Il Papa, "la guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità". "Mi spaventa la capacità autodistruttiva del genere umano"
"La guerra è un crimine contro l'umanità". Alza ulteriormente la voce, papa Francesco, contro l'inarrestabile avanzare dei conflitti nel mondo. E dopo aver amaramente constatato, nel discorso agli ambasciatori accreditati in Vaticano, che quella che lui stesso chiamava "la terza guerra mondiale a pezzi" ormai è "un vero e proprio conflitto globale", all'Angelus di oggi ha puntato il dito radicalmente contro il concetto stesso di guerra, definendola appunto "un crimine contro l'umanità".
"Non dimentichiamo quanti soffrono la crudeltà della guerra in tante parti del mondo, specialmente in Ucraina, in Palestina e in Israele", ha detto il Pontefice subito dopo la recita della preghiera mariana, memore in particolare dell'enorme dispendio di vite umane in termini di popolazione civile.
"All’inizio dell’anno ci siamo scambiati auguri di pace, ma le armi hanno continuato ad uccidere e distruggere - ha sottolineato -. Preghiamo affinché quanti hanno potere su questi conflitti riflettano sul fatto che la guerra non è la via per risolverli, perché semina morte tra i civili e distrugge città e infrastrutture". In altre parole, ha scandito Francesco, "oggi la guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità".
"Non dimentichiamo questo: la guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità", ha ribadito. Parole, quelle del Pontefice, che risuonano con un significato particolare mentre sono iniziate all'Aja le udienze alla Corte internazionale di giustizia sulle accuse del Sudafrica a Israele su un genocidio in corso a Gaza. E lo stesso papa Bergoglio, sempre nel discorso al Corpo diplomatico, nei giorni scorsi ha lanciato un forte richiamo contro i sanguinosi attacchi ai civili, sia in Ucraina che nella Striscia, come "crimini di guerra".
"I popoli hanno bisogno di pace! Il mondo ha bisogno di pace!", ha quindi esclamato oggi all'Angelus. "Ho sentito, pochi minuti fa, nel programma 'A Sua Immagine', padre Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme: lui parlava di "educare alla pace", ha osservato. "Dobbiamo educare alla pace - ha concluso il Papa -. Si vede che non siamo ancora - l’umanità intera - con un’educazione tale da fermare ogni guerra. Preghiamo sempre per questa grazia: educare alla pace".
Intanto, anche nell'intervista a Fabio Fazio andata in onda in serata a 'Che tempo che fa', sul canale Nove, Francesco ha risposto a diverse domande sulla guerra. "C’è un’apparente autodistruzione, è difficile fare la pace, non so perché - ha affermato -. Quando nel 2014 sono andato a Redipuglia ho visto il risultato di quella strage e ho pianto. Ogni primo novembre vado in un cimitero a celebrare; quando sono andato ad Anzio c’erano ragazzi giovani, tutti morti. L’ultima volta sono andato al Cimitero Inglese, guardavo le età e pensavo alle mamme che ricevono quella lettera: ‘Signora ho l’onore di dirle che suo figlio è un eroe…’. ‘No, io voglio il figlio, non l’eroe’. E pensiamo a cosa significa una guerra, pensiamo allo Sbarco in Normandia di cui è stato celebrato tempo fa l’anniversario ma sulla spiaggia della Normandia sono rimasti 20.000 ragazzi… questa è la guerra!".
Sul suo impegno per la pace, e sulle reali possibilità di arrivare alla fine dei conflitti, "la speranza è come la forza che ci porta avanti. La speranza non delude, mai - ha risposto -. C’era la Turandot che diceva che deludeva... ma adesso la speranza non delude, mai delude. Dobbiamo aggrapparci alla speranza. L’immagine della speranza è l’ancora, che tu la butti e vai avanti, aggrappato alla corda per arrivare alla spiaggia. E quest’ancora mai delude. Ma siamo noi a fabbricare delle delusioni, tante, criminali. Tutti i giorni sento telefonicamente la parrocchia di Gaza, mi raccontano le cose terribili che succedono, quanti arabi morti e quanti israeliani morti, due popoli chiamati a essere fratelli, che si distruggono l’un l’altro. Questa è la guerra: distruggere!".
