Il Papa, “sono molto rispettoso della Cina”. “Sulla ‘grande Russia’ parlavo in senso culturale”

AEREO PAPALE, 04 SET – Cina, Russia, la seconda parte della Laudato si’, il Sinodo, i drammi delle periferie. Sono molti i temi toccati da papa Francesco nei quasi 40 minuti di conversazione con i giornalisti sul volo di ritorno dalla Mongolia. “I rapporti con la Cina sono molto rispettosi, personalmente ho una grande ammirazione”, risponde alla serie di domande dei cronisti al seguito.
“Per la nomina dei vescovi c’è una commissione che lavora, cinese e col Vaticano, da tempo c’è dialogo”, osserva Francesco. “E poi ci sono tanti preti cattolici o intellettuali cattolici che sono invitati da Università cinesi per insegnare lì”. “Credo che dobbiamo andare più avanti – prosegue – sul senso religioso, per capirci di più. E i cattolici cinesi non pensino che la Chiesa dipende da una potenza straniera”. “È una strada amichevole – ribadisce -. Sta facendo bene la commissione presieduta dal card. Parolin, fanno un buon lavoro, anche da parte cinese. I rapporti sono così, in cammino”.
Meno eloquente è il Papa sulla missione di pace del cardinale Matteo Zuppi e sull’attesa tappa a Pechino. “Zuppi è un uomo di universalità e di grande dialogo – sottolinea -. C’è la sua storia del lavoro fatto col Mozambico per la pace”. E la missione?, incalzano i cronisti: “Va…”, taglia corto il Papa.
Francesco risponde anche alle accese polemiche sulle sue frasi sulla “grande madre Russia” che hanno tanto irritato gli ucraini. “Non sarà stato felice, parlando della ‘grande Russia’, non in senso geografico bensì culturale, ma mi è venuto in mente quello che mi hanno insegnato a scuola: Pietro I, Caterina II…”. “Che forse non è proprio giusto – ammette -, che gli storici ci dicano, ma è sta un’aggiunta che mi è venuta in mente. Ma quello che volevo comunicare è di farsi carico della propria eredità”.
“Mettiamo dove è stata fatta la cosa – ricorda Francesco -: un dialogo con i giovani russi. Alla fine del dialogo, io ho mandato un messaggio a loro, un messaggio che ripeto sempre: di farsi carico della loro eredità. Una cosa che dico dappertutto, come quando invito al dialogo tra nonni e nipote. E questo è stato il messaggio”. “Secondo passo: esplicitare l’eredità della ‘Grande Russia’, e pensate che significa nel campo delle lettere, nel campo della musica, fino ad arrivare a Dostoevskij, ci vuole un umanesimo maturo. E farsi carico di questo, che si è sviluppato nell’arte, nella letteratura. Questo – spiega – è perché ho parlato dell’eredità”.
Replicando quindi all’accusa di aver in qualche modo esaltato l’imperialismo russo, il Papa ribadisce: “io parlavo della cultura, e la trasmissione della cultura mai è imperiale, è sempre dialogare, e parlavo di questo”. “È vero – aggiunge – che ci sono imperialismi che vogliono imporre ideologie. Quando la cultura viene distillata e diventa ideologia, questo è veleno”. E ciò avviene “anche nella Chiesa”, punta il dito Francesco.
Nel Sinodo per la sinodalità, dice, “non c’è posto per l’ideologia: c’è posto per tutt’altro, confrontarsi tra fratelli e sorelle sulla vita della Chiesa e il dialogo con il mondo”. E non è vero che non sia aperto. “È apertissimo, è apertissimo! – insorge -. C’è una commissione, presieduta da Ruffini, che tutti i giorni produrrà notizie. Più aperto di così! Questa commissione sarà molto rispettosa degli interventi, e cercherà di non fare chiacchiericcio”.
Sul clima il Papa dice di rifiutare gli “estremismi”, ma “i giovani sono preoccupati per il loro futuro”. E la seconda parte della Laudato si’, che uscirà alla festa di San Francesco, è “una revisione su cosa è successo a partire dall’Accordo di Parigi fino ad oggi. C’è qualche notizia, cose che non sono state risolte, e un’analisi della situazione”.
Per quanto riguarda i drammi che avvengono nelle periferie, “i governi devono fare giustizia sociale vera”. Francesco scherza su un suo possibile viaggio in Vietnam: “sono sicuro che ci andrà Giovanni XXIV”. E alla fine si lascia andare anche ad una confessione: “Vi dico la verità: per me fare un viaggio adesso non è tanto facile come all’inizio. Ci sono limitazioni, nel camminare, vediamo”.
(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’ANSA)