Il Papa, "nessuno può impedire di far arrivare aiuti a Gaza"
Un nuovo appello di pace per il Medio Oriente e l'Ucraina, sottolineando che "per fare la pace ci vuole coraggio, molto più coraggio che per fare la guerra". Il ricordo della preghiera di due giorni fa per il decimo anniversario dell'incontro in Vaticano con Shimon Peres e Abu Mazen, una testimonianza, quella, "che stringersi la mano è possibile". E un forte richiamo sulla situazione umanitaria a Gaza, con il monito che "nessuno può impedire" di farvi pervenire gli aiuti. Sono i punti principali toccati da papa Francesco oggi alla recita dell'Angelus in Piazza San Pietro.
"Dopodomani, in Giordania - ha detto dapprima il Pontefice -, si terrà una conferenza internazionale sulla situazione umanitaria a Gaza, convocata dal Re di Giordania, dal Presidente dell’Egitto e dal Segretario Generale delle Nazioni Unite". "Mentre li ringrazio per questa importante iniziativa- ha aggiunto -, incoraggio la Comunità internazionale ad agire urgentemente, con ogni mezzo, per soccorrere la popolazione di Gaza stremata dalla guerra. Gli aiuti umanitari devono poter arrivare a chi ne ha bisogno, e nessuno lo può impedire".
Francesco ha quindi ricordato che "ieri ricorreva il 10° anniversario dell’Invocazione della pace in Vaticano, alla quale erano stati presenti il Presidente israeliano, il compianto Shimon Peres, e quello Palestinese, Abu Mazen". "Quell’incontro ci testimonia che stringersi la mano è possibile, e che per fare la pace ci vuole coraggio, molto più coraggio che per fare la guerra - ha sottolineato -. Pertanto incoraggio i negoziati in corso tra le parti, anche se non sono facili, ed auspico che le proposte di pace, per il cessate-il-fuoco su tutti i fronti e per la liberazione degli ostaggi, vengano subito accettate per il bene dei palestinesi e degli israeliani".
"E non dimentichiamo il martoriato popolo ucraino, che più soffre e più anela alla pace - ha detto ancora il Papa -. Saluto questo gruppo ucraino con le bandiere che sono lì. Vi siamo vicini! È un desiderio, questo della pace, perciò incoraggio tutti gli sforzi che si fanno perché la pace possa costruirsi quanto prima, con l’aiuto internazionale. E non dimentichiamo il Myanmar".
Nel saluto finale ai romani e ai pellegrini di tanti Paesi, Il Pontefice ha quindi salutato "in particolare gli insegnanti del Ginnasio 'San Giovanni Paolo II' di Kyiv (Ucraina), Slava Isusu Khrystu! (Sia lodato Gesù Cristo), che incoraggio nella loro missione educativa in questo tempo così difficile e doloroso".
[Photo Credits: Vatican News]