Il Papa, “punire chi usa la fame come strumento di guerra”

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Alla Fao: “La mancanza di cibo è scandalo, si preferisce investire in armi”. Il servizio di Manuela Tulli per l’ANSA.

CITTÀ DEL VATICANO, 30 GIU – La fame nel mondo resta un’emergenza e non sembra esserci la volontà di investire per risolvere, una volta per tutte, questo problema planetario che si trascina da decenni. Si preferisce investire in armi. Anzi, la fame stessa è diventata un’arma di guerra a basso costo. E’ un vero e proprio ‘j’accuse’, quello di Papa Leone XIV che oggi ha indirizzato un suo messaggio alla Fao.

“Oggi assistiamo, sgomenti, all’uso iniquo della fame come arma di guerra. Affamare una popolazione è un modo molto economico per fare la guerra”, afferma Papa Leone sottolineando che “in questi tipi di conflitti, i primi obiettivi militari diventano le reti di approvvigionamento idrico e le vie di comunicazione”. “E’ tempo che il mondo adotti limiti chiari, riconoscibili e concordati per punire questi abusi e perseguire i responsabili e gli autori. Rinviare la soluzione a questa situazione devastante non aiuterà; al contrario, l’angoscia e le difficoltà dei bisognosi continueranno ad accumularsi”.

Il messaggio del Papa fa una disamina puntuale di tutto ciò che non viene fatto per risolvere la fame nel mondo, dall’accumulazione avida ai mancati progetti per una economia più sostenibile. Un atteggiamento, questo, improntato a decisioni senza visione. “Non dobbiamo dimenticare che prima o poi dovremo dare spiegazioni alle generazioni future – è il monito di Prevost -, che erediteranno ingiustizia e disuguaglianza se non agiamo con buonsenso ora”.

Papa Leone, in scia ai tanti appelli che erano stati lanciati da Papa Francesco, definisce la questione della fame nel mondo “uno scandalo”. “L’insicurezza alimentare e la malnutrizione continuano a rappresentare una delle maggiori sfide del nostro tempo. La Chiesa incoraggia ogni iniziativa volta a porre fine allo scandalo della fame nel mondo”. Per il Papa “la chiave per sconfiggere la fame sta più nella condivisione che nell’accumulo avido. Qualcosa che oggi abbiamo forse dimenticato perché, nonostante alcuni passi importanti siano stati compiuti, la sicurezza alimentare globale continua a deteriorarsi, rendendo sempre più improbabile il raggiungimento dell’obiettivo Fame Zero dell’Agenda 2030”.

[Foto: La Civiltà Cattolica]