Il Papa, “la guerra negazione dell’umanità”

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E nel Messaggio per la 58a Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, dedicato agli effetti dell’uso dell’intelligenza artificiale nell’informazione, riserva un pensiero anche ai reporter di guerra: “L’uso dell’intelligenza artificiale potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione, se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà.

CITTA’ DEL VATICANO, 24 GEN – “Sabato prossimo, 27 gennaio, si celebra la Giornata internazionale di commemorazione delle vittime dell’Olocausto“, ha ricordato oggi papa Francesco al termine dell’udienza generale nell’Aula Paolo VI, dopo aver incentrato la sua catechesi sul vizio dell’avarizia. “Il ricordo e la condanna di quell’orribile sterminio di milioni di persone ebree e di altre fedi, avvenuto nella prima metà del secolo scorso, aiuti tutti a non dimenticare che le logiche dell’odio e della violenza non si possono mai giustificare, perché negano la nostra stessa umanità”, ha auspicato il Pontefice.

“La guerra stessa è una negazione dell’umanità“, ha proseguito quindi Francesco in un secondo appello. “Non stanchiamoci di pregare per la pace – ha esortato -, perché cessino i conflitti, perché si arrestino le armi e si soccorrano le popolazioni stremate. Penso al Medio Oriente, alla Palestina, a Israele, penso e alle notizie inquietanti che provengono dalla martoriata Ucraina, soprattutto per i bombardamenti che colpiscono luoghi frequentati da civili, seminando morte, distruzione e sofferenza”.

“Prego per le vittime e per i loro cari, e imploro tutti, specialmente chi ha responsabilità politica, a custodire la vita umana mettendo fine alle guerre – ha aggiunto -. Non dimentichiamo: la guerra sempre è una sconfitta, sempre. Solo ‘vincono’ – tra virgolette – i fabbricanti di armi”.

Intanto, nel Messaggio per la 58a Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali, pubblicato oggi nella ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il Papa riserva anche un pensiero ai reporter di guerra, nell’ambito di una trattazione sugli effetti e sulle necessarie cautele etiche e normative nell’uso dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’informazione.

Secondo il Pontefice, “la rappresentazione della realtà in big data, per quanto funzionale alla gestione delle macchine, implica una perdita sostanziale della verità delle cose, che ostacola la comunicazione interpersonale e rischia di danneggiare la nostra stessa umanità”. “L’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale – avverte nel suo Messaggio -: implica il corpo, lo stare nella realtà; chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze; esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione”.

“Penso al racconto delle guerre e a quella ‘guerra parallela’ che si fa tramite campagne di disinformazione”, spiega Francesco. “E penso a quanti reporter sono feriti o muoiono sul campo per permetterci di vedere quello che i loro occhi hanno visto. Perché solo toccando con mano la sofferenza dei bambini, delle donne e degli uomini, si può comprendere l’assurdità delle guerre”, sottolinea.

“L’uso dell’intelligenza artificiale potrà contribuire positivamente nel campo della comunicazione, se non annullerà il ruolo del giornalismo sul campo, ma al contrario lo affiancherà – aggiunge il Papa -; se valorizzerà le professionalità della comunicazione, responsabilizzando ogni comunicatore; se restituirà ad ogni essere umano il ruolo di soggetto, con capacità critica, della comunicazione stessa”.

(Foto: Vatican News)