Il Papa, “si fermi subito la barbarie della guerra, soluzione pacifica per il Medio Oriente”

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Messa ad Albano e Angelus a Castel Gandolfo. “No alla punizione collettiva e allo spostamento forzato della popolazione”. E ai giornalisti dice: “dialogare e lasciare le armi, il mondo non sopporta più la guerra”.

CASTEL GANDOLFO (ROMA), 20 LUG – “Chiedo nuovamente che si fermi subito la barbarie della guerra e che si raggiunga una risoluzione pacifica del conflitto”. A soli tre giorni dalle cannonate israeliane contro la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia a Gaza, papa Leone XIV lancia ancora un forte appello per la fine della guerra che insanguina il Medio Oriente.

“Continuano a giungere anche in questi giorni notizie drammatiche dal Medio Oriente, in particolare da Gaza”, dice il Pontefice all’Angelus in Piazza della Libertà a Castel Gandolfo, dopo la messa domenicale celebrata nella cattedrale di Albano.

“Esprimo il mio profondo dolore per l’attacco dell’esercito israeliano contro la Parrocchia cattolica della Sacra Famiglia in Gaza City; come sapete giovedì scorso ha causato la morte di tre cristiani e il grave ferimento di altri – afferma -. Prego per le vittime, Saad Issa Kostandi Salameh, Foumia Issa Latif Ayyad, Najwa Ibrahim Latif Abu Daoud, e sono particolarmente vicino ai loro familiari e a tutti i parrocchiani”.

“Tale atto, purtroppo, si aggiunge ai continui attacchi militari contro la popolazione civile e i luoghi di culto a Gaza”, sottolinea Leone, che aggiunge: “alla comunità internazionale rivolgo l’appello a osservare il diritto umanitario e a rispettare l’obbligo di tutela dei civili, nonché il divieto di punizione collettiva, di uso indiscriminato della forza e di spostamento forzato della popolazione”.

“Ai nostri amati cristiani mediorientali dico – conclude il Papa -: sono vicino alla vostra sensazione di poter fare poco davanti a questa situazione così drammatica. Siete nel cuore del Papa e di tutta la Chiesa. Grazie per la vostra testimonianza di fede. La Vergine Maria, donna del Levante, aurora del Sole nuovo che è sorto nella storia, vi protegga sempre e accompagni il mondo verso albori di pace”.

Prima dell’Angelus, lasciandosi intervistare dai giornalisti all’uscita della messa ad Albano, Prevost dichiara che “dobbiamo dialogare e lasciare le armi”, “il mondo non sopporta più” la guerra, “dobbiamo pregare e avere fiducia in Dio”. Su Gaza, “abbiamo insistito sulla necessità di proteggere i luoghi sacri – aggiunge – e lavorare insieme in questo senso, lasciare tanta violenza e tanto odio”.

Intanto, nell’omelia della messa, il Papa rileva che “sono giorni in cui abbiamo più tempo libero, sia per raccoglierci e meditare, che per incontrarci, spostandoci e scambiandoci visite. Approfittiamone per assaporare, venendo dal turbine di impegni e preoccupazioni, qualche momento di quiete, di raccoglimento, come pure per condividere, recandoci in qualche posto, la gioia di vederci – come per me, oggi, qui –, facciamone l’occasione per prenderci cura gli uni degli altri, per scambiarci esperienze, idee, per offrirci reciprocamente comprensione e consiglio: questo ci fa sentire amati, e tutti ne abbiamo bisogno”. “Facciamolo con coraggio – esorta Leone XIV -. Promuoveremo, in questo modo, nella solidarietà, nella condivisione della fede e della vita, una cultura di pace, aiutando anche chi ci sta attorno a superare fratture, ostilità e a costruire comunione: tra le persone, tra i popoli, tra le religioni”.

Da Gaza, dove oggi il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa conclude la sua visita di solidarietà alla comunità locale, il parroco Gabriel Romanelli – anch’egli colpito non gravemente nel raid israeliano che ha provocato tre morti e diversi feriti – racconta ai media vaticani che “la situazione continua ad essere molto grave in tutta la Striscia, siamo stati riconfortati della vicinanza della Chiesa, come sempre. Ci ha chiamato Papa Leone. È venuto il patriarca latino, ancora una volta, il cardinale Pierbattista Pizzaballa ed è stato accompagnato dal patriarca greco-ortodosso. Una visita molto sentita, bellissima veramente, in mezzo a questa tragedia il conforto, la preghiera, la vicinanza dei pastori, di tutti i fedeli, di tutte le persone di buona volontà”.

“La situazione continua ad essere molto grave”, spiega il missionario argentino, “continuiamo a pregare per la pace, a convincere il mondo che questa guerra non porterà niente di buono, quindi quanto prima finisce sarà meglio, meglio per tutti: per la Palestina, per Israele, per tutti i cittadini”.

“Nella messa di quello stesso giorno, nella chiesa ortodossa dove abbiamo già seppellito i morti – prosegue – , abbiamo detto la preghiera del Signore Gesù: ‘Signore perdonali perché non sanno quello che fanno’. Che veramente il Signore non solo perdoni quelli, ci perdoni a noi, perdoni tutto il mondo.
Giacché il perdono del Signore è fonte di grazia, di pace di riconciliazione”.

“Quindi – conclude – vi chiedo ancora le preghiere e cerchiamo di convincere tutto il mondo a finire questa guerra in ordine di ricominciare a ricostruire la pace, la giustizia, la riconciliazione sia in Palestina che in Israele”.

E sempre ai media vaticani, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin spiega che papa Leone all’Angelus di oggi ha pronunciato i nomi delle tre vittime dell’attacco israeliano di tre giorni prima alla Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, ma in quei nomi “sono presenti tutte le vittime” di Gaza.

“Il Santo Padre nell’Angelus di oggi, in cui ha ricordato le tragiche vicende di Gaza di questi giorni – afferma il segretario di Stato vaticano, che sta trascorrendo un periodo di riposo a Fiera di Primiero, in Trentino, ospite della canonica di Siror. – ha voluto anche ricordare esplicitamente alcune vittime. Evidentemente, nei nomi di queste vittime sono presenti tutte le vittime della tragedia di Gaza”.

“Non c’è assolutamente distinzione tra gli uni e gli altri – aggiunge Parolin – tutti sono oggetto di una violenza inaccettabile, tutti sono vittime di un conflitto che deve terminare al più presto. Li prendiamo, li sentiamo davvero tutti presenti nel nostro cuore e per tutti, per tutti, imploriamo la pace di Dio e soprattutto, grazie al loro sacrificio, al loro sangue, anche la fine di questa tragedia”.

[Foto: Vatican Media]