"La guerra è cominciata all’inizio della Creazione, con Caino e Abele, sono iniziate le inimicizie, i crimini di guerra - ha rievocato Francesco -. Poi nella storia sempre ci sono state le guerre. La guerra è un’opzione egoistica, che ha questo gesto: prendere per me. Mentre la pace ha il gesto contrario: dare, e dare la mano. È vero che è rischioso fare la pace, ma è più rischiosa la guerra. Vediamo le due guerre che sono vicine adesso, ma pensa che da quando è finita la Seconda Guerra Mondiale ad adesso – ho detto - non sono mai finite le guerre. Adesso vediamo quella Ucraina-Russia e Palestina-Israele… Come mai non si può fare la pace? Dietro le guerre, diciamolo, con un po’ di vergogna, c’è il commercio delle armi. Diceva un economista che in questo momento gli investimenti che danno, interessi, più soldi sono le fabbriche delle armi. Investire per uccidere. Questa è una realtà, io non suono il violino, questa è realtà".
Alla domanda su cosa passa nelle menti di chi progetta la guerra, "È difficile esprimere una motivazione generale - ha spiegato -. In alcuni il senso di patriottismo, in altri l’interesse economico, in altri l’idea di fare un impero e mandare avanti il potere del dominio. Ognuno ha le motivazioni proprie, ma le guerre sono sempre per distruggere. Guarda le immagini delle guerre adesso, guarda le immagini della striscia di Gaza, guarda quelle della Crimea o dell’Ucraina. Distruggere. Un’esperienza che ho avuto un paio di anni fa, sono andato in visita in un paese europeo, dovevo fare da una città a un’altra in elicottero ma quel giorno c’era la nebbia e abbiamo fatto un paio di ore di macchina. La gente nei villaggi sapeva del mio passaggio tramite la radio e mi aspettava. C’erano bambine e bambini, coppie giovani, coppie di mezza età, c’erano nonne e signore anziane ma raramente qualche anziano. Cosa significa questo? La guerra… Questi uomini non sono arrivati alla vecchiaia. La guerra è così, distrugge, uccide".
"Mercoledì scorso - ha detto ancora - è venuta una delegazione di bambini dell’Ucraina, hanno visto qualcosa della guerra e, dico una cosa Fabio, nessuno di loro sorrideva. I bambini spontaneamente sorridono, io gli davo delle cioccolate e loro non sorridevano. Avevano dimenticato il sorriso e che un bambino dimentichi il sorriso è criminale. Questo fa la guerra: impedisce di sognare".
Per il Papa, "il male arriva dal proprio cuore, sempre. Noi abbiamo la possibilità di scegliere sempre: o il bene o il male. Il cuore ha la capacità di fare il male da sempre, fin dall’inizio. Pensa alla lite dei fratelli Caino e Abele. E poi pensa a tutte le guerre che si sono susseguite. Il cuore ha la capacità di fare il bene o il male, qui si radica la propria libertà, l’uomo è libero. Tante volte è condizionato da questioni politiche e sociali, abbiamo parlato dei bambini, di come sono condizionati, ma il cuore dell’uomo è libero. E quando un capo di stato decide di fare una guerra - una guerra offensiva, non difensiva - lo fa con libertà. E poi non dimentichiamo che il commercio che oggi dà di più è il commercio delle armi. E tante volte le guerre si continuano, si fanno più ampie, per vendere le armi o per provare armi nuove. La gente che muore è il prezzo che si paga".
Infine, su cosa gli fa paura: "Qualcosa sì, mi fa paura. Alcune cose mi fanno paura. Ad esempio questa escalation bellica mi fa paura, questo portare avanti passi bellici nel mondo, uno si domanda come finirà, con le armi atomiche adesso che distruggono tutto, come finiremo, come l’arca di Noè? Questo mi fa paura, la capacità di autodistruzione che oggi ha l’umanità".
(Foto: Vatican News; Che tempo che fa)