riconciliazione
Così, prosegue il Pontefice, citando il tema del Congresso “Dialogo delle Religioni: Sinergia per il Futuro”, la sinergia “diventa un potente segno di speranza per tutta l’umanità, rivelando che la religione, nella sua essenza, non è fonte di conflitto ma sorgente di guarigione e riconciliazione”. E’ questo, per Papa Leone XIV, il ruolo vitale del dialogo interreligioso “in un’epoca segnata da conflitti violenti”. Ed è per questo che I partecipanti hanno risposto all’invito del presidente della Repubblica del Kazakhstan, Kassym-Jomart Tokayev, riunendosi “per rinnovare amicizie e crearne di nuove, uniti dal desiderio comune di portare guarigione al nostro mondo ferito e lacerato”.
Armonia tra noi, membri dell’unica famiglia umana
Il Papa sottolinea che “sinergia” vuol dire lavorare insieme, “sia tra di noi sia con il Divino” e che “ogni autentico impulso religioso favorisce il dialogo e la cooperazione”, nella consapevolezza “dell’interdipendenza che lega individui e nazioni”.
“In questa prospettiva, operare in armonia non è semplicemente una scelta pragmatica, ma un riflesso dell’ordine più profondo della realtà. È in sintonia con il tessuto stesso della nostra esistenza condivisa, come membri dell’unica famiglia umana”.
La solidarietà è sinergia in azione
E questa consapevolezza genera nella nostra coscienza, per Leone XIV, “un profondo senso di solidarietà – la convinzione che siamo responsabili gli uni degli altri”, come scriveva san Giovanni Paolo II nell’Enciclica Sollicitudo Rei Socialis del 1987. La solidarietà “è sinergia in azione: l’espressione vissuta dell’amore per il prossimo come per noi stessi, su scala globale”.
Le diversità fonte di arricchimento reciproco
Questa collaborazione tra le fedi, prosegue il Pontefice, “non è un invito a cancellare le differenze, ma piuttosto ad accogliere la diversità come fonte di arricchimento reciproco”. La Chiesa cattolica, fin dalla Dichiarazione conciliare Nostra Aetate, “riconosce e stima tutto ciò che vi è di ‘vero e santo’ nelle altre religioni”.
“Essa cerca infatti di promuovere una sinergia autentica, portando alla tavola dell’incontro i doni distintivi di ogni tradizione, dove ciascuna fede contribuisce con la propria sapienza e compassione al servizio del bene comune”.
Da Assisi ad Astana, passando per Abu Dhabi
Papa Leone XIV conclude il suo messaggio ricordando che questa sinergia per il futuro ha già portato frutti. Nel 1986, con lo storico incontro di preghiera tra i leader religiosi ad Assisi, convocato da Papa Giovanni Paolo II, che “mostrò che non può esserci pace tra le nazioni senza pace tra le religioni”. Nel 2019, quando il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la Convivenza Comune, firmato ad Abu Dhabi nel 2019 da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, “ha offerto una chiara via su come la sinergia religiosa possa promuovere la pace e la convivenza globali”. E infine nel 2022, durante l’ultimo incontro del Congresso di Astana, “quando leader di diverse fedi, incluso Papa Francesco, si sono uniti per condannare la violenza e l’estremismo, difendere i rifugiati e invitare tutti i responsabili a lavorare insieme per la pace”.
“Questi impegni di alto livello si riflettono in azioni concrete: quando avvengono disastri naturali, quando i rifugiati sono costretti a fuggire, o quando famiglie soffrono a causa della povertà estrema e della fame, le comunità di fede spesso si uniscono, lavorando fianco a fianco per portare sollievo e speranza a chi è più nel bisogno”.
Frutti per il bene di tutti i popoli
Il futuro che sogniamo, conclude il Pontefice, di pace, fraternità e solidarietà, “richiede l’impegno di tutte le mani e di tutti i cuori”. Possa l’Onnipotente, è la sua preghiera finale, “benedire i nostri sforzi e portare abbondanti frutti per il bene di tutti i popoli”.
[Foto: Vatican News]