Il Papa in Asia e Oceania, missione per la coesistenza delle fedi

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In Indonesia firma documento col grande imam. Nella cattolica Timor Est pesa ancora il caso abusi.

CITTÀ DEL VATICANO, 30 AGO - Per dire la rilevanza di questo 45esimo viaggio apostolico di papa Francesco - il più lungo del suo pontificato con 12 giorni di durata e una percorrenza di 32.814 km -, basti sottolineare che papa Francesco visiterà il Paese col maggior numero di musulmani al mondo, l'Indonesia, e quello, molto più piccolo, Timor Est (ex colonia portoghese con un recente passato di guerra proprio per l'indipendenza dall'Indonesia), dove c'è la più alta percentuale di cattolici sul pianeta, il 98%.

Gli altri Paesi visitati tra il 2 e il 13 settembre in questo lungo tour tra Asia sud-orientale e Oceania saranno Papua Nuova Guinea, crogiolo multiculturale con ampie sacche tribali, spesso in conflitto tra loro, e una Chiesa giovane, e Singapore, città-Stato e hub finanziario globale, proiettata verso le sfide e le contraddizioni socio-economiche e tecnologiche del futuro, nonché luogo dove vivono anche ampie quote di cinesi.

E se uno dei temi di questo viaggio, già messo in cantiere nel 2020 ma rinviato causa pandemia, saranno la vicinanza e il sostegno che il Papa vuole portare alle Chiese di frontiera, grandi o piccole, del continente asiatico e del Pacifico, in una regione dove tra l'altro il cattolicesimo vede ancora spazi di crescita ed evangelizzazione, tra i principali vi sarà senz'altro quello del dialogo tra le fedi e della convivenza pacifica tra culture diverse. Come pure di nuovi messaggi del Pontefice, in un contesto di nature lussureggianti ma anche di minacce di disastri ambientali, per la salvaguardia del creato dai grandi rischi della crisi climatica.
Non mancheranno, da parte di Francesco, anche riferimenti ai conflitti in corso nel mondo, e alla "terza guerra mondiale a pezzi", ormai una realtà conclamata.

Teatro degli appelli potrà essere lo Stato-arcipelago dell'Indonesia - seimila isole abitate su oltre 17 mila -, il più popoloso paese a maggioranza islamica del mondo, con oltre l'87% della popolazione di fede musulmana: uno Stato che però non è mai diventato teocratico e dove le differenze, anche religiose, vengono rispettate non solo a livello istituzionale.

Il Papa vi sarà dal 3 al 6 settembre, incontrando a Giakarta le autorità, il clero, i giovani, i poveri e rifugiati, privatamente i confratelli gesuiti. Oltre alla messa allo stadio, importante sarà l'incontro interreligioso alla Moschea Istiqlal, in occasione del quale Francesco firmerà una dichiarazione congiunta col grande imam ispirata al documento sulla fratellanza umana di Abu Dhabi, e visiterà anche il "tunnel dell'amicizia", che collega il luogo di culto islamico alla cattedrale.

In Papua Nuova Guinea (6-9 settembre), Stato del Commonwealth britannico, nella capitale Port Moresby il Pontefice incontrerà anche qui le autorità, quindi i bambini, i vescovi e il clero, e dirà messa allo stadio dove vedrà anche i giovani. Nella portuale Vanimo, invece, in un ambito di grandi ricchezze naturalistiche, vedrà i fedeli della diocesi e privatamente un gruppo di missionari.

A Timor Est (9-11 settembre), il Papa vedrà nella capitale Dili le autorità civili, visiterà i bambini disabili, incontrerà i vescovi e il clero, in privato i gesuiti, celebrerà messa nella spianata di Taci Tolu, e infine incontrerà i giovani. A Timor Est pesa ancora il caso, ammesso dal Vaticano due anni fa con l'emissione di sanzioni restrittive, del vescovo e Nobel per la Pace nel '96, Carlos Filipe Ximenes Belo, accusato di abusi sessuali su bambini e ragazzi e ritiratosi nel 2002 in Portogallo. Tre anni fa è stato invece riconosciuto colpevole di abusi su giovani ragazze un popolare missionario americano.

A Singapore (11-13 settembre), chiusura del viaggio con le visite alle autorità e l'incontro con la società civile, quello privato con i gesuiti, la messa allo stadio nazionale, la visita ad anziani e malati e l'incontro interreligioso con i giovani.

Nonostante la lunghezza e la fatica del viaggio e i numerosi spostamenti, per l'87enne Bergoglio, accompagnato come sempre da un medico e due infermieri, non sono state previste precauzioni sanitarie particolari, se non quelle consuete dei viaggi apostolici, "ritenute sufficienti", ha garantito il portavoce vaticano Matteo Bruni. Nei quattro Paesi, già visitati da Papi come Paolo VI e Giovanni Paolo II e che portano a 65 quelli da lui toccati, Francesco pronuncerà in tutto 16 discorsi, tutti in italiano tranne i quattro a Timor Est che saranno in spagnolo.

[Questo articolo è stato pubblicato ieri dall'ANSA; Photo Credits: Omnes/CNS photo/Paul Haring]