Il Papa, "in un tempo segnato dalle guerre essere artigiani di pace"

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Ai ragazzi delle Scuole di Pace, "pensate ai bambini ucraini e di Gaza".

CITTÀ DEL VATICANO, 19 APR - E' quasi la fine del suo discorso nella festosa udienza in Sala Nervi agli oltre seimila alunni e insegnanti della Rete nazionale delle Scuole di Pace, giunti da 94 città da tutta Italia. E il Papa, facendo una pausa, sembra per un momento raccogliersi in sé stesso. "Vorrei parlarvi due minuti sulla guerra - dice Francesco 'a braccio' -. Pensate ai bambini che sono in guerra, pensate ai bambini ucraini che hanno dimenticato di sorridere. Pregate per questi bambini, metteteli nel cuore i bambini che sono in guerra. Pensate ai bambini di Gaza, mitragliati, che hanno fame. Pensate ai bambini. Adesso un piccolo silenzio, e ognuno di noi pensi ai bambini ucraini e ai bambini di Gaza".

Poi, proprio al termine del suo intervento, ribadisce: "vi siano a cuore i bambini ucraini, che dimenticano di sorridere; i bambini di Gaza, che soffrono sotto le mitraglie". E' uno dei momenti più toccanti di un incontro che tale è anche per l'entusiasmo dei tanti ragazzi e ragazze sul tema della pace, in un momento in cui sempre nuove nubi oscure e venti di guerra attraversano il mondo, minacciando primariamente il loro futuro. E proprio "Trasformiamo il futuro. Per la pace, con la cura", è il tema dell'udienza, la terza del Papa alle Scuole di Pace.

Al suo ingresso nell'Aula Paolo VI il Pontefice, oltre che con un'ovazione e un corale "Grazie", viene accolto con uno sventolio di cartelli colorati con scritte come "Grazie Papa Francesco", "Fermiamo le guerre", "Facciamo pace". E il discorso che rivolge ai ragazzi è una sorta di manifesto programmatico sul loro impegno.

"Oggi più che mai, invece - avverte -, c'è bisogno di vivere con responsabilità, allargando gli orizzonti, guardando avanti e seminando giorno per giorno quei semi di pace che domani potranno germogliare e portare frutto. Grazie ragazzi e ragazze!". Il Papa sottolinea l'importanze del Summit per il Futuro che si terrà in settembre all'Onu "per affrontare le grandi sfide globali di questo momento storico e firmare un 'Patto per il Futuro' e una 'Dichiarazione sulle generazioni future'".

"Siete chiamati ad essere protagonisti e non spettatori del futuro", afferma Francesco, coinvolgendo i ragazzi in gioiosi botta e risposta e sollecitando risposte corali. "Non possiamo solo delegare le preoccupazioni per il 'mondo che verrà' e per la risoluzione dei suoi problemi alle istituzioni deputate e a coloro che hanno particolari responsabilità sociali e politiche", osserva.

Secondo il Pontefice, "le sfide odierne, e soprattutto i rischi che, come nubi oscure, si addensano su di noi minacciando il nostro futuro", "ci riguardano tutti, interrogano l'intera comunità umana, richiedono il coraggio e la creatività di un sogno collettivo che animi un impegno costante". Ma "si tratta di un sogno che richiede di essere svegli e non addormentati! - richiama - Sì, perché lo si porta avanti lavorando, non dormendo; camminando per le strade, non sdraiati sul divano; usando bene i mezzi informatici, non perdendo tempo sui social".

Per Francesco, inoltre, la pace "non è soltanto silenzio delle armi e assenza di guerra", ma è "dal 'prendersi cura' reciproco" che nasce "una società inclusiva, fondata sulla pace e sul dialogo". "In questo tempo ancora segnato dalla guerra, vi chiedo di essere artigiani della pace - è quindi l'appello, prima dei saluti e dell'abbraccio finale -; in una società ancora prigioniera della cultura dello scarto, vi chiedo di essere protagonisti di inclusione; in un mondo attraversato da crisi globali, vi chiedo di essere costruttori di futuro, perché la nostra casa comune diventi luogo di fraternità, di solidarietà e di pace".

(Questo articolo è stato pubblicato dall'ANSA; Photo Credits: Vatican Media)